Fvffa Natalizia / 2


Ma non finisce qui! Quali altre meraviglie hanno allietato le vacanze dei nostri eroi? Quali immensi tesori di saggezza hanno illuminato le loro esistenze abiette e miserande? Quali avventurosi esploratori li hanno trasportati in lande misteriose e selvagge ove non vige l’Ecopass? Leggete e lo scoprirete! Ta-dam!

  • La Storia Stupefacente di Octavian Nothing, Traditore della Nazione, Primo Volume: la Festa del Vaiolo. Che già per il titolo un posto sui nostri scaffali se lo era guadagnato. E’ la storia di un bambino nato in Africa, figlio della regina di un remoto regno ormai dimenticato. Erano però altri tempi, e i mercanti di schiavi non si facevano poi molti problemi: così madre e figlio si trovano a vivere, appunto come schiavi, in Massachussets, in una curiosa comunità filosofica, costruita su basi interamente razionali e illuministiche, chiamata il Collegio della Lucidità. Qui scienziati e professori utilizzano numeri al posto dei nomi, si dedicano alla filosofia naturale e, in particolare, a cercar di scoprire se gli Africani siano dotati di intelletto e raziocinio quanto gli Europei. Octavian, così viene battezzato il bambino – e la madre diviene la regina Cassiopeia – viene allevato come soggetto di uno strano esperimento: impara il greco e il latino, la matematica e la musica. Ma un giorno, causa una serie di vicende che lasciamo alla curiosità del lettore – assieme alla scoperta di cosa sia davvero la Festa del Vaiolo – il Collegio perde i suoi mecenati e, cosa più importante, i suoi soldi. Finisce per essere sovvenzionato da un gruppo di rapaci proprietari terrieri – che hanno un preciso interesse: dimostrare scientificamente l’inferiorità dei negri. E nel frattempo, fuori dalle mura del Collegio, scoppia la Guerra di Indipendenza. Raccontato in prima persona da Octavian, che è incline alla malinconia e alla speculazione filosofica, è un diario pieno di macchie di inchiostro, righe cancellate, pagine strappate e dotte citazioni. Una storia strana e crepuscolare, decisamente una piacevole sorpresa.
  • Legame Doppio: un thriller soprannaturale ambientato in un condominio di Milano, metà ai giorni nostri e metà sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Due linee narrative che si spiegano e si dispiegano a vicenda: da una parte la storia di Catia, che scopre un fantasma nel suo pc; dall’altra le vicende di Maurizio e Francesco, che scoprono, tra bombe, razionamenti e leggi razziali, che posto schifoso possa essere il mondo dei “grandi” – il tutto sotto l’occhio pallato dei veri, sinistri, implacabili padroni di Milano: i piccioni. Come ogni opera prima, il romanzo d’esordio di Christian Antonini non è esente da imperfezioni: qualche incertezza di stile (“Leonardo sospettava che Ric temesse che la guerra finisse prima che egli potesse raggiungere l’età per arruolarsi” – quello che Douglas Adams chiamava “dare una grattata della madonna” ) e una lunghezza forse eccessiva. Ma la nostra è tutta invidia: di opere prime così, avercene.
  • The Thackery T. Lambshead’s Pocket Guide To Eccentric & Discredited Diseases (complete with Illuminating Illustrations). Che ci volete fare, gennaio è il Mese dei Titoli Improbabili. Trattasi comunque di un manualetto indispensabile per ogni serio praticante dell’arte di Esculapio: un elenco di malattie improbabili e inverosimili, spiegate e commentate da luminari della più alta classe, come il dott. Alan Moore, il dott. Michael Moorcock, e poi China Mièville, Neil Gaiman, Cory Doctorow, Paul di Filippo e parecchi altri. “… non mi succede mai di leggere la pubblicità di un prodotto medicinale senza essere portato a concludere che soffro proprio di quel malanno, e nella sua forma più virulenta…”: se siete anche voi come J.K. Jerome, lasciate perdere questo libretto: altrimenti potreste ritrovarvi affetti dalla Lordosi Uroboreana, dal Morbo di Fuseli, dal Supplemento di Worsley (il Supplemento di Worsley) o dalla Sindrome di Idemordnis. Un demenziale pastiche postmoderno, corredato da curiosi episodi della vita del dott. Lambshead, adatto ai cultori delle scienze mediche, delle scienze in generale, della fuffa e dell’umorismo malsano. Notevole.

