Il recente arrivo in Italia del Dalai Lama, e il fatto che nessun rappresentante politico e religioso sembra aver intenzione di filarselo anche solo un pochettino, mi ha fatto tornare in mente – chissà perchè – questo vetusto numero 745 di Urania, pubblicato nell’ormai dimenticato 1978. Si tratta di una collezione di racconti di vari autori, dei quali ce ne frega poco o nulla, diciamolo, sebbene ci sia anche Asimov, perchè quello che ci preme è quello che dà il titolo alla raccolta: “il Dilemma di Benedetto XVI”. Ora, se molta gente, il giorno della nomina di Ratzinger a Sommo Pontefice ha provato un vago brivido di inquietudine immaginando (ma solo immaginando, eh?) la svolta oltranzista che la Chiesa avrebbe potuto (ma solo potuto, eh?) intraprendere, molti appassionati di SF, alla notizia che proprio Ratzinger era stato nominato Papa e proprio col nome di Benedetto XVI devono essersi esibiti in gesti scaramantici tipo corna e toccate di sacri ammennicoli degni di cause migliori. Si, perchè in questo racconto il Papa è a capo di una chiesa intransigente e severa e soprattutto dotata di armi atomiche. Proprio per evitare che il Vaticano scateni una catastrofe mondiale, dichiarando guerra allo stato nazista di Anderstraad, il dottor Steinmann, psichiatra, viene invitato ad eseguire una serie di esami sul cervello dell’anziano Pontefice per rispondere a questa domanda: Benedetto XVI è sano di mente? Ma nel passato di Steinmann si nascondono tragici segreti che lo legano a doppio filo proprio al regime di Anderstraad: perchè è stato scelto proprio lui? Sarà in grado di mostrarsi imparziale, o dietro alla sua scelta c’è un secondo fine? Trent’anni fa questo racconto era soltanto uno di quei tanti racconti di SF che si ispiravano alla Chiesa Cattolica più che altro come esotica ambientazione, tipo “Buone Notizie dal Vaticano”, in cui viene eletto un Papa robot (!)… oggi questo racconto assume tutta un’altra colorazione, che immagino al suo autore, Herbie Brennan, non sarebbe mai passata per la testa. Fa sorridere la nota in quarta di copertina, che recita “nel 1978 crediamo di poterlo presentare senza il rischio di offendere minimamente nessuno”. Ho come l’impressione che i tempi siano un po’ cambiati. Oggi Ruini e Bagnasco raderebbero al suolo la redazione di Urania a colpi di kick-boxing. Eh si, la realtà supera sempre la fantasia. E con questa perla di saggezza degna dell’Asceta Balsamico, vi saluto.
PS: gli altri racconti sono più o meno innocui. Ce n’è uno di Asimov, sui Vedovi Neri se non ricordo male, uno sui viaggi nel tempo e così via. Bello “Il Posto senza Nome”, di Raylin Moore.
PPS: “Il Dilemma” eccetera è postato per intero qui. Così potete leggervelo anche voi.
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