«Eccellenza, datemi retta,» disse il Cavaliere Nero, «salvatevi almeno voi! Prendete con voi Ettore, e fuggite da questo luogo desolato!»
«Giammai!», rispose il vecchio paladino. «Mai prima d’ora ho abbandonato i miei fedeli nel pericolo, e non intendo cominciare adesso. A parte questo cialtrone,» aggiunse, indicando il piccolo stregone. «Già, è sempre colpa mia, vero?». «In effetti, sì,» puntualizzò il Cavaliere Nero. «Siete stato voi a sbagliare l’incantesimo.»
«E a perdere la bussola e il sestante,» aggiunse il Paladino.
«E a offendere gli spettri,» concluse Ettore.
«Dannati spettri.» disse il mago. «Ora ci tocca stare qui fuori al freddo mentre lì sotto si danno alla pazza gioia.»
Per un attimo rimasero in silenzio, ad ascoltare i rumori della baldoria sottostante.
«Bah,» disse il Paladino. «Animo, miei prodi! Non può sempre andare tutto storto. Ho la sensazione che ben presto la fortuna girerà dalla nostra parte!»
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Scusa l’intrusione.