Nel 1941 lo svedese Einar Petterson-Skämtkvist scopre l’esistenza di un piccolo paradiso terrestre: l’arcipelago di Aiaiai. Isolato dal resto del mondo, questo piccolo agglomerato di isolette si rivela un’autentica miniera d’oro per naturalisti, biologi e zoologi di ogni nazione: qui prospera, infatti, un ordine di Mammiferi finora sconosciuto – quello dei Rinogradi. I Rinogradi, come il nome lascia intendere, sono caratterizzati dall’enorme sviluppo del naso, un po’ come la proboscide degli elefanti, ma con molte più variazioni. Vi sono Rinogradi il cui naso è come una molla, che permette loro di spostarsi a grandi balzi; altri hanno nasi tentacolati e prensili, come il terribile Tyrannonasus Imperator; ma ci sono anche Rinogradi semi-parassiti il cui corpo è atrofizzato, lasciando solo un enorme naso galleggiante sulla superficie delle paludi; o Rinogradi musicisti dagli enormi nasi a flauto, e così via, in un delirio zoologico che avrebbe fatto impazzire Darwin. Scienziati e studiosi giungono a frotte, fondano istituti e basi di osservazione: questa è una scoperta scientifica senza eguali. Purtroppo, però, nel 1957, un errore nell’esecuzione di un test nucleare causa un disastroso maremoto che cancella dalla faccia della terra l’arcipelago di Aiaiai, i Rinogradi e tutta la comunità rinogradologica mondiale, ivi riunita per un congresso. Si salva solo un manoscritto, opera di Harald Stümpke, che qui si ripropone. Fortunatamente, però, nessuno si è fatto veramente male, in questa catastrofe nucleare: si, perchè il felice arcipelago, i Rinogradi e tutti gli scienziati menzionati non esistono. Si tratta di un elaborato scherzo, di un esercizio di fantasia, un po’ sulla falsariga del “Proprietà Endocroniche della Tiotimolina Resublimata” di Isaac Asimov o di “Vuoto Assoluto” di Stanislaw Lem. Il testo, infatti, ha la perfetta forma e il linguaggio tipico di uno studio scientifico, con tabelle, nomi latini, illustazioni anatomiche e comparative – solamente, di animali inesistenti. Una piccola imperfezione che non guasta comunque la lettura – e chissà che un giorno l’ingegneria genetica non ci dia dei piccoli Rinogradi saltellanti per tenere compagnia al nostro cane o al nostro gatto. Il volume è completato da un gruppetto di scritti di autori italiani, Stefano Benni, Giorgio Celli ed altri, sull’aspetto fantastico della zoologia: dagli animali immaginari dei bestiari medievali, a una sottile ma fondamentale differenza, che molti scienziati dovrebbero sforzarsi di comprendere: quella tra serietà e seriosità.
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Mi immagino Kira con un Rinogrado saltellante per casa… le verrebbe una crisi isterica, come minimo. Oppure si metterebbe a saltellare anche lei e la crisi isterica verrebbe a me.
pensa a Ciro, con un Rinogrado per casa…:)