Cronache Mazzate – copertina
Le Avventure della Blatta Parlante
Come narrato nelle puntate precedenti, la Blatta Parlante è stata rapita dagli alieni dopo lunghe lotte e interminabili peripezie. Quale atroce destino la attende? Riuscirà la nostra eroina a sfuggire al sinistro fato che incombe su di lei? O verrà spiaccicata come una volgare blatta afona? Lo scoprirete nel prossimo episodio, dal titolo “La Blatta Parlante fugge dagli alieni”. Cioè lascia gli alieni per tornare sulla Terra, non è che fugge per andare dagli alieni, capite? Sennò avremmo scritto “La Blatta Parlante fugge per andare dagli alieni”, siamo tipi precisi noi. Ecco. Bene così. Com’è che si chiamava l’episodio? Vabbeh, nuovo titolo:
La fuga rocambolesca dell’arzilla Blatta Parlante.
Fine.
I Casi Psichedelici dell’Ispettore Bulbo
L’Ispettore Bulbo non sbaglia mai un colpo! Accompagnato dal suo fido assistente Rotula e dalla sua inesauribile scorta di Lophophora Williamsii e Psylocibe Caerulescens, l’Ispettore Bulbo mette la sua proverbiale astuzia al servizio della Legge e della Giustizia! Nessun caso è troppo intricato, nessun criminale è troppo astuto, per l’Ispettore Bulbo!
L’Allucinante Caso del Diamante Maledetto!
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Il Calendario di Frate Cazzaro – Gennaio 2005
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Zio Muco e la Pianta Mangia-Radiazioni
Intervistatore: Dottor Muco, grazie per aver accettato di partecipare a questa trasmissione. Tutto il mondo ormai non fa che parlare della sua incredibile scoperta. Può raccontare ai nostri ascoltatori come è andata?
Dottor Muco: In realtà, come tutte le scoperte più importanti, si può dire che sia nata per caso. Di certo non avevo alcun sentore di quello che sarebbe capitato quando mi sono recato dai parenti per festeggiare le Sante Mazzate. Mia sorella Melma mi ha regalato una piccola pianta di Tillandsia Aerantos, un regalo abbastanza insulso come potrete capire. Voglio dire, una pianta? Che me ne faccio io di una pianta? Che se ne fa chiunque di una pianta? Un robot tuttofare, un’auto volante, un kit per la trapanazione del cranio fai-da-te, una spigola mutata geneticamente, QUESTI sono regali utili!!! E invece io –
I: Ehm, mi perdoni dottore, ma se potesse gentilmente andare avanti con la storia…
D. M.: Ma certo, ma certo, si figuri. Allora, come stavo dicendo, finito il pranzo tornai a casa con la chiara intenzione di gettare l’inane vegetale nel tritarifiuti, come avrebbe fatto qualunque persona ragionevole, quando… lo vidi! La Tillandsia era accompagnata da un foglietto con le istruzioni per la sua cura e là, nero su bianco (beh, nero su arancione per essere precisi) era scritto a grandi lettere amichevoli: “Pianta mangia-radiazioni”. Capite? Veniva spiegato chiaramente che mettendo la pianta vicino a un computer questa ASSORBIVA le radiazioni emesse dall’apparecchio! Rimasi sconvolto. Devo ammettere che la mia prima reazione fu improntata al più bieco cinismo e mi portò a pensare che il foglietto riportasse informazioni erronee, ma poi…
I: … ma poi? La prego dottore, non ci tenga col fiato sospeso. Il mondo deve sapere!