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La Triste Storia di Cricezio, il Piccolo Criceto Smemorato

C’era una volta tanto tempo fa un piccolo, tenero criceto di nome Cricezio. Era un dorato fagottino di pelo, dolce e indifeso, che suscitava amore e glicemia alta in tutti quelli che lo vedevano. Un giorno che se ne andava in giro per il Tetro Bosco dei Monotremi Demoniaci, saltellando gioioso e intonando felici canzoni zuccherose, incontrò la malvagia, acida nonché lievemente indisposta Strega delle Carrube.
“Ciao, Strega delle Carrube. Vuoi essere mia amica?” chiese il piccolo Cricezio.
“Sparisci roditore – rispose la dispeptica Strega delle Carrube – che ci ho le paturnie e sono anche un po’ incazzata.”
“Ma io posso aiutarti! So come fare per renderti felice!”
Con queste parole l’ingenuo Cricezio intonò con la sua vocina stridula il Canto delle Patelle Erranti, un’opera densa di retorica e consigli morali. Era talmente sdolcinato e stucchevole che la crudele Strega delle Carrube rischiò di morire di diabete sul colpo, ma si riprese in tempo per profferire le seguenti parole:
“Ma io ti tronco di legnate, razza di pantegana nana che non sei altro! Tu e la tua insopportabile nenia!”
“Non ti piace la mia canzone? – disse il soffice Cricezio, con occhi sbrilluccicosi e commossi – Non importa, ne conosco altre. Magari preferisci l’Inno ai Coguari Incattiviti della Lapponia. E’ molto commov-” SBLAM!!!!
Colpito da una padellata in pieno musino, il dolce Cricezio si ritrovò catapultato a casa sua, confuso e perplesso.
Ohibò, povero, piccolo Cricezio! Non avrebbe mai dovuto destare l’ira della spietata Strega delle Carrube con la sua flebile voce stridula e melensa: la Magica Padella della Fagiolata della Morte si era ormai stampata in maniera indelebile sul suo cranio, cancellando ogni ricordo della sua breve vita sdolcinata, comprese le innumerevoli canzoni che aveva imparato al campeggio, e sostituendo il tutto con utilissime informazioni sulle abitudini alimentari dei caimani nani dell’Àzzerbaigiàn.
Eppure neanche il mistico potere di un tale artefatto fu sufficiente a stemperare lo stucchevole atteggiamento del nostro prode Cricezio, che decise immantinente di lasciare la sua tenera casetta lillina per avventurarsi di nuovo nel Tetro Bosco dei Monotremi Demoniaci, intonando nenie sdolcinate sulla famosa dieta del popone iniziata da Zurek, il Caimano Solitario di Bazardüzü.
Fu soltanto due giorni dopo, quando il piccolo Cricezio non si presentò alla festa di compleanno della nonna Mandibola, che la sua scomparsa venne infine notata. Le ricerche della polizia non diedero frutto e i poveri roditori affranti piansero a lungo la triste fine del tenero e batuffoloso animaletto, mentre la malvagia Strega delle Carrube gioiva felice della sua nuova pallina antistress pelosa.

Morale:
Questa fiaba vi è stata offerta dai Poponi Zurek! Zurek, il Campione del Popone!
E ricordate: un popone al giorno toglie il criceto di torno! Parola di Zurek!


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Fvffa Natalizia / 1


E anche quest’anno la festa del Sole Invitto è passata; ancora una volta il Sole del Solstizio ha segnato il punto più basso del suo cammino ciclico e la notte più buia ha lasciato il posto a un nuovo anno. La Stella Cometa è passata per la duemillesima e nona volta sulla Terra Santa, lasciando una scia di crateri fumanti, e insomma tutto va come deciso dal Fato. O qualcosa del genere. Noi, nel nostro piccolo, invece, continuiamo a dilettarci di fuffa & amenità varie, ben sapendo che qualunque minchiata possiamo proporvi impallidisce e scompare di fronte alla cruda realtà: come definire, per esempio, questa notizia? O quest‘altra? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto:

