- Noi, abitanti di un piccolo astro, in un appartato angolo dell’Universo, dovremmo essere le uniche creature sensibili e pensanti, isolate e abbandonate fra una schiera di mondi morti? Se così fosse, a che scopo scruteremmo con giganteschi canocchiali gli abissi del cielo, fabbricheremmo razzi per viaggiare nelle profondità spaziali, mentre l’intero Universo non è altro che un deserto, una solitudine senza principiò ne fine, una sterminata tomba? No, no, questo non può essere!
- «Rosicchiava i mattoni di bort, qui fuori e quando, in fluente swahili, gli ho chiesto cosa volesse, è caduto stecchito.»
«Probabilmente non ha resistito alla tua pronuncia», rise Adam, ispezionando il cadavere. «Non assomiglia a nessuno. Il perfetto sconosciuto. Non aveva documenti?»
«Non l’ho frugato. Mi sono limitato a tirarlo dentro perchè non si vedesse e ho aspettato la vostra gloriosa epifania.»
«Perquisiscilo, Nan. Un rosicchiamattoni potrebbe essere interessante.» Madame Ssss iniziò in silenzio una lugubre ispezione. - Un uomo non può sentirsi veramente libero se non ha un sacco di sottoposti da comandare come vuole. È uno dei grandi paradossi della libertà, scoperto da quei proto-texani che furono i greci antichi, i quali avevano schiavi da bruciare, anche se non credo che li bruciassero, in realtà, prima dei tempi di Nerone, o forse fino alla scoperta della benzina, che ha reso possibile i comitati di linciaggio del Profondo Sud e gli auto-olocausti dei buddisti.
- … il Ripa par da accostarsi, per calibro mentale e tono di cultura, ad uno di quei «professori di Medaglie et d’altre Anticaglie, Antiquarii detti», che un ingegno assai affine, Tomaso Garzoni da Bagnacavallo, elencava, su per giù nell’istesso tempo, nella sua Piazza Universale di tutte le Professioni del Mondo, in cui brulica e si agita, dai «maestri d’abaco» ai «bravazzi», dai «canonici» ai «maestri di cazzafrusti», dai «professori di Hieroglifici», ai «murmuratori», dai «putanieri» ai «zoccolari», un censimento mai più imitato, per congestione e colore, dell’umano adoprarsi e affaccendarsi di un’intera età.
- Un giorno, mentre attraversava in auto la Svizzera, Alfred Hitchcock, il grande cineasta maestro nell’arte della paura, indicò fuori del finestrino e disse: «Questa è la scena più spaventosa che abbia mai visto». Si riferiva a un prete che, parlando con un bambino, gli teneva una mano sulla spalla. Hitchcock sporse fuori la testa e gridò: «Corri, bambino! Corri, se vuoi salvarti la vita!».
- «Buon uomo», dissi, quando si fu avvicinato con la sua matita e il suo blocco degli ordini, «stasera desidero ubriacarmi, e suppongo che lei ne sappia qualcosa di liquori che ubriacano.»
«Si, signore», disse il cameriere.
«Diglielo, Henry» disse mia moglie, «che desideriamo anche qualcosa da mangiare, ma poiché il nostro scopo principale è assicurarci delle bevande alcoliche, desideriamo essere molto meticolosi in proposito.»
«Ha sentito cos’ha detto la signora?» dissi al cameriere. «Lei opererà di conseguenza.»
«Si, signore», rispose il cameriere con cortesia. «Anche la signora desidera ubriacarsi?»
«Santo cielo, no!» esclamò mia moglie.
«Certamente, no» annuì il cameriere.Citazioni tratte da: Desiderius Papp, Chi vive sulle Stelle? (Bompiani, 1943); A. Bester & R. Zelazny, Psiconegozio; F. Leiber, Circumluna chiama Texas; P. Buscaroli, introduzione all’Iconologia di Cesare Ripa; R. Dawkins, L’Illusione di Dio; E. P. Butler, L’Esperimento del Girocappello.
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Ho avuto modo di mettere le mani ad un prezzo risibile su “Avvenire e fine del mondo” e “Chi vive sulle stelle?” del visionario Desiserius Papp. Versione ’34. Mi getterò al più presto nella lettura.