Allora? Passate bene le vacanze? Divertiti? Rilassati? Pronti per un autunno che si preannuncia carico di minchiate? Bravi. Noi, per non essere da meno e per non venir colti impreparati dalle sfide della globalizzazione, di siamo dedicati a letture sàpide e di grande spessore, come ad esempio l’Eneide (Ha! voi vi aspettavate già qualche cazzata e invece – eeh?). La storia di un soldato non più giovane che fugge dalla patria distrutta con una flotta di navi cariche di profughi. Guidato da presagi e segni mistici, si mette in cerca della terra promessa di cui parlano le profezie; ma potenti, immortali nemici, capaci di mutar d’aspetto, ne ostacolano il cammino. In pratica, Battlestar Galactica. No, a parte gli scherzi, spesso accade che i libri che al liceo ti insegnano a detestare, letti a qualche lvstro (si: lvstro) di distanza si rivelano insospettabilmente piacevoli & interessanti. D’altra parte è lecito chiedersi se Virgilio avesse davvero in mente, come target, dei quindicenni: nel qual caso si potrebbe dire che l’Eneide, coi suoi mostri, le mazzate e la magia, è un romanzo fantasy per young adults – e che la Troisi e la Strazzulla non solo sono eredi di Tolkien, ma a maggior ragione sono eredi di Virgilio (il solo pensiero fa tremar le vene ai polsi). Ed è lecito chiedersi come mai al liceo si ostinano a scassar la minchia (scusate il francesismo) costringendoti a leggere libri che nel 90% dei casi non sei in grado di apprezzare, con tutto quel che ne consegue – disaffezione alla lettura in primis. Ma tant’è.
Invece, con qualche anno in più di esperienza nelle cose del mondo, la prospettiva cambia. E infatti, pur coi suoi alti e bassi (il V Canto – milleduecento versi di feste campestri, corse nei sacchi, regate e moscacieca – è una smarronata biblica; e il finale mazzatemazzatemazzate – morte del cattivo – FINE è da film cinese anni ’70) – si è rivelata assai meglio di quanto ricordassimo. Rispetto alle sue controparti omeriche è molto meno “epica”, meno tracotante e “larger-than-life”, ma forse proprio per questo più avvicinabile; stupisce poi come nel poema per eccellenza di uno dei popoli più scassacazzo e attaccabrighe della storia la guerra sia vista come un bel macello, uno spreco di vite assai poco eroico e molto sporco – o per dirla alla Bill & Ted, “una gran cagata”.
(No, la cosa che stupisce di più è la quantità di tori che questi tizi sacrificavano agli dèi. Migliaia. Per qualunque pinzillàcchera sgozzavano un toro “Che fortuna ho trovato parcheggio proprio davanti a casa” “Vai, sacrifichiamo un toro!” – mah.)
Insomma, per finire, quella che abbiamo qui è una storia di grandi viaggi, di terre lontane, di mostri, di guerre, di amore e di magia. Duemila anni fa si scrivevano già ottimi romanzi fantasy, mentre le minchiate veriste, introspettive e psicologiche, povere di spirito e prive di visione che oggi si considerano letteratura con la elle maiuscola non datano più di qualche decennio. Vorrà pur dire qualcosa.
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per tutti quelli che non avessero visto il film da cui è tratto il graffito c'è wikipedia:
http://it.wikiquote.org/wiki/Brian_di_Nazareth