Il CERN e la distruzione dell’Universo

scienze-veritaocazzate

ovvero di come ho imparato a costruire un acceleratore di particelle di 27000 km di diametro e ad amare il buco nero che ne risulterà nei prossimi mesi e magari inghiottirà la terra

Intervistatore: Abbiamo qui con noi in studio il dottor Frate Cazzaro. Oggi parleremo dell’ultimo esperimento del CERN e dei suoi effetti sull’universo conosciuto. Padre, qual è la sua posizione a riguardo?
Frate Cazzaro: E me lo chiede anche! Sono inorridito, esterrefatto e basito di fronte all’arroganza di questi cosiddetti scienziati senza Dio, senza morale e senza ritegno, che in nome di un sopravvalutato mito della conoscenza sono pronti a mettere a repentaglio il futuro dell’umanità senza il minimo rispetto per l’umanità! Ho già detto umanità? E adesso lo ripeto! Orrore, io dico: orrore!

I: Dica, dica.
F. C.: Orrore!… dov’ero rimasto? Posso avere un bicchier d’acqua? No, eh? Orrore! Comunque. Questo completo dispregio delle più elementari norme della convivenza civile, questa mancanza di riguardo verso la comune morale umana, non può che condurre alla fine di tutto l’universo conosciuto! Orrore, io dico: orrore! Possiamo forse stupirci di fronte alla creazione di un vorace buco nero, pronto a divorare il nostro mondo dannato e immorale, quando siamo così pronti a calpestare la legge divina per il nostro insulso sollazzo?

I: … no?
F. C.: Orrore, io dico: orrore! Il cielo si aprirà e il carro divino della distruzione dalle ruote di ghisa fiammeggianti scenderà sui giusti e sugli ingiusti e il Giudizio del Signore scenderà su di noi!

I: Ha già detto scenderà.
F. C.: Quando?

I: Prima.
F. C.: Ah. … Orrore, io dico: orrore!

I: Ha già detto anche questo.
F. C.: E allora? Vuole forse censurare la parola di Dio? Eh? Eretico infedele! Scommetto che lei appoggia gli esperimenti immorali di questi scienziati senzadio, che vanno contro natura, ignorando i dettami del Santo Padre e rovinando così tante brave famiglie! La famiglia è sacra, è la base della nostra società e solo l’unione di un uomo e di una donna nel santo vincolo del matrimonio può garantire la stabilità del nostro civile consorzio, senza la quale sprofonderemo negli abissi del paganesimo e del buco nero che minaccia di inghiottire la terra! Orrore, io dico –

I: Già detto.
F. C.: Ah. In ogni caso, siamo ancora in tempo a fermare questi licenziosi libertini e impedire che i soldi dei contribuenti vadano sprecati in orge e baccanali!

I: Scusi, ma esattamente di cosa sta parlando?
F. C.: Di quel maledetto busone di Higgs!

I: … bosone.
F. C.: Eh?

I: Bosone. Con la O. Lei sa cos’è un bosone vero?
F. C.: Ma certo! … è una specie di criceto, vero? Ma più grosso. E con le zanne. Da piccolo ne avevo uno.

I: Se ne vada.
F. C.: Vabbè, non è mica il caso di arrabbiarsi. Tutti possono sbagliare ogni tanto. Tranne il Papa. E Dio. E…

I: Ok, basta così. La trasmissione è interrotta per motivi di manifesta stupidità. Qui è Vigo il Carpatico, da Radio Varsavia Libera, che vi saluta e vi augura una buona serata.

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Una rappresentazione superstiziosamente precisa delle inevitabili conseguenze degli esperimenti condotti al CERN, come illustrate dal dottor F. Cazzaro. La semplice constatazione di come la Terra venga giornalmente bombardata da particelle (presenti nei raggi cosmici) ben più energetiche di quelle accelerate nel LHC del CERN non impedisce minimamente al santo fraticello di profetizzare la fine del mondo come causata da esperimenti scientifici perfettamente innocui. Fedele al suo nome, Frate Cazzaro è pronto a ignorare la più piccola briciola di logica per portare avanti la causa delle cazzate in ogni angolo del globo! Siamo pertanto fieri di appoggiare la sua crociata e di mettere in guardia l'umanità di fronte ai pericoli della scienza e della razionalità: è evidente come il risultato di questi esperimenti cosiddetti scientifici non possa essere altro che la creazione di un buco nero che crescerà nascosto all'interno della Terra, pronto a distruggere il nostro pianeta fra quattro anni, per la gioia dei Maya di tutto il mondo.


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Arcipelago Gulag

«Ecco che mi hanno già messo con la faccia al muro e mi chiedono: – Cognome, nome, patronimico,? Anno di nascita?… – Il cognome? Sono il Pellegrino Interstellare! Il mio corpo è stato stretto nelle loro bende, ma la mia anima non è dominata da loro!»

