C’era una volta tanto tempo fa un piccolo, tenero criceto di nome Cricezio. Era un dorato fagottino di pelo, dolce e indifeso, che suscitava amore e glicemia alta in tutti quelli che lo vedevano. Un giorno che se ne andava in giro per il Tetro Bosco dei Monotremi Demoniaci, saltellando gioioso e intonando felici canzoni zuccherose, incontrò la malvagia, acida nonché lievemente indisposta Strega delle Carrube.
“Ciao, Strega delle Carrube. Vuoi essere mia amica?” chiese il piccolo Cricezio.
“Sparisci roditore – rispose la dispeptica Strega delle Carrube – che ci ho le paturnie e sono anche un po’ incazzata.”
“Ma io posso aiutarti! So come fare per renderti felice!”
Con queste parole l’ingenuo Cricezio intonò con la sua vocina stridula il Canto delle Patelle Erranti, un’opera densa di retorica e consigli morali. Era talmente sdolcinato e stucchevole che la crudele Strega delle Carrube rischiò di morire di diabete sul colpo, ma si riprese in tempo per profferire le seguenti parole:
“Ma io ti tronco di legnate, razza di pantegana nana che non sei altro! Tu e la tua insopportabile nenia!”
“Non ti piace la mia canzone? – disse il soffice Cricezio, con occhi sbrilluccicosi e commossi – Non importa, ne conosco altre. Magari preferisci l’Inno ai Coguari Incattiviti della Lapponia. E’ molto commov-” SBLAM!!!!
Colpito da una padellata in pieno musino, il dolce Cricezio si ritrovò catapultato a casa sua, confuso e perplesso. Ohibò, povero, piccolo Cricezio! Non avrebbe mai dovuto destare l’ira della spietata Strega delle Carrube con la sua flebile voce stridula e melensa: la Magica Padella della Fagiolata della Morte si era ormai stampata in maniera indelebile sul suo cranio, cancellando ogni ricordo della sua breve vita sdolcinata, comprese le innumerevoli canzoni che aveva imparato al campeggio, e sostituendo il tutto con utilissime informazioni sulle abitudini alimentari dei caimani nani dell’Àzzerbaigiàn.
Eppure neanche il mistico potere di un tale artefatto fu sufficiente a stemperare lo stucchevole atteggiamento del nostro prode Cricezio, che decise immantinente di lasciare la sua tenera casetta lillina per avventurarsi di nuovo nel Tetro Bosco dei Monotremi Demoniaci, intonando nenie sdolcinate sulla famosa dieta del popone iniziata da Zurek, il Caimano Solitario di Bazardüzü.
Fu soltanto due giorni dopo, quando il piccolo Cricezio non si presentò alla festa di compleanno della nonna Mandibola, che la sua scomparsa venne infine notata. Le ricerche della polizia non diedero frutto e i poveri roditori affranti piansero a lungo la triste fine del tenero e batuffoloso animaletto, mentre la malvagia Strega delle Carrube gioiva felice della sua nuova pallina antistress pelosa.
Morale:
Questa fiaba vi è stata offerta dai Poponi Zurek! Zurek, il Campione del Popone!
E ricordate: un popone al giorno toglie il criceto di torno! Parola di Zurek!
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e gli ha detto bene che la strega non abbia usato la “Magica Padella della Fagiolata della Morte of doom”