  • Uno: la Trilogia di Eisenhorn: Xenos, Malleus, Hereticus. In un futuro lontanissimo, dove la scienza si confonde con la magia e la tecnologia cede il passo alla superstizione, l’Inquisitore Eisenhorn e i suoi fidi compagni combattono eretici, alieni e mutanti nel nome dell’Imperatore-Dio dell’Umanità. Che detto così sembra un po’ una minchiata (fra parentesi, è un fatto curioso ma evidente: sembra esserci una specie di relazione inversa tra la brevità della descrizione di un romanzo di SF o fantasy e quanto sembra una minchiata). Invece questa trilogia di fantasy spaziale si è rivelata una piacevole sorpresa. L’avevamo sentita paragonare ad un improbabile incrocio tra il Ciclo del Nuovo Sole e Neuromante – cosa di per sè già curiosa; a lettura ultimata possiamo dire che di neuromantesco c’è ben poco, e sembra piuttosto un incrocio tra il suddetto Nuovo Sole, il Nome della Rosa e l’Ispettore Callaghan. Un Medioevo futuribile, alieni, battaglie spaziali, mazzate a non finire, oscuri rituali, misteriosi omicidi, intrighi di corte e lotte fratricide – e soprattutto ottimi personaggi (che danno il loro meglio non tanto nelle scene d’azione quanto nei dialoghi, o in quel genere di scene pacate dove, a notte fonda, davanti a una bottiglia di vino o a una scacchiera, o di fronte all’immenso panorama della Galassia, ricordano i tempi passati, parlano del futuro e mostrano che, per quanto tamarri come pochi, sono pur sempre esseri umani. O umanoidi), dicevamo, ottima ambientazione (il favoloso mondo di Warhammer 40000 – ma siamo fin troppo di parte), una certa distaccata ironia, e la convinzione che se fosse un film sarebbe un film di John Carpenter.
  • Due: Il Colbacco. Intanto, in un altro remoto impero di cui la maggior parte degi internauti ha solo vagamente sentito parlare, uno di quei regni misteriosi ed oscuri, come Zimiamvia, l’Altopiano dei Sassafrani, Bubuctor o i Mucchi di Immondizia di Yore – insomma, nella cara vecchia Unione Sovietica degli anni ’70, il non più giovane Efim Rachlin si guadagna da vivere scrivendo patriottici romanzi di avventure, che hanno per protagonisti esploratori, capitani, scienziati; tutti onesti, integerrimi e buoni in maniera quasi imbarazzante. Un giorno gli giunge voce che l’Unione degli Scrittori distribuisce a ciascuno dei suoi membri, in vista dell’inverno, un colbacco. Ma la gioia per l’inatteso regalo dura ben poco: Efim, infatti, si vede consegnare un banale colbacco in pelo di gatto domestico (“Perdoni la mia scarsa competenza: il gatto è considerato migliore o peggiore del coniglio?” – “Credo peggiore – rispose il direttore con aria annoiata – i conigli vanno allevati; i gatti, invece, crescono da soli”), e non di marmotta o coniglio o cervo siberiano. Perchè? Perchè quest’ingiustizia? Scrittori meno dotati, meno prolifici e meno patriottici gli passano davanti coi loro bei colbacchi pregiati e lui deve affrontare l’inverno con un gatto morto in testa? Inizia così la riscossa del compagno Rachlin: una lotta, a dire il vero non molto convinta, che finirà col varcare la Cortina di Ferro e diventare, in occidente, il simbolo del riscatto dal monolitico potere sovietico. Anche se Efim, in fin dei conti, vuole solo un colbacco. Un romanzo breve, veloce e molto divertente: se fosse un film, sarebbe una di quelle commedie di trent’anni fa che poi passano su canali improbabili la domenica pomeriggio. Senza Pippo Franco, però. Anche se Gianfranco D’Angelo ci starebbe bene nel ruolo del vicino di casa paranoico. E anche Renzo Montagn – ma passiamo oltre.
  • Tre: Stecchiti & Censiti. Il titolo non è granchè ma questo excursus sui vari modi, probabili e improbabili, con cui la vita umana giunge al termine è insospettabilmente interessante. Nel Settecento si contavano un centinaio di cause possibili di decesso; oggi sono più di tremila, fra cui i pantaloni larghi (pag. 296), i batteri mangiacarne (pag. 63), il bowling (pag. 72), il gas esilarante (171) e la decenza ci impedisce di citare i più curiosi. Val comunque la pena di citare il caso di un tizio di Seattle che, dopo aver sentito una barzelletta in un bar, rise per 13 ore e poi rese l’anima. Ai medici che tentarono di soccorrerlo riuscì a dire che “era qualcosa su un’antilope e un mollusco”. E noi, giusto per chiudere in bellezza con una meditazione sulla caducità della vita, vi salutiamo con le sagge parole del tenente Drebin: “Un paracadute che non si apre: questo è un bel modo di morire. O restare intrappolato tra gli ingranaggi di una macchina.O un lappone che con un morso ti strappa le palle: è così che me ne voglio andare.”


