Quante volte abbiamo sentito una storia di questo genere? La città, il regno, la colonia è in pericolo, minacciata da un male oscuro e informe; ma un’Antica Profezia (TM) ci rivela che, nell’ora più buia, un Prescelto (o Prescelta) giungerà da un altro mondo e scoprirà di avere immensi poteri, con cui salverà i buoni e farà vedere ai cattivi come si sta al mondo. E invece China Mièville prende il più trito dei luoghi comuni della fantasy contemporanea e lo rivolta come un calzino. «Il Libro Magico», banale traduzione dell’originale Un Lun Dun, è la storia di due ragazzine, Susanna detta Zanna e l’inseparabile amica Deeba (alta, bionda, bella e sgamatissima la prima, mentre l’altra è la classica “spalla”), che scoprono la strada per un mondo parallelo le cui città sono controparti magiche e surreali delle città del nostro mondo: NonLondra, per esempio – Un Lun Dun, appunto – Nopoli, Lost Angeles e la mia preferita, Parisn’t. Qui finiscono gli oggetti, e le persone che noi scartiamo e gettiamo via, le cose obsolete e dimenticate, i fantasmi: e le città sono caotiche, oniriche, piene di autobus volanti (quelli rossi a due piani), case con le zampe, uomini di vetro, animali parlanti, e così via. Ma fra le molte cose che abbiamo dimenticato, e che sono finite a NonLondra, ce n’è una assai temibile: lo smog. Anzi: lo Smog. Quello bello dei tempi di Dickens, nero, unto, catramoso, che ammazzava la gente come mosche e che qui si è raccolto e ha prosperato fino a diventare un pericolo, un insonne malanimo (!?) che presto, aiutato da loschi figuri, criminali, affaristi senza scrupoli e politici della peggio specie, sferrerà l’attacco finale. O almeno così dice la Profezia, scritta sul Libro Magico, secondo cui la Prescelta arriverà e metterà tutto in ordine. E Susanna detta Zanna scopre appunto che la Prescelta è proprio lei, e come dice la Profezia, raccoglie in sè un immenso potere tipo Dragonball, fronteggia gli sgherri del malvagio – si piglia una botta in testa e dimentica tutto. Già. Zanna se ne torna a casa, a si e no un terzo del libro e di lei non se ne parla più: toccherà all’amica – che secondo la Profezia avrebbe dovuto essere il classico “comic relief” della storia («Io sarei la comprimaria buffa?» «Ma, ma, ma» balbettò il libro, imbarazzato. «Che mi dici allora di Digby? E di Ron e Robin? Non c’è niente di cui vergognarsi nel…» Deeba lasciò cadere il libro e si allontanò)- scoprire che la Profezia è una cazzata, il Libro Magico è stato scritto da dei minchioni, e se si vuole sconfiggere il terribile Smog bisogna inventarsi qualcosa e alla svelta. E così Deeba, accompagnata da un palombaro, un autista, un fantasma, un sarto con un puntaspilli al posto della testa e un assurdo gruppetto di parole senzienti, si trova a correre in lungo e in largo per la sterminata NonLondra alla ricerca della soluzione.
Dalla penna dell’inventore del Bas-Lag, ecco un altro bell’esempio di urban-fantasy proletaria, dove Prescelto non vuol dire capace, dove i reietti e gli ultimi sono quelli che alla fine salvano la giornata, dove i politici sono sempre infidi e traditori – anche se si definiscono “ambientalisti”; di Perdido Street Station mantiene la stessa atmosfera dark e la stessa inventiva sfrenata, pur adattandola a un pubblico più giovane: quindi niente sesso, un po’ meno violenza, un fuoco di fila di trovate geniali, molte delle quali basate su giochi di parole che – ahimè – vanno persi in italiano (come le Fineste Nere: aggiungendo una “n” a Black Widows, vedove nere, si ottengono le Black Windows, orrende finestre zampettanti che balzano sulla preda a battenti spalancati – dietro i quali si nascondono altri luoghi, posti incredibili e misteriosi da cui, ovviamente, nessuno fa mai ritorno): il signor Parlatore, le cui parole sono vive, l’afternet – la rete informatica dell’Aldilà, Tolomeo Sissignore, il più grande bibliotecario della storia, la nonPistola, l’arma più assurda e potente del mondo (anche se è un giocattolo in confronto all’altra arma leggendaria di Mièville: la Spada Possibile); un bel messaggio di fondo ambientalista, non soltanto perchè il cattivo è lo smog, ma per riflettere sul fatto che non ha molto senso mantenere sano il nostro ambiente se ciò significa spedire rifiuti tossici a casa di qualcun altro… insomma, decisamente al di sopra delle aspettative. Aspettative peraltro tenute assai basse dall’orrida copertina dell’edizione italiana. A proposito della quale, sappiano i responsabili di questo scempio che quando sarò imperatore del mondo saranno condannati a passare qualche rilassante oretta alla gogna, affichè abbiano modo di riflettere sul fatto che, se “fantasy” non vuol dire “roba per bambini”, a maggior ragione “fantasy per ragazzi” non vuol dire “roba per bambini scemi” – e quindi queste porcherie della serie “fatemi una cosa tipo le uìncs così le mamme lo comprano ma non troppo uguali alle uìncs sennò ci fanno causa, e mi raccomando niente mostri sennò si spaventano” sarebbe meglio evitarle. Ho detto.
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