Non è difficile pensare che un libro come “Arcipelago Gulag”, ai tempi della sua (fortunosa) uscita, debba aver scatenato più di un commento, non tanto nella sua terra d’origine, che dell’argomento ne sapeva ahimè fin troppo, quanto soprattutto dalle nostre parti. L’idea che l’URSS non fosse proprio il paradiso dei lavoratori deve aver spiazzato parecchia gente, così come l’amara constatazione che l’espressione “dittatura del proletariato” ponesse l’accento più sulla dittatura che sul proletariato. Opere come queste, poi, oltre che contribuire alla discussione politica, hanno dato il via a tutto quel folto esercito di contabili da massacri, i quali, abaco alla mano, ci fanno sapere di continuo (e con sempre maggiore insistenza) che, allora, Zio Stalin è stato ben più cattivo di Zio Hitler con tipo ottanta milioni di morti o giù di lì sulla coscienza, contro sei – e che il nostro amato dvcie tutto sommato era un bonaccione, magari un po’ irruento, che gli oppositori li mandava al confino e mica nelle foibe. Simili discorsi meritano come unico commento, e siamo sicuri che anche Solženicyn sarebbe stato d’accordo, una sonora pernacchia o meglio ancora una salva di rutti da minestrone, dopo i quali si può procedere, si spera, a discorsi più costruttivi. Insomma, per farla breve, Aleksandr Isaevič Solženicyn esprime, in una lettera (una lettera privata a un amico), delle riserve sull’operato di Stalin. Lo condannano a otto anni di lavori forzati in Siberia e tre di confino, durante i quali raccoglie una mole impressionante di testimonianze, memorie, racconti e frammenti di vita, una parte dei quali andranno a costituire questo “saggio di inchiesta narrativa”. Quella che emerge è l’immagine di un sistema mostruoso, basato sulla paranoia e sulla sopraffazione più brutale – un sistema che, giungendo a considerare reato il semplice fatto di conoscere qualcuno che ha problemi con la giustizia, rende passibile di arresto chiunque, in qualunque momento (sei un criminale? Allora tutti i tuoi conoscenti lo sono. E allora tutti i loro conoscenti sono criminali… i famosi sei gradi di separazione); un sistema su cui sono stati scritti commenti ben più profondi e girati film ben più interessanti e ai quali vi rimandiamo sicuri che apprezzerete. Anche sulla profonda trasformazione che avviene in un uomo quando viene spinto al limite si è detto molto (da Se questo è un uomo a 1984 a V for Vendetta e non vi paia irriverente l’accostamento): quando cioè ci si rende conto di aver perso tutto, persino il nome, tranne la propria integrità – e quella nessuno ce la può togliere se non siamo noi a cederla per primi. Come Winston, il protagonista di 1984: pur di salvare la vita cede al compromesso – ma si accorge ben presto che la vita a cui torna ha perso ogni significato. Chi invece resiste, è trasfigurato, e qui si può fare ogni sorta di cervellotico paragone, da Odino trafitto dalla lancia per nove giorni e nove notti, alla Via Secca degli alchimisti, nel cui crogiuolo si bruciano le scorie della materia liberando l’Oro nascosto. E infatti c’è un che di profetico nelle parole di Solženicyn: la saggezza di un asceta che ha rinunciato – anche se, potendo scegliere, magari ne avrebbe fatto a meno – al mondo: Come far intendere loro – con una folgorazione? Una visione? Un sogno? – fratelli, gente! Perchè vi è stata data la vita? A notte fonda si spalanca la porta di una cella della morte e uomini di anima grande sono trascinati alla fucilazione […] Voi invece, sotto un cielo azzurro, sotto un sole caldo, avete il diritto di disporre del vostro destino, di andare a bere dell’acqua, di di stiracchiarvi, di andare dove volete. […] Volete che vi sciorini davanti, ora, subito, l’essenziale della vita, tutti i suoi enigmi? Non date la caccia all’illusorio, […] fate vostra una continua superiorità nei confronti della vita, non abbiate paura delle sciagure […]. Se non avete la spina dorsale spezzata, se le gambe camminano, gli occhi vedono e le orecchie odono, chi potreste invidiare, e perchè? È un tono diverso da quello di Se questo è un uomo (la cui lettura in effetti risale a qualche annetto fa per cui siate indulgenti se la memoria ci tradisce e diciamo cazzate): il libro di Levi è sommesso, attonito, come una veglia funebre, ancora incredulo di fronte alla catastrofe. Solženicyn, invece, è incazzato come un bufalo, divaga, impreca, accusa, ora sarcastico, ora commosso, ora furioso, e ci ammonisce: Non ti creare degli idoli, perchè nessun uomo è malvagio di per sé, a meno che qualcuno non lo autorizzi a odiare: i malvagi shakespeariani si limitavano a qualche decina di cadaveri: perchè mancavano di ideologia. L’ideologia! È lei che ci offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permetta di di giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri, di ascoltare non rimproveri, non maledizioni, ma lodi. Così gli inquisitori si facevano forti con il cristianesimo, i conquistatori con la glorificazione della patria, i colonizzatori con la civilizzazione, i nazisti con la razza, i giacobini vecchi e nuovi con l’uguaglianza, la fraternità, la felicità delle future generazioni.