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Il Calendario di Frate Cazzaro – Gennaio 2009

0901mese

Frate Cazzaro si reca a Molfetta quatto quatto
e preso l’apino alle 6 del mattino il nostro buon frate si immette sulla tangenziale.
Ma perchè mai egli si stia recando così di soppiatto in quel di Molfetta non ci è dato sapere.
Per scoprirlo abbiamo ingaggiato Turro Frangiafelice investigatore privato e flambè.

Flash required

0901calendario Bisonte al Bismuto:
Ingredienti: 100gr. di bismuto, 1 bisonte, un polipo ricciuto e dello zenzero cornuto, un imbuto e un suonator di liuto.
Preparazione: frullare bismuto, bisonte, polipo ricciuto e zenzero cornuto e far bere con l’imbuto al suonator di liuto facendo attenzione a non disturbare l’intessitore di maglioni di basalto.

Dal “Libro delle facezie della luna d’Agosto e altre 101 ricette con gli asparagi” di Jakko Pallopoompuri:
“… e insieme ai suoi amati ramoscelli di salice, compagni di tante avventure, fu capace di bollire il muflone con la sola forza del pensiero.”

Le Babbucce di Zinco
Romanzo in 2648 capitoli di 11 parole ciascuna
– cap. 22 –

“Clotilduccia! Come hai potuto! Il fidanzamento è rotto, restituiscimi i miei regali!”

Rare Omonimie:
Esappo è il nome del noto poeta latino, autore degli immortali versi “e va, che le pecore, nel dì del digiuno, son prone alla cupidigia”. Non in molti però sanno che Esappo era anche una città sulla via della seppia, collocata tra Aleppo e Smammarcanda: “E ci trovammo ad assaporare li dolci frutti della terra d’Esappo, quali susine, nespole e piantagrane.” (Marco Popone).

Dalle “Facezie d’autunno” di Arnaboldo degli Sciiti:
“L’Upupa, signori miei! L’Upupa!”

La Blatta Parlante
si prende una meritata vacanza e parte in crociera per il Mar delle Blatte assieme a Cristopher Walken.

 

0901semina

Il Santo del mese.

 

Circonvoluzione di Incapace: questa ricorrenza commemora lo storico evento occorso a Posillipo la settimana scorsa durante il tradizionale Palio dell’Oritteropo Furente. Fu allora che l’arbitro della manifestazione fu innalzato agli altari della santità (con l’apposito paranco di ghisa delle acciaierie Krupp) per aver ruotato venti volte in senso orario e milleduecentoventiquattro volte in senso antiorario (come prescritto dal Deutoronomio) attorno all’appuntato Quandunker.

0901santo Ordini dall’alto

 

Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e patito. Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: “Mi pento di aver costituito Saul re, perchè si è allontanato da me e non ha messo in pratica la mia parola”. Samuele rimase turbato e alzò grida al Signore tutta la notte.

I Samuele 15, 9


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«Baraka»

«Baraka», in arabo, in swahili, in turco e persiano, significa “benedizione”; per i mistici Sufi è il “soffio della vita”. E’ anche il titolo di un film di Ron Fricke. Senza dialoghi nè trama, è una raccolta di immagini e musica (tra cui i Dead Can Dance e altri artisti degni di lode & plauso). Un viaggio meraviglioso nel mondo in cui viviamo, come era, come vorremmo che fosse, e come lo abbiamo fatto diventare. Buona visione e buon anno nuovo.


