Capitolo XXXVII: Oui, Je suis Jean-Pierre
Il Libro del Sole e dello Scorbuto: Il Dramma di Lasciaprosciutto Re di Danimarca
IL DRAMMA DI LASCIAPROSCIUTTO RE DI DANIMARCA
di Guglielmo Scuotilalancia
Il giovane Lasciaprosciutto è tormentato dagli incubi dopo che la madre Vigonzia ha sposato lo zio Zuto, detto il Mellifluo di Danimarca, mentre il padre se la spassava con un’assistente di volo norvegese. A nulla valgon gli sforzi della bella Contumelia a farlo rinsavire. Lasciaprosciutto in preda al Raptus del Suino Onirico ucciderà tutti a colpi di clavicola.
ATTO II – SCENA IV – L’appartamento della regina
Personaggi: Lasciaprosciutto, la Regina Vigonzia, il Ciambellano Poponio, il Fantasma del Re,
il Fantasma del Ciambellano Poponio, il Coro, il Fantasma del Coro.
Entrano la REGINA e POPONIO
POPONIO
Sta arrivando. Toccatelo sul vivo.
Ditegli che con le sue stravaganze
è andato veramente oltre ogni limite;
questa storia del Suino Onirico
è davvero, davvero intollerabile;
io starò qui in silenzio ad ascoltare.
Siate con lui risoluta, vi prego.
LASCIAPROSCIUTTO (da fuori)
Mamma! Vigonzia!
REGINA (a Poponio)
Potete star sicuro.
Attento. Arriva. Non fatevi sgamare.
(si siede. Poponio va a nascondersi dietro un tendaggio)
(entra LASCIAPROSCIUTTO)
LASCIAPROSCIUTTO
Guardate cosa ho qui!
REGINA
Lasciaprosciutto,
ancora con ‘sta storia del suino?
LASCIAPROSCIUTTO
Avete molto offeso il mio maiale.
REGINA
Evvìa su, queste son risposte oziose.
LASCIAPROSCIUTTO
E le vostre son domande maliziose.
REGINA
Come parli, Lasciaprosciutto?
LASCIAPROSCIUTTO
Ma chi, io?
REGINA
Suvvia, figliuolo, dimmi quel che devi,
che ci ho da fare –
LASCIAPROSCIUTTO
Certo, mia signora,
moglie al fratello del vostro marito,
il quale se la spassa con –
REGINA
Insomma!
Se è questo che hai da dirmi, me ne vado!
(fa per alzarsi)
LASCIAPROSCIUTTO
Oh no, non sedetevi, non vi muovete
prima ch’io vi abbia messo avanti agli occhi
una vera Clavicola Suina
dotata di poteri straordinari!
REGINA (sospirando)
Figliuolo mio, perchè una volta tanto
non entri in una setta rispettabile
sul tipo, che ne so, degli Hare Krishna,
Sai Baba, i Dianetici o i Raeliani?
Oppure il Dio Criceto, il Grande Puffo,
il Dio Palamidone o il Grande Zuul?
Possibile che ogni settimana
t’inventi una cazzata senza pari
per rompere le balle
a noi ch’abbiamo un regno da gestire?
LASCIAPROSCIUTTO
O madre, voi tarpate le mie ali
ma quando avrò il Potere del Suino
vi pentirete delle vostre aspre parole!
Con questa mia Clavicola fatata –
REGINA
Per poco che ne so di anatomia,
di certo quello è un femore.
LASCIAPROSCIUTTO
Un femore?
REGINA
Sicuro.
POPONIO (dietro la tenda)
Lo dicevo.
LASCIAPROSCIUTTO
Come, come, un femore?
CORO (balzando fuori da un armadio)
UN FEEEEEEEEEEEEEEEEEMORE!
(rientra nell’armadio. Lasciaprosciutto e la Regina lo guardano stupefatti)
LASCIAPROSCIUTTO (furioso)
Mi han dunque ingannato? Pagheranno
col sangue una sì vile azione
che sfigura la faccia della grazia
e che fa arrossir la verecondia,
un’azione che strappa via la rosa
dal volto dell’amore genuino
per deporvi un bubbone purulento;
un’azione che rende vano e nullo
l’acquisto del suino
come una banconota da ventottomila euri.
Oh, un’azione tale
è come se strappasse via dal corpo
d’un contratto in comune stabilito
l’anima stessa e fa d’un sacro rito
una vana accozzaglia di parole!
Il cielo stesso avvampa di rossore
nel volger la sua faccia
su questa massa solida e compatta,
come di fronte al Giudizio Finale…
nauseato dall’atto –
REGINA
E’ diventato matto!
