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Spronato dalle parole del nostro Amato Leader, per cui bisogna spendere a tutto spiano per esorcizzare lo spauracchio della crisi, e dal saggio Zhuang Zhi che dice «Tutti conoscono l’utilità dell’utile, ma chi conosce quella dell’inutile?», ho barattato una secchiata di talleri, baiocchi, euri e lupini per questo lettore di ebook. Bene. Dopo una settimana di prova, posso far mie le parole dell’Esteta (per la verità riguardanti altre faccende) e dire, con pacatezza:
La qualità di lettura è semplicemente spettacolare; per tutte le informazioni del caso vi rimando all’articolo scritto a suo tempo da Gamberetta, tuttora senza eguali per precisione e meticolosità, articolo che illustra anche i molteplici e avventurosi modi per procurarsi Libri Elettrici nel vasto mare periglioso della Rete (e di cui condivido in pieno tutte le considerazioni etiche e morali). Ora vi saluto che ho da leggere per i prossimi 750 anni. Vi lascio con due cosine di Iutùb: il trailer del film di Yattaman e, signore e signori, i Nazitubbies.
Ordini dal basso
Per fare cadere i capelli:
E’ una tremenda vendetta rendere calva una persona. Il dispetto se non è facile è però possibile effettuarlo facendo friggere la coscia sinistra di uno struzzo entro olio di nocciole americane e fregar bene con questo olio la testa della vittima, che non riuscirà con nessuna cura a far rinascere i capelli.
Il vero Libro Infernale
Citazioni tratte da: A. Boureau, La Papessa Giovanna (descrizione del rituale della Cornomania che si teneva in Vaticano il sabato dopo Pasqua ); V. Pelevin, Dialettica di un Periodo di Transizione dal Nulla al Niente; R. L. Mc Cardell, La Formica Ibrida Iperborea; M.T. Anderson, La Storia Stupefacente di Octavian Nothing Traditore della Nazione; F. Wöss, Cani, volete vivere in eterno?; Il Mahabaratha, 3, 23, 28 (da «Arjuna e l’Uomo della Montagna»)
In un remoto angolo della nostra sconfinata Biblioteca, un sottoscala polveroso e dimenticato, tra la sezione “Animali che da lontano appaiono piccoli come mosche” e i libri dedicati all’alopecia, si trova la nutrita schiera di quelli che John Blanche definiva “Illuminations”: libri, spesso di grande o insolito formato, in cui le illustrazioni prevalgono sul testo; niente fumetti o graphic novels, ma cataloghi, pinacoteche, gallerie d’arte, enciclopedie di paesi inesistenti, manoscritti miniati e libri d’ore, ovviamente in tono con i gusti dell’Accademia. Prediletto tra questi è “Hallelujah, anyway”, di Patrick Woodroffe, classe 1940, prolifico autore inglese (vedere qui, qui e qui) che dai tempi del progressive più fricchettone ci delizia con mirabili dipinti e curiose incisioni, strani collages e minuziosi diorami. Il libro, per la verità, ha anche una cospicua parte di testo, perlopiù versi, in inglese barocco o in latino, che, ci duole dirlo, ci siamo sempre ben guardati dal leggere; ma, se come si suol dire un’immagine val più di mille parole, questo piccolo tesoro ha ancora moltissime storie da raccontarci.