Mah. C’è da dire che si finisce quasi con l’invidiare queste persone, che hanno affrontato prove così immense e ne sono uscite a testa alta. Vien da chiedersi: noi, cosa faremmo? Possa non venire mai l’occasione di scoprirlo.


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Il Calendario di Frate Cazzaro – Settembre 2008

0809mese Cent’anni di frate Cazzaro
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, Frate Cazzaro si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il misterioso sentiero delle minchiate. Iracondo era allora un villaggio di venti case di palta e di fango costruito sulla riva della Vistola, fiume dalle acque limacciose che scivolano per un letto di pietre e melma.
0809calendario I Reali Deduttori di Britanniae
Ordine fondato dalla regina Carolina Inbetween (così chiamata perchè il suo regno fu breve tra i regni di altre due che fecero più cose e divennero più famose… succede), è tuttora una delle società di deduzione applicata più attive del regno unito. Vorresti saperne di più? Non puoi (a meno che tu non sia un adepto del culto delle minchiate, cosa che ci pare alquanto improbabile).

La Blatta Parlante
è uscita di casa, finalmente. Pare sia entrata in un bar e abbia ordinato un caffè. Le folle speranzose tirano un sospiro di sollievo.

Le Babbucce di Zinco
Romanzo in 2648 capitoli di 11 parole ciascuna
– cap. 18 –

Saltate le nozze, Rintintinsky decideva di marciare su Parigi coi suoi criceti.

Un breve dialogo edificante sulla forza delle parole come mezzo di persuasione:
Attilio: Mettilo lì.
Zeppone: No.
Attilio (estrae la roncola dal fodero e percuote ripetutamente il cranio di Zeppone): Ho detto, mettilo lì.
Zeppone: (ripone il fonavolo sul comodino): Va bene, va bene.
(silenzio)
Zeppone: Eccheccazzo.

L’Annosa Questione della Rubrica Mancante
Sono passati ormai secoli dall’improvvisa e misteriosa scomparsa della Rubrica sui Cuori Spezzati a Roncolate, tenuta dalla signorina Ugo Sbrusagatti sull’Eco della Brianza-anza-anza-nza.

 

0809semina

Il Santo del mese.

 

S. Crepino e S. Sicario: famigerati santi lapponi, sono noti ai più per il Miracolo delle Melanzane Ripiene, in cui sfamarono tre tizi che passavano di là per caso con 10 quintali di melanzane andate a male. Il processo seguente diventò famoso per l’arringa difensiva dei due santi realizzata con le ombre cinesi sulla parete del bagno dell’autogrill al km. 42 dell’autostrada Milano-Bratislava. Nonostante l’alto valore artistico della loro difesa, vennero condannato a 15 anni di lavori su insistente richiesta. Furono poi riabilitati dal Concilio Melanzano II e santificati da Papa Zongo III lo Sventrapapere.

0809santo Ordini dall’alto

 

Quando dunque questo popolo o un profeta o un sacerdote ti domanderà: “Qual è il peso del messaggio del Signore?”, tu riferirai loro: “Voi siete il peso del Signore! Io vi rigetterò”. Parola del Signore. E il profeta o il sacerdote o il popolo che dica: “Peso del Signore!” io lo punirò nella persona e nella famiglia. Direte l’un l’altro: “Che cosa ha risposto il Signore?” e “Che cosa ha detto il Signore?”. Non farete più menzione di peso del Signore, altrimenti per chiunque la stessa parola sarà cosiderata un peso per avere travisato le parole del Dio vivente, del Signore degli eserciti, nostro Dio. Così dirai al profeta: “Che cosa ti ha risposto il Signore?” e “Che cosa ha detto il Signore?”. Ma se direte “Peso del Signore”, allora così parla il Signore: “Poiché ripetete: Peso del Signore, mentre vi avevo ordinato di non dire più: Peso del Signore, ecco, proprio per questo, io mi caricherò di voi come di un peso e getterò lontano dal mio volto voi e la città che ho dato a voi e ai vostri padri. Vi coprirò di obbrobrio perenne e di confusione perenne, che non sarà mai dimenticata”.

Geremia 23, 33


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