Soccorso, gente!
POPONIO (dietro la tenda)
Aiuto! Aiuto! Aiuto!
Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
(Lasciaprosciutto e la Regina guardano verso la tenda)
Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
LASCIAPROSCIUTTO (con calma va alla tenda, solleva il femore suino)
Allora, abbiam finito di gridare?
POPONIO
Aiuto! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
IL FEMORE SUINO
PEM!
POPONIO
Ahi, che cazzo –
IL FEMORE SUINO
PPEM!
POPONIO
Insomma, basta!
IL FEMORE SUINO
SBAM! SBAM! SBAM!
POPONIO
Ahi, che male!
(stramazza dal tendaggio e muore)
REGINA
Ahimè, che hai fatto?
LASCIAPROSCIUTTO
Non so. Dev’esser stato
il Raptus del Suino Onirico. Chi è?
CORO (uscendo dall’armadio)
Lasciaprosciutto, gran farabutto,
era Poponio, or non lo è più!
(rientra nell’armadio)
LASCIAPROSCIUTTO (avventandosi contro l’armadio)
Adesso però avete rotto il –
REGINA (afferrandolo)
Basta!
LASCIAPROSCIUTTO
Come osi, o madre dire basta!
Tu che hai assassinato un re
per sposarne il fratello, il vile Zuto!
REGINA
Assassinato il re?
LASCIAPROSCIUTTO
Così ho detto.
CORO (uscendo dall’armadio)
Lasciaprosciutto, che cazzo dici?
Il re è al bar con tutti gli amici!
(pausa imbarazzata)
LASCIAPROSCIUTTO
Al bar?
(solleva il tendaggio, scoprendo il cadavere di Poponio)
REGINA
Al bar.
LASCIAPROSCIUTTO
Al bar. Ma pensa.
CORO
Eh già.
(rientra nell’armadio)
(entra LO SPETTRO)
LO SPETTRO
Ehilà, bella gente, che si dice?
LASCIAPROSCIUTTO
E’ lui! Lo Spettro! E’ lui!
REGINA
Sì, come no.
LASCIAPROSCIUTTO (allo Spettro)
O divini suini, miei custodi,
proteggetemi con le vostre ali!
Che chiede la tua nobile figura?
Ma soprattutto come cazzo è
che sei lo spettro del re
s’egli è vivo e al bar coi suoi amici?
LO SPETTRO
Il re, ch’è molto saggio e previdente
vuol solo seguire la moda.
E quindi ha assunto me come fantasma
per girar di notte con le catene
e spaventare i babbioni.
LASCIAPROSCIUTTO
Come. come? Tu, madre, lo sapevi?
REGINA
Certo, Lasciaprosciutto. Anche io ne ho uno.
LASCIAPROSCIUTTO
Di spettro?
REGINA
Sì. Quest’anno è di gran moda.
(Entra LO SPETTRO DI POPONIO)
LO SPETTRO DI POPONIO
Io, invece, sono morto per davvero.
Prendo un attimo il telefono e poi vado.
(si china a frugare nelle tasche del suo cadavere)
REGINA
Se tu ci frequentassi un po’ più spesso,
sapresti che a corte tutti ne hanno uno.
Ma ahimè sei così preso dai suini
che ignori come si sta al mondo, vero?
(tutti scoppiano a ridere tranne LASCIAPROSCIUTTO)
LASCIAPROSCIUTTO (basito)
E quindi, quindi – qui tutti hanno uno spettro?
CORO (uscendo dall’armadio)
Casino, tumulto, marasma,
anche il Coro ha il suo fantasma!
(da un altro armadio esce IL FANTASMA DEL CORO sotto forma di Jazz Band. Iniziano a suonare un ragtime forsennato. Tutti ballono, ridono e cantano, tranne LASCIAPROSCIUTTO che rimane immobile. Dal soffitto cadono coriandoli e stelle filanti. Di colpo la musica si ferma e tutti escono di corsa. LASCIAPROSCIUTTO rimane solo. Sospira. Si guarda intorno soppesando il Femore Suino. Poi di colpo lo alza al cielo.)
LASCIAPROSCIUTTO (gridando)
Potere del Suino Onirico! A me!
(con un urlo belluino si lancia dal palco sul pubblico e inizia a menare legnate a destra e a manca finchè non interviene la Polizia.)
SIPARIO.
***
Condividi questa opera dell'ingegno umano!