D. M.: E il mondo saprà, non tema. Decisi di fare degli esperimenti, Capii subito le enormi potenzialità di una simile scoperta. Andai subito dal mio computer (l’avrei fatto comunque perché ero stato fuori per un po’ ed ero sicuro che avesse iniziato a preoccuparsi) e gli spiegai la faccenda. Misi un rivelatore di radiazioni in mezzo alla stanza e la pianta di fianco al computer. Di fianco, e non, come qualche malalingua ha insinuato, tra il computer e il rivelatore. Avete capito? L’esperimento è stato condotto in maniera rigorosamente scientifica e precisa! E quell’illustre scienziato dei miei stivali che se ne è uscito con “grazie tante, son capaci tutti a ridurre le radiazioni mettendo una pianta davanti al rivelatore” farà meglio a stare zitto in futuro o io lo –
I: Etchum! Koff, koff, non sentite anche voi uno spiffero? Oh, scusi dottore, non volevo interromperla, dove eravamo rimasti?
D. M.: … non mi ricordo. … mmmh… ah sì, l’esperimento. Allora, effettivamente la presenza della pianta diminuiva le radiazioni drasticamente. Feci delle prove per varie distanze della pianta dal computer, oppure tenendola vicina, ma schermata in diverse maniere (vetro, plexiglass, piombo, wafer, ciambelle, le solite cose insomma). In effetti sto ancora conducendo questo tipo di misure, per cui temo di non potervi comunicare dei risultati definitivi, ma sembra ormai certo che la Tillandsia Aerantos riduce le radiazioni emesse dal mio computer circa del 70 per cento se posta entro una distanza di 3 metri, dopodiché il suo effetto è praticamente nullo. Un comportamento abbastanza singolare. Ho iniziato proprio in questi giorni a ripetere l’esperimento con altre varietà di Tillandsia, come risultato preliminare sembra che agiscano tutte allo stesso modo.
I: E ci spieghi dottore, come fanno ad assorbire le radiazioni?
D. M.: Ah, questo è il punto importante. Poiché la pianta NON si trova tra il computer e il rivelatore e poiché sulla superficie della Terra e per così brevi distanze si può ritenere che i fotoni viaggino in linea retta, è evidente che la pianta, per assorbire le radiazioni che normalmente inciderebbero sul rivelatore, deve attirarle a sè. Deve deviare i fotoni dal loro cammino. E per la fisica così come noi la conosciamo, l’unica forza in grado di compiere una simile azione è la forza gravitazionale. Solo che per effettuare una deviazione del genere, su un così piccolo tragitto, la mia gracile Tillandsia dovrebbe avere una massa pari a diverse volte quella del Sole. Effettivamente, se questo fosse il caso, l’intero pianeta sarebbe già collassato sulla pianta, seguito a breve dal resto del Sistema Solare. Un buco nero di notevole massa sarebbe tutto ciò che resta di questa parte dell’Universo. Inoltre la forza gravitazionale non spiegherebbe la brusca diminuzione di efficacia della pianta se posta a distanza superiori ai 3 metri. In breve, la fisica moderna non è in grado di spiegare l’azione della Tillandsia. Perché poi la pianta attira a sè solo radiazioni in un certo range di lunghezze d’onda? Non agisce assolutamente in alcuna maniera sulla luce visibile: il computer e la stanza continuano a essere visibili chiaramente, senza alcuna traccia di alterazione.
I: Quale è la sua teoria dottore? In base a quale principio fisico agiscono le Tillandsie?
D. M.: E’ evidente che ci troviamo di fronte a un quinto tipo di interazione. So che qualcuno ha preso in considerazione la possibilità che le Tillandsie siano composte da cosmoni, ma poiché l’energia oscura (qualunque cosa sia in realtà) sembra essere una forza repulsiva e non attrattiva, l’ipotesi non mi sembra plausibile. Ci voleva una nuova teoria, per cui ho pubblicato diversi articoli in cui cercavo di costruire le basi di questa nuova forza fondamentale, la forza mucale. La mia prima ipotesi era che le Tillandsie fossero, per qualche bizzarro scherzo della natura, composte almeno in parte da nuove particelle che interagiscono con i fotoni tramite dei nuovi bosoni di gauge: i muconi.
I: Si tratta dei lavori per cui è stato insignito del premio Nobel, non è vero dottore? Ma perché parla di prima ipotesi? Non ci dirà che sta per confutare le sue stesse teorie!
