Ancora frastornati dall’ascolto di obZen, l’ultimo album dei Meshuggah, segnaliamo al lettore curioso & avveduto (qualunque cosa voglia dire) l’esistenza di Jamendo, un sito assai cospicuo dove chiunque può caricare e scaricare musica libera da diritti d’autore o regolamentata dai vari sottotipi di Creative Commons e simili facezie. Il sito contiene diverse migliaia di album e singoli, dal rock al punk al jazz al rumore più inascoltabile. Vedete un po’ voi.
Leggiamo sul Corriere di oggi che secondo lo stimatissimo Benny 16, “Giovanni Paolo II aveva qualità soprannaturali“; ecco dunque spiegata la foto qui accanto, che ritrae l’anziano supereroe mentre utilizza la sua vista a raggi X. Resta tuttavia una domanda: da dove venivano i suoi poteri? Era stato forse morso da un papa radioattivo? Non teneteci all’oscuro.
Questi uomini-pipistrello abitavano in una terra di troneggianti piramidi di zaffiro, in compagnia di stormi di colombe. Non era infrequente vederli mentre, nei momenti di riposo, mangiavano cetrioli.
L’estate scorsa mi sono recato in pellegrinaggio alla Biblioteca Trivulziana per consultare una copia della Fisiologia dell’Odio, di Paolo Mantegazza, scienziato di grande fama e luminare della medicina ottocentesca – cosa che non gli impedì di intitolare una sezione del suo libro elementi di bestemmiologia e un’altra valore morale e avvenire dell’antropofagia. Che c’entra con Banvard? C’entra, c’entra: perchè il libro in questione era ancora intonso, con le pagine ancora unite. Dal 1889, prima di me, nessuno lo aveva mai letto. E vorrei anche vedere. Comunque la stessa cosa è capitata a Paul Collins, autore di la Follia di Banvard, nel consultare l’edizione delle opere complete di Thomas Dick, astronomo e predicatore cristiano, convinto assertore della presenza di vita intelligente su tutti (no, dico, tutti) i corpi celesti dell’Universo. Ora, Thomas Dick fu famosissimo ai suoi tempi – grazie anche al clamore suscitato dalla scoperta di Urano e da altre faccende, mentre ora chi se lo – ehm – chi ne serba memoria? E il signor Banvard del titolo, John Banvard, fu il pittore più ricco dell’Ottocento, così ricco da farsi costruire un castello in America – che gli abitanti della zona chiamarono “la sua follia”. E ora è totalmente dimenticato, e nessuna delle sue opere è sopravvissuta fino a noi. René-Prosper Blondlot scoprì i Raggi N, che fecero impazzire la comunità scientifica internazionale finchè non ci si rese conto che era una cazzata. Comunque, lo avrete già capito, in questo libro il signor Collins ci racconta tredici storie di personaggi che godettero di fama, onori e ricchezze (o almeno due di queste tre cose) e che ora nessuno più ricorda. Alcune di queste storie sono incredibili, da film o da romanzo: George Psalmanazar, nativo di Formosa, fu rapito dai Gesuiti e portato in Europa, dove divenne una celebrità e scrisse numerosi libri sulla vita e i costumi della sua isola. Che in realtà era probabilmente l’Irlanda – e visto che nessuno era mai stato a Formosa, nessuno se la sentì mai di contraddirlo. Robert Coates fu un attore di incredibile successo, grazie alla sua totale incapacità di recitare e alla sua altrettanto completa incapacità di rendersene conto; ma la gente faceva la fila per tirargli gatti morti e verdura assortita. E William Ireland fu probabilmente, e suo malgrado, il più grande falsario shakespeariano di tutti i tempi. E dunque? Quale insegnamento ne traiamo? Che la fama non la decidono i posteri ma i contemporanei? O viceversa? O che siamo noi gli artefici tanto del nostro successo quanto della nostra caduta? O che la gente crede a qualunque minchiata purchè detta con sufficiente sicumera? Non lo so, e francamente preferisco lasciare la questione a chiunque se ne voglia occupare. Resta il fatto che una persona capace di realizzare la prima galleria della metropolitana di New York – con treno e tutto, beninteso – facendola passare praticamente sotto al Municipio all’insaputa del Sindaco; una persona che dedica la sua vita alla costruzione di una lingua universale che combina parole, musica, segni, colori e gesti, creando un meraviglioso universo sinestetico; un falsario capace di scrivere il manoscritto originale di una perduta opera dell’immortale bardo, il Vortigern, che fu poi persino messa in scena… insomma, eccoli qui i miei eroi, i miei miti, i miei compagni di merende, il pantheon, assieme a Lombroso, a Pujol, a Kircher, dell’Olimpo dei Cazzari: “Non c’è posto per loro in questo mondo migliore. Ma alziamo i calici a tutti questi bombaroli, a tutti questi bastardi, anche i più sgradevoli e imperdonabili. Beviamo alla loro salute, perchè non li incontreremo più.” – e mille punti a chi coglie la citazione.