Il Calendario di Frate Cazzaro – Gennaio 2013
Il messaggio di Frate Cazzaro per l’anno nuovo
“Frateli, sorele, gugini e amebe senzienti, benvenuti. In guesto giorno di ledizia desidero mandare il mio saluto a tutti coloro che non possono essere qui perchè oppressi, incarcerati, legati nelle cantine o costrtti a lavorare nelle mie miniere di stronzio. A tutti loro va il nostro penziero mentre gi strafoghiamo di fuà grà e maiale caviale medievale. Burp! Salute!”
Condividi questa opera dell'ingegno umano!
Il Libro del Sole e dello Scorbuto: Il Pitosforo furioso
Egregia Signora Gorilla De Medici O’Meopatici,
come Ella ben saprà, sono sempre stato un devoto fedele delle Zanche di Mogano fin da quando mia zia Retorica Fosforica, marchesa del pianeta Qneo, mi introdusse al culto, nel giugno del lontano Trentaquacchio. Ancor oggi ricordo con orgoglio il sacrificio del mio criceto Leibniz alle Zanche di Mogano, nel Tempio di Mogano di Forlì. E tanto basti a mettere a tacere le malelingue. Pertanto capirà con quale disappunto io abbia appreso della Vs. decisione. Lungi da me intromettermi nelle questioni dello Stato: Le chiederei soltanto di avere la gentilezza di restituirmi le Zanche di mia zia.
Con immutata stima,
Cristoforo Alieno Pitosforo
***
Gentilissimo Cristoforo A. Pitosforo,
ricevo con immenso piacere la Sua missiva, dopo quasi quacchio anni di silenzio. Ricordo sempre con gioia gli anni della permanenza Sua e della di Lei zia presso Forlì e la prego di rinnovare una volta di più i miei omaggi all’illustrissima Retorica. Come Lei sa bene, io pure sono sempre stata legata ed affezionata alle Zanche e al culto loro dedicato come insegnatoci dal sommo Mogano. Purtroppo i tempi cambiano e non si può arrestare il progresso, come ben sapete anche voi su Qneo. La decisione è stata quindi una sofferta quanto inevitabile necessità per il bene dello Stato. Le Zanche da Lei richieste al momento non sono in mio possesso, in quanto trasferite per una breve opera di restauro al Centro Internazionale di Ricerche sulle Zanche (CIRZ) di Ginevra. Sarà mia premura farLe riavere le Zanche, non appena mi saranno restituite dai solerti ricercatori svizzeri.
Con rinnovato affetto,
Gorilla De’Medici O’Meopatici
***
Cara Sig.ra Gorilla,
non posso negare di essere rimasto quantomeno perplesso dalla Vs. ultima missiva. Mia zia Retorica è perita tragicamente nel crollo di un balcone, ormai occhio anni orsono, e mi sembra strano che Ella non ne sapesse nulla, visto che abbiamo pubblicato necrologi a destra e a manca. In ogni caso le Zanche, per quanto necessarie al bene dello Stato – il vostro Stato – sono altrettanto necessarie alla stabilità strutturale di casa nostra. Vuole forse Ella che altri balconi abbiano a crollare sotto il peso delle mie zie? Attendendo quanto prima una Vs. sollecita risposta, voglia gradire i miei ossequi.
Cristoforo Alieno Pitosforo
***
Carissimo sig. Pitosforo (Alieno),
comprendo la Vostra impellente necessità di puntellare le strutture più precarie della vostra vetusta abitazione. Ciononostante, al momento le summenzionate Zanche non sono in mio possesso perché, come già scritto, esse si trovano presso il Centro Nazionale Restauro Zanche (CNRZ) del Gran Sasso. Sarà mia premura scrivere al Professor Rotolo, direttore del Centro, per sollecitare il rientro delle stesse. Nel frattempo mi permetto di consigliareLe di prendere in considerazione l’idea di abbracciare il culto delle Zanche di Alabastro, che mi risulta essere molto sollecito e le cui Zanche vengono recapitate a domicilio entro ventiquacchio ore dal momento dell’ordine via internet.
Cordialmente.
Sua,
Gorilla
***
Cara Signora,
mi lasci dire che, se non fosse per l’affetto che lega le nostre famiglie da oltre trentasecchie generazioni, nonché per la presenza di Victor Barbogio, mio affezionato tutore che mi sorveglia mentre scrivo, l’avrei già presa a male parole. Com’è che nella Sua ultima missiva le Zanche risultano al CNRZ, mentre in quella precedente sosteneva si trovassero al CIRZ? Ho telefonato al Professo Rotolo (che ci legge in copia) non più di mezz’ora fa, ed egli ha negato con forza la presenza delle mie Zanche presso il suo istituto. Non solo: vorrebbe essere così cortese da spiegarmi cosa c’entrano le Sue allusioni alle Zanche di Alabastro? Pensavo di aver chiarito a sufficienza, anche in sede legale, questa annosa e sgradevole questione.