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Lepaca Kliffoth: ovvero, delle cose bizzarre che si possono trovare nella testa della gente


L’altra sera, mentre attorno a noi gente d’ogni ceto e ordine sociale inneggiava alle imprese di ventidue decerebrati miliardari, noi, con la nostra birretta e il nostro panino, discutevamo d’etica e filosofia spicciola. Ci si chiedeva: se, come S.M. Chiesa Cattolica (TM) insegna, un embrione ha gli stessi diritti di una persona, un embrione congelato nel 1990 deve essere considerato maggiorenne? Può guidare una macchina e votare alle elezioni? O, se è per questo, candidarsi alle elezioni, cosa che farebbe la gioia di Giuliano Ferrara? Il fatto è che, quando si esclude in partenza il buon senso, in qualunque tipo di discorso, si imbocca inevitabilmente l’impervio sentiero delle cazzate. Lo diceva, se la memoria non ci tradisce, Bertrand Russell – sebbene non con queste parole: da premesse sbagliate si può dimostrare qualunque cosa. Per esempio, qualche giorno fa leggevamo questa notizia: nell’operare un bimbo di pochi mesi per l’asportazione di un tumore al cervello, il chirurgo gli apre la scatola cranica e ci trova dentro un piede. Esatto, un piede. Un rarissimo caso di cannibalismo embrionale, in cui di due ovociti gemelli uno ingloba l’altro, che sparisce o rimane sotto forma di mostruosa appendice. “Fetus in fetu“, si dice, e qui (Human Marvels: storie e immagini di freaks e fenomeni d’altri tempi, le cui biografie non di rado sono commoventi ed edificanti) se ne trovano altri esempi, assieme a svariate meraviglie anatomiche. Comunque, tornando a quel piede (assieme a un frammento di intestino e a un abbozzo di gamba): dobbiamo considerarli una persona? Con gli stessi diritti del gemello che invece è nato e, si spera, gode ora di ottima salute? Il chirurgo di cui sopra, se non gli è preso un infarto, è un omicida? Mah.
Nella Cabala ebraica – di gran moda tra le star ‘ollivudiane – si parla di qlippoth, o kliffoth: gusci, involucri, quello che resta quando il senso di una cosa se ne va. L’autorità senza senso è tirannia, la forza senza senso è sopruso, la religione senza senso è cieco dogmatismo, la difesa della vita, senza senso, è questo genere di discorsi. Ne parla anche Alan Moore nel suo capolavoro, Promethea (“la corteccia scura sull’altro lato dell’Albero” – dove Asmodeo dice “Io sono furibondo nel rosso eterno”); ma, essendo un discorso assai complesso e poco adatto a queste pagine, sorvoliamo. Invece, per restare in tema di Alan Moore, la Proglo edizioni (degna di lode già solo pel nome) ha pubblicato “Writing for Comics“, un breve pamphlet (?) (un articolo, un poscritto scritto una ventina d’anni dopo e una prefazione di Rick Veitch dove si disquisisce abbondantemente di cannabis), pamphlet, dicevamo, risalente a tempi ormai remoti in cui lo stregone di Northampton spiega come si scrivono fumetti. E, sia ben chiaro, NON si scrivono così. Un librettino sommamente interessante, perchè, oltre che essere una miniera di saggissimi consigli, ci permette di dare un’occhiata all’interno della testa del più grande fumettista di sempre, dove si trovano infiniti misteri. Perchè la domanda fondamentale, non dimenticatelo mai, o incliti lettori, è sempre quella: “Da dove vengono le idee?”.
Comunque, tanto per non lasciare niente a metà, “Lepaca Kliffoth” è un vecchio album dei Therion, oscura band svedese dedita al satanismo, all’abigeato e al lancio di sassi dal cavalcavia. Non era neanche male, per dirla tutta, e chi volesse farsene un’idea può rivolgersi a Yutùb. Chi invece volesse scaricarsi un po’ di musica aggràtis può provare questi “La Nueva Guardia“, che dal remoto Cile (paese che ha dato i natali, giova ricordarlo, al beato Pinoscè, defensor fidei ed amico personale di Papa Tremolone) ci regalano, visto che è Natale, un gradevole mix di tango ed elettronica. Buon ascolto. E, a proposito di cose senza senso:


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