PS: Fra parentesi, la lingua universale di cui sopra, il Solresol – ovviamente ci sono degli sconvolti che la parlano (o suonano, o cose così). Ecco Romeo e Giulietta in Solresol:
Il cane di Frate Cazzaro Ultimamente mi sentivo un po’ solo e trascurato, ma ciò non mi ha impedito di andare tutti i giorni a predicare la santa Parola del Signore a tutti i giovani debosciati, senza Dio e peccatori della città. Mi ascoltano forse? No, preferiscono passare il tempo a folleggiare, invece di pentirsi e prostrarsi e inginocchiarsi sui ceci e per questo bruceranno all’inferno per tutta l’eternità! Per cui ho deciso di rivolgere la mia parola a qualcuno che ascolta e si comporta ammodino e mi sono comprato un ciuauauauaua, sì insomma quella bestia lì che pare un topo. E l’ho chiamato Asfenazio, perché fa sempre cazzate. Ma d’altronde da una bestia senz’anima e col cervello grande come una ghianda che altro ci si può aspettare? Ecco.
Turbe raccogliticce: pericolo o minaccia? Alle soglie del Nuove Millenio nessuno è più al sicuro. Una nube minacciosa, una congrega di mentecatti, uno stormo di minchioni, si appresta a razziare la civiltà occidentale. Chi ci difenderà dalla furia omicida delle turbe raccogliticce? E’ forse la fine della nostra millenaria civiltà? Scopritelo su Cazzate Channel! Prossimamente in tutti i Centri di Igiene Mentale.
Le Babbucce di Zinco Romanzo in 2648 capitoli di 11 parole ciascuna – cap. 13 – L’intervento della forza pubblica salvò zia Clotilde dalla furia dei criceti.
E poi gli ho detto… “Il nome del primo ministro tailandese è Suwat Lippatapallob. Forse.”
La schiavitù della Blatta Parlante, incatenata a una ruota di ghisa di sei metri di diametro esposta nella piazza principale di Bratislava, è meno traumatica del previsto, grazie agli spuntini generosamente offerti dai turisti americani ciccioni… ciccioni ciccioni ciccioni! Ha ha!
L’angolo della musica gggiovane L’ultima hit del giovane emergente Ludwig van Beethoven – Concerto per pianoforte a Wembley – è una struggente ballata metropolitana per campane tibetane e yak accompagnata dalle soavi voci di Winston Churchill e Mario Lanza.
Il Santo del mese.
L’Omino di S. Pepato: prodigiosa creazione alchemica dell’ottuso S. Pepato, che nel tentativo di creare un omuncolo di tutto rispetto se ne è uscito con questo sgorbio allo zenzero e acciughe altamente immangiabile. Il povero Omino, sbeffeggiato da tutti gli altri Omuncoli alla Scuola per Creature Senz’Anima di Teguci-Talpa, dedicò il resto della sua esistenza a tormentare S. Pepato, seguendolo ovunque e cercando di spingerlo in mezzo alla strada alla prima occasione.
