Giusto ieri l’altro mi sono recato dal pescivendolo a comprare un chilo di kiwi per il sushi e quell’insulsa parodia di un essere umano ha avuto il coraggio di ridermi in faccia e dirmi che i kiwi non sono pesci. Vi rendete conto? Al giorno d’oggi l’ignoranza dilaga e le nozioni più basilari vengono dimenticate come lacrime nella pioggia… Ehm, dicevamo. Ho capito che è mio sacro dovere disperdere con la luce della mia sapienza le tenebre dell’odierna insipienza e quindi spiegherò a tutti voi miseri cafoni i segreti del ciclo vitale del kiwi, questo simpatico animaletto così pieno di sorprese e di fegatini di pollo.
Il kiwi inzia la sua avventurosa seppur lievemente scialba esistenza come pianta rampicante anfibia, con verdi fronde lussureggianti e lunghe radici palmate. Quando il momento è giusto e la luna piena splende rossa nel cielo australe, la pianta-kiwi lascia cadere dolcemente i suoi frutti maturi sugli ignari passanti. A questo punto avviene il primo massacro: innumerevoli frutti vengono divorati senza pietà dalle belve feroci oppure rapiti da spietati fruttivendoli mascherati che lucrano sulla pelle pelosetta di queste tenere creaturine succulente e ricche di vitamine salvifiche. Ebbene sì, salvifiche, perché, avete problemi? I pochi sopravvissuti alla razzia sfuggono ai predatori estroflettendo zampette e becco e dandosela a gambe levate. Una volta emigrati all’estero, gli uccelli-kiwi conducono di solito vite lunghe e pacifiche, dedicandosi ai piccoli piaceri della vita e al bricolage. Raggiungono la maturità a 10 giorni (sono molto precoci) e a questo punto si dedicano alla ricerca di un partner con cui passare il resto della loro lunga esistenza. Sono infatti animali monogami ed estremamente fedeli: per assicurarsi un compagno spiritualmente affine inziano un lungo corteggiamento della durata di circi 20 anni, durante il quale discutono di cinema e allevamento delle blatte. Una volta sicuri di poter passare la vita insieme senza rischio di fraintendimenti e dispiaceri, sigillano la loro unione imperitura con una vicendevole beccata nella nuca, dopo di che passano alle presentazioni – “Io sono Mario” “E io Ugo” “…” “…” “oh beh, andiamo al cinema?”. Le poche coppie miste che si formano a questo punto portano sulle loro fragili spalle l’onere della sopravvivenza dell’intera specie. Con alacrità ed entusiasmo si dedicano a deporre splendide uova di marmo, utili per rammendare calzini in ogni dove. Le uova-kiwi depongono minuscole spore-kiwi negli ignari calzini, dove rimangono dormienti fino al primo passaggio in lavatrice. La combinazione di temperatura e centrifuga innesca la crescita delle spore, che, una volta portate dalle fogne fino al mare, sono pronte a trasformarsi in guizzanti pesci-kiwi (quelli che il mio inutile pescivendolo si è rifiutato di vendermi, maledetto incapace). Gli argentei pesci-kiwi percorrono instancabili tutti gli oceani del mondo, condotti da un istinto ineluttabile fino alle bianche spiagge neozelandesi, pronti a risalire i fiumi australi. Alla fine del loro estenuante viaggio, questi teneri pesciolini si arenano stremati sull’arida terra ostile e esalano il loro ultimo respiro, maledicendo il fato che li ha condotti a un sì triste destino. Le loro carcasse putrescenti fungono da ricco concime per il seme che si trova nel loro cervello, esattamente tra i due emisferi. Il seme-kiwi, grazie al ricco nutrimento che lo circonda, si schiude dando vita alla verde e rigogliosa pianta-kiwi. Ecco.
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presto a me un martello!!! a un mitra!!! a me un’arma qualunque!!!!! morte ai kiwi!!!!!!!!!
non ho mai mangiato un kiwi e non lo farò mai!
io amo i kiwi!
anche io
davvero?
Si, esatto
sono la morosa di un kiwi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
il kiwi e’ la cosa piu’ disgustosa e poiu e’ verde e marrone i colori che odio di piu’
morite kiwi…..!!!!!!!!!!!!1