D. M.: Non mi azzarderai mai a dare torto a quei simpatici svedesi. Resto ancora convinto dell’esistenza della forza mucale, ma il comportamento delle Tillandsie è troppo innaturale. L’attenta selezione di onde elettromagnetiche di cui si nutrono, la loro capacità di sopravvivere ed adattarsi a ogni ambiente, non importa quanto ostile, la loro vorace dentatura, tutto questo non può che condurre a una sola spiegazione: siamo sotto la minaccia di un’invasione aliena! Con la loro tecnologia superiore e la loro spietata intelligenza, hanno iniziato a diffondersi tra noi. Illudono la gente di essere solo innocue, utili e colorate piante da appartamento, e quando saranno in tutte le case del mondo, inizieranno a nutrirsi di TUTTE le radiazioni emesse: non potremo più vedere, le nostre televisioni, le radio, i telefoni non saranno più in grado nè di ricevere nè di trasmettere, sarà la fine della civiltà umana!!! E in breve anche dell’intera nostra razza, quando la verde Terra sarà ormai trasformata in un mondo oscuro, privo del calore del Sole, una gelida palla di ghiaccio che rotea senza più alcuna traccia di vita nelle immense tenebre che preannunciano l’alba di una nuova potenza aliena! Bisogna fare qualcosa subito! E’ il momento di agire, finché sono ancora pochi e isolati e noi – ehi! Che volete? Lasciatemi stare! Levatemi le mani di dosso, per –
I: Bene, sembra proprio che il dottor Muco debba lasciarci. Le sue guardie del corpo, dei simpatici energumeni vestiti di bianco, sono venute a prenderlo. Qui è Vigo il Carpatico, da Radio Varsavia Libera, che vi saluta e vi augura una buona serata.
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Tartufi di cioccolato
Teneri agnellini, seguite le parole di saggezza di Zia Melma e lasciate che il cibo degli Dei (il cioccolato) vi aiuti ad aprire nuovamente gli occhi alla bellezza del creato! Prendete, con rispetto e devozione, tre etti di cioccolato amaro (amaro come le lacrime che avete versato per i vostri sogni infranti) e scioglietelo a bagnomaria affinchè diventi caldo come l’amore che ancora tornerete a provare. Lasciate che un etto e mezzo di candido burro si sciolga nel nero profondo del cioccolato e che gli estremi dell’esistenza si mescolino così irreversibilmente. Fate intiepidire. Aggiungete quindi a questo delicato equilibrio di opposti due tuorli rossi come il fuoco della passione e un bicchierino di rhum per riscaldare il vostro cuore. Permettete alla vostra creazione di raggiungere la giusta consistenza, morbida e malleabile come il vostro animo che dovrà essere riplasmato per superare le avversità del destino. Se, dotata di volontà propria, essa si rifiuterà di assecondarvi, potrete convincerla indurendola con amaro cacao spietato o ammorbidendola con liquore o latte. Prendete poi delle piccole parti di essa, che plasmerete in sfere, riproduzioni ed emblemi del mondo che tanto vi ha ferito, e lascerete rotolare libere nel cacao amaro, che le rivestirà proteggendole dalle ferite che animi crudeli potrebbero infliggere loro. Poi lasciate che il freddo cada su di loro per il tempo necessario alla Terra a rivolgere un diverso aspetto alla luce del Sole, mentre i luoghi una volta luminosi vengono ricoperti dall’oscurità (dodici ore in frigo, cosa avevate capito?). Tutto qui.
P. S. Poiché le ferite del cuore sono sempre diverse e nuove per ciascuno di noi, è giusto che possiate adattare la miracolosa ricetta al vostro dolore. Le possibilità sono infinite, ma (tanto per dirne qualcuna) eccovi qualche amorevole suggerimento della Zia: mischiare un po’ di caffè all cacao amaro che usate per rivestire i tartufi; usare panna liquida invece del rhum; aggiungere essenza di arancio; mettere un po’ di peperoncino nell’impasto;…
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81 – La Morte Nera
48 – I Vampiri Comunisti
33 – Il Dodo
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