Ordini dall’alto
Io insorgerò contro di loro – parola del Signore degli eserciti – sterminerò il nome di Babilonia e il resto; la prole e la stirpe – oracolo del Signore -. Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la SCOPA DELLA DISTRVZIONE – oracolo del Signore degli eserciti.
La soglia della casa in cui il sottoscritto si trova ad abitare presenta curiose analogie con l'”orizzonte degli eventi” della terminologia astronomica. Come la superficie di un buco nero, infatti, qualunque cosa l’attraversi non ne esce più. Ora, se da un lato questo fatto conduce ad alcune considerazioni assai interessanti sulla psicopatologia della vita quotidiana (considerazioni ben più adatte ad altra sede, tipo davanti a una o più pinte di birra), dall’altro permette, a chi cerca abbastanza a lungo, di trovare ogni sorta di cimeli, antichità e oggetti strani: giornali dell’epoca dell’Impero; suppellettili d’incerta forma e significato; gingilli d’argento ormai irriconoscibili; un porta reliquie con un frammento del saio di chissà chi; e soprattutto, libri. Come ad esempio questo voluminoso manuale del ciclista, pubblicato nel 1910 dalla Hoepli, che allora si fregiava del titolo di “Editore-Libraio della Real Casa” (anche se, viste le fattezze degli attuali membri della Real Casa, vien da pensare che col lavoro del loro editore-libraio non abbiano mai avuto grande dimestichezza). E’ un volume di tre o quattrocento pagine, in pessimo stato, peraltro – anche se la totale assenza di rilegatura ha permesso di scansirne alcune pagine. La parte tecnica è notevole, con la descrizione fin nei più minuti dettagli di tutti le parti che compongono una bicicletta; ma il bello di questo manuale è tutto il resto. Si parte con un excursus storico, ovvero gli antenati della bicicletta: draisine, celeriferi e tutti quei bizzarri marchingegni, tipo il triciclo con cui il gesuita Ricius “avrebbe discesa la riva del Gange, da Chin-chiang-fu a Checkiang-ham-tcheu, a cavalcioni di un apparecchio da lui inventato composto di tre ruote ineguali complicate con leve e barre”; oppure l’incredibile pedocaedro, che poteva portare due persone “pur che fossero di identico peso”. Segue poi una sezione sul ciclista moderno – moderno nel 1910 – con l’elenco dei requisiti fisici e morali necessari, dell’equipaggiamento, e il “codice” di comportamento del ciclista: perchè si sa, “dall’alto del suo ordigno il ciclista ha sempre un po’ l’aria di sentirsi re”. Dopotutto non era lontano il tempo in cui il ciclista “era considerato un ribelle alle leggi dell’equilibrio – anche dal punto di vista sociale – ; come un nemico alla incolumità individuale – anche e soprattutto in senso traslato – ; come un temerario sovvertitore della pubblica quiete”. Passiamo poi alla parte relativa alla salute, con tutti i benefici dello sport (ma anche i rischi: “in America non sono infrequenti i casi di pazzia fra i partecipanti alle corse la cui durata supera i limiti del più elementare buon senso”); poi “Il ciclismo e la donna”, dove si discute se questa nobile pratica sia adatta o meno al gentil sesso (capitolo che si chiude con questo lirico appello: “Solo per questa altissima funzione civile e morale, ben venga dunque anche fra noi in onore il ciclismo femminile, come non fu mai e come forse ancora non è concesso sperare”). I capitoli successivi – il codice della strada, l’uso delle carte geografiche, il Touring Club – proseguono sullo stesso stile, fra citazioni latine e appelli al progresso dei popoli. A questo punto il vero fuffologo ha quasi le lacrime agli occhi di fronte a tanta bellezza: ma è il penultimo capitolo il vero capolavoro. Seriamente. No, dico, questa è arte. Fra l’altro, il vero fuffologo, di fronte a un incipit del genere, sa perfettamente che ci deve essere implicato almeno un tedesco. E infatti, proseguendo nella lettura, incontriamo la straordinaria e tragica figura di Otto Lilienthal, pioniere del volo pedalato, un tizio che aveva iniziato legandosi ali posticce alle braccia e buttandosi giù dalle colline. Lilienthal morì il 9 agosto 1897, schiantandosi insieme al suo apparecchio. Chissà cosa sarebbe successo, se fosse sopravvissuto. L’Europa era in fermento, e di lì a poco sarebbe scoppiata la Grande Guerra. Forse, grazie alle scoperte di Otto Lilienthal, avremmo visto stormi di ciclisti coi baffoni e l’elmetto a punta valicare le Alpi pedalando come forsennati. L’intera storia d’Europa sarebbe stata diversa. Già.
