Presentiamo qui un’opera immortale, destinata a rifulgere nelle tenebre dell’ignoranza e nelle cantine di Bucarest, composta originariamente per l’Esposizione Universale di Abigeato e Circospezione di Parigi del 1066. Fu poi messa in musica dai Maestri Cantori di Buccinasco (partitura per bongo e triangolo) e portata in tourneè alle isole Faerøer, dove se ne persero le tracce per dieci minuti. Ma parliamo d’altro. Lo sapete che gli echidna sono in grado di rigenerare gli arti perduti da altri animali? No? E infatti non è vero. Il che non impedisce di saperlo. A questo proposito, dovete sapere che in tempi non sospetti l’Orso Ciccione, meditando su un barattolo di miele, si rivolse alle orde schiumanti di fumettari e con voce tonante disse: “Un’altra birra, oste della malora.” E poi aggiunse: “Ma perché non facciamo una bella collaborazione fumettistica di alto livello (risate) tra affermati professionisti del settore, dove ognuno disegna le storie di un altro in una catena di Amore & Fratellanza e tutti vivono in letizia e armonia e il leone se ne va a dormire a casa sua per una volta, che noi ci saremmo anche un po’ stufati, e io non sono razzista, ma che se ne torni da dove è venuto una volta tanto, eh?”. E le orde dissero: “Yo, fratello!” e si dedicarono all’allevamento di begonie da corsa, con risultati peraltro scarsi. Ma noi, che siamo tonti, ci abbiamo creduto e abbiamo composto un’opra eccelsa e dai profondi risvolti sociali che poi abbiamo perso in un naufragio al largo delle coste della Normandia. Salvati da un vecchio pescatore, vivemmo per alcuni mesi la semplice vita dei rudi uomini del nord, imparando a catturare i tonni a mani nude e a ricamare all’uncinetto. Il Sacro Fuoco dell’Arte però si ridestò in noi, strappandoci a questa vita bucolica e insensata, e creammo un complesso meccanismo capace di muovere grandi quantità di tonni attraverso lo stretto di Gibilterra con un semplice movimento delle dita e lo chiamammo Nortonnotron. Ma quando ci rendemmo conto che era palindromo perdemmo il lume della ragione, e mentre la pazzia scendeva su di noi iniziammo a vagare per le desolate lande normanne recitando lunghi salmi oscuri (noti come i Neri Salmoni di Normandia). Ecco. Ancora oggi ricordare quei momenti ci riempie di itterizia e angostura (e tonno), ma non ci perdiamo d’animo, grazie agli insegnamenti di quel santo fraticello orbo e zoppo e gobbo e tisico che ci riportò sulla retta via a suon di mestolate nella nuca. Durante la convalescenza, abbiamo scritto molte opere filosofiche e teosofiche, alcune in latino, altre in greco e altre ancora in bergamasco, per sviare i nostri numerosi nemici. Ma basta parlare di noi. Parliamo di Plünk, poliedrico artista normanno, noto in tutto il mondo per aver inventato quei cosini lì che si mettono su quelle cose… quelli che non si riescono mai ad aprire, dai, avete capito… quelli lì insomma. E ci ha fatto anche un sacco di soldi, coi quali si è comprato i puntini da mettere sulla u (cioè ü) e una bicicletta rossa, con cui lasciare per sempre la Normandia e migrare a sud. Abbiamo conosciuto Plünk in un malfamato bar della Tortuga, dove stavamo indagando su un traffico illecito di tonni di ceramica, mossi in grande quantità dal complesso meccanismo Tonn-O-Matic, sinistramente simile alla nostra palindroma creatura. Il brevetto infatti ci era stato rubato dal nostro arci-nemico, Pellegrino Artusi, il quale, sfuggito alla morte con il potere del voodoo, voleva sottomettere il mondo intero con il suo esercito di tonni meccanici.
…
…
Ok. Seriamente. Questa è una collaborazione tra noi e Plünk. Noi gli abbiamo scritto una mail e lui ha fatto tutto il lavoro, mentre ce ne stavano a grattarci la pancia. Ci piacerebbe collaborare ancora in futuro, una volta sconfitto definitivamente l’Artusi e riportata la pace nel mondo. Buona lettura.
Logerfothep contro Machiste nella Valle dei Templi di Marzapane
Testi: Squadra Cazzate
Disegni: Plünk
Condividi questa opera dell'ingegno umano!