Il principe insettazzo

C’era una volta, nel ridente paese di Mortopia, un re saggio e malevolo che aveva tre figlie (o quantomeno tre discendenti di forma vagamente femminile). Le tre fanciulle erano belle e leggiadre come aggraziate scolopendre e altrettanto umili e generose, ma la più piccola surclassava le sorelle maggiori in malevolenza, iracondia e microcefalia: per questi motivi passava spesso lunghe ore fuori dalle mura del castello natio, schifata e scacciata fuori a calci dal maggiordomo di corte. Ella si recava quindi a meditare sulle umane sventure all’ombra di un millenario traliccio dell’alta tensione, ai bordi della putrida Palude della Venefica Flatulenza, vivisezionando piccoli animaletti e cibandosi di strani funghi dai colori improbabili. Un giorno come tanti altri, mentre era intenta a studiare gli innumerevoli usi possibili di un rospo impagliato, sentì una flebile vocina chiamarla… si girò stupita e anche un po’ incazzata per l’interruzione e – quale stupore – si trovò al cospetto di un viscido insettazzo! Si trattava di un bestio di rara bruttezza e ripugnanza, che con voce stridula e blesa apostrofò così la fanciulla:
“Uè tipa! Ciavresti mica qualche soldo da darmi che devo tornare al mio castello? Sai, io sono un principe, mica cazzi!”
“Come no, e io sono il Papa. Smamma coso o ti do in pasto al mio caimano.”
“Metti in dubbio la mia parola? Ah, gioventù scriteriata! Ma io sono buono e compassionevole e ti perdonerò! Sgancia il malloppo e non ti succederà niente di male!”
SPLAT! A queste parole la principessa, nota per i suoi muliebri scatti d’ira, aveva spatasciato l’insettazzo con il suo rospo impagliato (uso n. 3417) riducendolo a maleodorante poltiglia, dopodiché si diresse al castello felice e spensierata dopo una lunga giornata costruttiva.

Morale:
Meglio un rospo impagliato oggi che un insettazzo domani.


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Il Calendario di Frate Cazzaro – Novembre 2005

0511mese La morte di Frate Cazzaro
Ommioddio! La Morte sta venendo a prendermi! Sento il suo gelido tocco su di me, mentre cerca di trascinarmi lontano da questa valle di lacrime… ma non è ancora giunta la mia ora! Capito? Il Signore veglia ancora su di me e non basterà un maledetto ragazzino a farmi fuori! E comunque io ero sulle strisce! Cosa vuol dire che era rosso? Le strisce sono strisce, mica diventano qualcos’altro (che so io, trichechi o lampade alogene) solo perchè i comunisti prendono il controllo dei nostri semafori!
0511calendario Consigli per l’allevamento di interni
Arredare un interno è tutto sommato abbastanza facile, ma allevarlo è una vera sfida. Per prima cosa, bisogna prenderlo da piccolo altrimenti sarà tutto inutile: i primi mesi di vita sono fondamentali. Bisogna tenerlo al caldo e abituarlo subito ai continui cambi di arredamento, che all’inizio potrebbero disorientarlo un po’. Non abbiate timore a colpirlo con un giornale arrotolato se non si comporta a dovere, limategli gli artigli una volta alla settimana e controllate con cura le giunture delle chele, che sono particolarmente sensibili alle correnti d’aria.

La giovane Blatta Parlante
radunò attorno a sè i suoi discepoli e disse: “Beh? Non avete meglio da fare che ciondolare tutto il giorno a casa mia a finirmi la birra? Eccheccazzo, andate a farvi una vita, quantomeno quella di qualcun altro!” E così loro si dipersero in tutti gli angoli dell’universo, portando seco la fama della saggezza dell’insettazzo.

Le antiche e salmodianti nenie melodiose dei feroci Mostrogoti sanguinari e prolissi
“Dormi sereno e placido piccolo, tenero, dolce e soave fanciullo, luce, gioia e speranza della tua amorevole, attenta, orgogliosa e fiera mamma, altrimenti quel bifolco, cafone, ignorante, empio, senza Dio, miserevole e puzzolente selvaggio di tuo padre ti sfascia il cranio a calci.”
Che dire? Si spiega da sè.

Le parole che non ti ho detto
Poponi.
Ornitorinchi.
Non saprei.
Giosafatte.

 

0511semina

Il Santo del mese.

 

Sant’Imbuto: antica reliquia senziente usata da Nostro Signore (o da un suo amico, non è ben chiaro) per mettere uno scorfano nella ciotola di Beppe, la Scimmia della Morte, che per breve tempo fu l’ormai dimenticato Quattordicesimo Apostolo. Venne scacciato e ostracizzato dopo l’epidemia di colera causata dallo scorfano rancido che aveva messo sotto il cuscino del re di Norvegia. L’imbuto comunque venne considerato innocente e prosciolto da tutte le accuse e fu santificato qualche giorno dopo per aver impedito da solo l’invasione di Malta da parte degli Unni, che volevano riprendersi il loro scorfano.

0511santo Ordini dall’alto

 

“Guai a te che devasti e non sei stato devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno quando avrai finito di saccheggiare.”

Isaia 33, 1


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Sant’Asdrufale

mds-asdrufaleSant’Asdrufale amava andare in giro a chiedere l’elemosina per i suoi poveri fraticelli, che nella loro abbazia non avevano ancora la Jacuzi (che crudeltà…) e spesso, stanco del lungo viaggio, entrava in qualche osteria chiedendo solo un tozzo di pane da mangiare (e vino, e arrosti, e birra, e zuppa, e dolce ecc.), toccava il culo alle cameriere e se ne andava senza pagare (ma lui è un frate e può farlo, mica è un selvaggio comunista che vorrebbero l’esproprio proletario! Se la chiesa non paga l’ICI è perché è poverina e umile, e comunque può! Perché, credevate davvero di vivere in un paese laico…ah ah ah ah…). Tutto questo finché non entrò nella locanda dell’ateo (e quindi malvagio) Gigione l’Incazzato, che essendo malvagio (e quindi ateo), lo rullò di cartoni e lo scese di mazzate.


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