Ecco cosa si ottiene unendo la nobile arte della composizione musicale a quella ancor più nobile della ricerca di mercato: la Canzone Perfetta, la Canzone Che Piace A Tutti. Capovolgendo i risultati, invece, si ottiene la Canzone Orrenda per eccellenza, la Canzone Che Non Piace A Nessuno (o quasi: secondo il sondaggio ci sono almeno 200 persone su tutto il pianeta a cui potrebbe piacere). Dave Soldier ha composto queste due opere basandosi su sondaggi e questionari pubblicati sul suo sito: i risultati sono notevoli. La Canzone Perfetta è un rilassante pop degno di MTV; la sua antitesi è un “coso” di 25 minuti, cantata da un soprano e da un coro di bambini (stonati), con zampogna, organo a canne, banjo e rumori assortiti. Ah, dimenticavo: parla di Natale e di cowboy. Naturalmente io faccio parte dei 200 di cui sopra. Potete ascoltare i due brani su UbuWeb Sound, un sito di musica sperimentale e poesia, roba tipo: “Numero otto – burrp! – Numero otto – burrp! – Numero otto – burrp!….“(per chi coglie la citazione), oppure qui:
Fra parentesi, Komar & Melamid sono due artisti russi che hanno utilizzato lo stesso metodo dei sondaggi per realizzare una serie di dipinti. Qui, nel caso vi interessi, potete ammirare i risultati: per la cronaca, i finlandesi amano i quadri con le alci, e gli italiani, decisamente, non apprezzano Elvis e i Power Rangers.
Oggi è il giorno della Resurrezione, e secondo una tradizione ormai bimillenaria, si festeggia il nome più famoso nel lunghissimo elenco di personaggi immaginari che proprio non ne vogliono sapere di rimanere chiusi in una bara (assieme a Superman e Freddie Krueger). Per cui oggi festeggiate il Giorno degli Zombie! Recatevi con passo strascicato e bava alla bocca a salutare amici e parenti, e scambiatevi in dono le uova di cioccolato che simboleggiano i cervelli di cui gli zombie vanno pazzi! E poi tutti a casa a vedere un bel film di Romero! Huzzah! Huzzah!
In principio era il Verbo, e il Verbo era “Arrrrrrgh!” (Piratico, 13, 7)
Zak, il cui unico fugace incontro con gli sbirri era dovuto a una troppo entusiastica applicazione del piede sull’acceleratore, ma le cui infrazioni criminali, accuratamente sommate, avrebbero potuto procurargli un milione d’anni di galera, aveva la faccia di chi ha appena inghiottito un cormorano intero, non cotto e neanche spennato.