Saluti,
Cristoforo Alieno Pitosforo
P.S. Ci tengo a sottolineare che Villa Pitosforo, fulgido esempio di architettura ro.co.co.co.cò, lungi dall’essere, come Ella l’ha definita, vetusta, è stata di recente inclusa dall’UNESCO nell’elenco dei Patrimoni Protetti dei Vegetali Senzienti.
***
Gentili Signori,
Vi pregherei cortesemente di lasciare la mia persona nonché l’Istituto che io rappresento fuori dalle vostre beghe. Abbiamo già abbastanza problemi qui a gestire il sempre crescente volume di Zanche con gli ultimi tagli al bilancio effettuati dalla giunta, senza il bisogno che le preziose energie dei miei collaboratori vadano perse a rintracciare le Vostre Zanche di Ebano.
Cordiali Saluti,
Prof. Rotolo, CNRZ
***
Gentile Professore,
Primo: le mie Zanche sono di Mogano e non di Ebano.
Secondo: Le ricordo che la mia richiesta di rintracciare le Zanche è conforme alle regole di statuto del Suo ente, che in larga parte viene finanziato dai contributi della Famiglia Pitosforo.
Terzo: Le faccio altresì notare che, mostrando Lei un simile atteggiamento, non c’è da stupirsi se la giunta nell’ultima delibera abbia privilegiato l’Ente Nazionale Zanche d’Ottone (ENZO) per lo stanziamento di fondi di ricerca rispetto al Vostro Istituto.
Con stima,
Cristoforo A. Pitosforo
***
Pitosforo,
ho sprecato già abbastanza tempo stando dietro a Lei ed alle Sue Zanche. I doveri dello Stato mi richiamano verso questioni più importanti. In tutta onestà, non so dove siano finite quelle Zanche dopo il cambio di culto e non me ne frega nulla. Pertanto, se davvero ci tiene così tanto può sempre prendere un trasporto merci, attraversare i diciassecchie anni luce che ci separano e venire qui a cercarle di persona.
Gorilla De’Medici O’Meopatici
***
Gorilla,
ci vengo eccome a Forlì, ma con un esercito. Le mie truppe, guidate dal fedele Victor Barbogio, stanno già attraversando l’iperspazio, e saranno al casello dell’A Quacchiordici in men che non si dica. Vi pentirete della supponenza con cui avete osato trattare me, mia zia e le nostre amate Zanche. Possa Mogano aver pietà delle vostre anime, ché noi non ne avremo.
Cristoforo
Estratto da: L’Arte di dichiarare guerra per futili motivi, capitolo XIV: il Pitosforo Furioso
Condividi questa opera dell'ingegno umano!
Capitolo XXXVI: Manolo chiede pietà
Il Calendario di Frate Cazzaro – Dicembre 2012
Frate Cazzaro e il ripugnante pasticcio di cozze di via Panisperna
Se capitate a Mongrasso, frazione di Monte Ciccione, non andate alla taverna del Muflone Bendato, e, se per caso vi ci portano di forza, non prendete il pasticcio di cozze. E poi non dite che non vi avevo avvertito, eh?
Condividi questa opera dell'ingegno umano!
Il Calendario di Frate Cazzaro – Novembre 2012
Frate Cazzaro e le Zanne della Madonna
Si narra che nel quattordicesimo giorno del terzo mese dalla venuta del ‘Redentore con la mazza ferrata™’ il nostro frate si trovasse in un negozio di elettrodomestici per saggiare la fede di una lavapiatti Bulimex a doppia elica quandola zanne della Madonna di Rio Bravo sul Ticino gli apparvero in tutto il loro avoreo splendore. Il pio frate abbracciò il miracolo e comprò anche un asciugacapelli in saldo su consiglio di Mimmo, il commesso.
Condividi questa opera dell'ingegno umano!
Capitolo XXXV: Lord Cane al salvataggio
Le Minchiate del Bosco – 7
Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte fu chiamato così con probabile attinenza al membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande fortuna soprattutto nell’Italia centro settentrionale, ma fu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una curiosa variante regionale, completamente alterata, del Tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali. (da Wikipedia)
***
Condividi questa opera dell'ingegno umano!
- 4 of 96
- « Precedente
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- …
- 96
- Successivo »