Nel quarantaquacchesimo anno dalla nascita di Nostro Signore delle Zanche di Mogano, Cristoforo l’alieno Pitosforo decise di invadere Forlì, allora signoria della famiglia De’ Medici O’Meopatici. Fu allora che Abalemma d’Andalusia, di linciaggio reale, erede alla carica di Princisbecca delle Langhe si erse in difesa del suo popolo. O forse no. Recossi nella stanza del real cefalopode e prese in mano lo sferico mollusco veggente per consultar l’esito delle sue azioni. E ancora adesso lì si trova. A riflettere. O almeno così dicono gli scribi. E se lo dicon loro.
Amen.
“Il Dilemma di Santa Abalemma: che sia miglior la flemma delle rocce di salgemma? E che dir della zia Emma? Niente. Che schiatti, quella vecchia babbiona. Ops, scusate.” dall’aria “Quel tenero virgulto dell’Abalemma” di Giangiangiacomino Puccino Piccino Piccino Ciccino Piripiri. Bleah, mi sta venendo il diabete.
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