La gente ha difficoltà a credere che Tomas Edison fosse matto. Offro come prova il seguente passaggio sulla memoria umana tratto dal suo diario: “Non siamo noi a ricordare. Lo fanno per noi un gruppo di fate. Vivono in quella parte del cervello che è conosciuta come area di Broca (…). Può darsi che ci siano dodici o quindici squadre che si danno il cambio e lavorano in turni differenti come operai nelle fabbriche (…). Per questo mi sembra probabile che ricordare una cosa voglia dire andare a toccare proprio quella squadra che era in servizio quando la medesima cosa è stata registrata”.
Modo semplicissimo per distruggere una città. Si aspetta, nascosti nel prato, che una grande nube cumuliforme si posizioni sulla città aborrita. A quel punto si scocca la freccia pietrificante, la nube si trasforma in marmo, e il resto non merita commenti.
Il bello della forza bruta è che funziona. La forza bruta soffre di una cattiva reputazione sulla stampa, perchè gli uomini che hanno a che fare con la stampa non sono molto capaci di farne uso. Certo, la retorica ha i suoi meriti, e forse la mia impresa sarebbe stata più degna di nota se fossi riuscito a convincerlo a parole dell’insensatezza del suo atteggiamento belligerante, ma ci sarebbe voluto un sacco di tempo e in più avremmo bloccato il traffico.
Il mio buon padre, richiamandosi all’ordinamento giudiziario americano, si dice abbia querelato il Signore Iddio a causa della grande siccità, il grano bruciato e così via. Vinse il processo di primo grado per assenza della controparte. Il dibattimento del processo di secondo grado–
E così nella sala degli acquarelli del museo d’arte contemporanea di Bolzano, Vittorio Regina Malvagia si apprestava a citofonare al nome Svensson. Se 10 anni fa vi avessero detto che avreste letto una cosa del genere ci avreste creduto?
… deploro i contributi della Medicina moderna alla terminologia medica. Al posto della scrofola e dell’idropisia di un tempo, abbiamo oggi la tachiaritmia sopraventricolare e la nevralgia glossofaringale. Sono scomparsi il flemmone, il cimurro e il farcino, nonchè le granulazioni esuberanti e il rammollimento cerebrale. Addio impetigine e febbre convulsiva. Perfino i rimedi avevano un che di evocativo. Il Merck Manual del 1899 menzionava “un bicchiere di acqua di Karlsbad sorseggiato caldo mentre vi vestite” come rimedio alla stitichezza, e l’affascinante, benchè enigmatico, “trasferimento nell’entroterra” contro l’insonnia.
Immagino che prima o poi tutti ci si sia trovati a gestire un bordello ad Amsterdam senza abbastanza esperienza.
Mentre te ne stai comodo nella tua stanza, nel mondo accade un’incredibile quantità di cose orribili. Autobus che si ribaltano. Aerei che si schiantano. Tigri radioattive affamate di carne umana che esplodono negli asili nido.
Hui-zi disse a Zhuang-zi: “Le vostre parole sono inutili”. Zhuang-zi rispose:”Per conoscere ciò che è utile bisogna sapere ciò che è inutile. Benchè la terra sia immensa, ciò che è utile all’uomo è un posto dove posare i piedi. Se si scavasse fino alle Sorgenti Gialle, la terra sarebbe ancora utile?”. “No, certo”, disse Hui-zi “Allora”, disse Zhuang-zi, “è chiaro che l’inutile è utile”.
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(Citazioni tratte da: B. Henderson:Il Libro Sacro del Prodigioso Spaghetto Volante; T. Fischer: La Gang del Pensiero, ovvero la Zetetica e l’arte della rapina in banca; J. Cortàzar: Il Giro del Giorno in Ottanta Mondi; M. Roach: Stecchiti, le vite curiose dei cadaveri; P. Esterhazy: Harmonia Caelestis; Squadra Cazzate: Le Fiabe Impopolari del Fungo Sospetto; D. Diclaudio: Io sono paranoico, guida tascabile ai tremendi disturbi mentali che già senti di avere; Zhuang-Zi.)