«Eccellenza, datemi retta,» disse il Cavaliere Nero, «salvatevi almeno voi! Prendete con voi Ettore, e fuggite da questo luogo desolato!» «Giammai!», rispose il vecchio paladino. «Mai prima d’ora ho abbandonato i miei fedeli nel pericolo, e non intendo cominciare adesso. A parte questo cialtrone,» aggiunse, indicando il piccolo stregone. «Già, è sempre colpa mia, vero?». «In effetti, sì,» puntualizzò il Cavaliere Nero. «Siete stato voi a sbagliare l’incantesimo.» «E a perdere la bussola e il sestante,» aggiunse il Paladino. «E a offendere gli spettri,» concluse Ettore. «Dannati spettri.» disse il mago. «Ora ci tocca stare qui fuori al freddo mentre lì sotto si danno alla pazza gioia.» Per un attimo rimasero in silenzio, ad ascoltare i rumori della baldoria sottostante. «Bah,» disse il Paladino. «Animo, miei prodi! Non può sempre andare tutto storto. Ho la sensazione che ben presto la fortuna girerà dalla nostra parte!»
Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte fu chiamato così con probabile attinenza al membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande fortuna soprattutto nell’Italia centro settentrionale, ma fu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una curiosa variante regionale, completamente alterata, del Tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali. (da Wikipedia)
Diceva Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che la disciplina ecclesiastica ripugna i motti di spirito, nonostante siano «moralmente belli e gradevoli», perchè le Scritture ne sono prive, e «come possiamo fare uso di ciò che non abbiamo trovato nelle Scritture?» Quindi, da bravi chierichetti, e considerando che in effetti a Milano ultimamente non c’è proprio un ca**o da ridere, vi rifiliamo una mestolata di musica oscura, cupa, bizzarra, depressiva, e anche un po’ in odore di zolfo. Come i Ved Buens Ende (che in norvegese sta per “alla fine dell’arcobaleno”), entrati nell’olimpo del black metal con il loro primo e ultimo album, un disco che di black metal ha assai poco; c’è molto di più di jazz e di psichedelia, e un’atmosfera paludosa, acida e surreale a tutt’oggi insuperata. Qualunque cosa voglia dire. Segue «La Mort d’Arthur», che a quanto ci dice il traduttore di Google è una canzone, in inglese e tedesco, sulle rane; responsabili di tutto questo sono i Sopor Aeternus & The Ensemble of Shadows, guidati e creati dall’indefinibile Anna-Varney Cantodea. Già. E chiudiamo con «Dawnrazor», dei leggendari Fields of The Nephilim, per i quali ogni parola è superflua. Keep Talking…
Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte fu chiamato così con probabile attinenza al membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande fortuna soprattutto nell’Italia centro settentrionale, ma fu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una curiosa variante regionale, completamente alterata, del Tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali. (da Wikipedia)
Poveri piccoli passerotti sperduti, costretti a vagare senza guida nel labirinto della vita, brancolando nelle tenebre della vostra esistenza cercando di illuminarle con la fiamma imperitura dell’Amore, la vostra cara Zia Melma è qui per aiutarvi a trovare la strada e a riconoscere i dolci sentimenti che vi pervadono. Avete forse già incontrato il vostro compagno ideale? Siete forse felici solo con voi stessi, senza bisogno di appoggiarvi a nessun altro? Il vostro pesce rosso è l’unico amico fedele che vi accompagnerà nel vostro cammino?
Scoprite il vostro destino amoroso con il fantasmagorico, eccezionale, incorruttibile, inenarrabile, inequivocabile Calcolatore dell’Amore di Zia Melma!
Rispondete alle domande con onestà e fiducia e tutti i vostri dubbi saranno fugati!
Nome:
Di che sesso sei? Maschio Femmina Altro
Il tuo compagno di vita (se ne hai almeno uno):
Di che sesso è? Maschio Femmina Altro
Che cos’è esattamente?Essere umanoTe stesso venuto dal futuroAnimale domesticoAlienoAmico immaginarioOggetto inanimato
Un altro partner (se siete almeno in tre):
E questo di che sesso è? Maschio Femmina Altro
E questo che cos’è?Essere umanoTe stesso venuto dal futuroAnimale domesticoAlienoAmico immaginarioOggetto inanimato
In un futuro non troppo remoto il mondo è al collasso a causa della sovrappopolazione. Avere più di un figlio è un reato, il cibo scarseggia e lo stato incoraggia l’omosessualità. Tristram, sfigatissimo insegnante di storia, scopre in breve tempo che a) non farà carriera in quanto eterosessuale; b) sua moglie aspetta di nuovo un bambino; c) non è un bambino, sono due gemelli; d) il padre non è lui ma suo fratello Derek, politico di belle speranze e come tale del tutto privo di scrupoli morali. E mentre Tristram cerca di ottenere un minimo di giustizia (ubriacandosi, insultando poliziotti e facendosi rinchiudere), il sistema collassa, lo Stato si arrende e tutto precipita prima nell’anarchia, e poi in una specie di società feudale dove la gente può finalmente dare sfogo ai propri istinti repressi. E via con le orge, i riti della fertilità ripescati da chissà dove, i massacri e soprattutto il cannibalismo, unico sistema per affrontare contemporaneamente i due grandi problemi della sovrappopolazione e della scarsità di risorse. “il Seme Inquieto” di Anthony Burgess, sì, quello di Arancia Meccanica, 1962, è un romanzo divertente assai (ah! un divertente romanzo sul cannibalismo! proprio quello che ci voleva!) e pesantemente sarcastico, quel genere di parodia un po’ sgangherata molto anni ’60 (e sempre molto molto british, nonostante il linguaggio pirotecnico tipico di Burgess e la relativa traduzione psichedelica); si parla di sesso e di repressione, di politica e di controllo, di guerra e di ingiustizia sociale; ma, sebbene nell’ambito di uno stesso genere, siamo ben lontani dalle atmosfere di “1984” o dal “Mondo Nuovo“. Soprattutto perchè nelle 300 pagine del romanzo si passa da uno stato autoritario, alla totale anarchia, al sorgere di un nuovo governo che si dimostra inetto quanto il precedente – per finire con un’inevitabile guerra totale, una guerra di sterminio senza altri motivi, a ben vedere, che quello di sfoltire un po’ la popolazione. Come a dire che se le cose vanno male, non è colpa di questa o quella scelta politica: sono proprio gli uomini a essere bacati. Una posizione tutto sommato comprensibile. Comunque, filosofia spiccia a parte, c’è molto di Monty Python in questo libro: militari ottusi, politici arroganti, omosessuali grotteschi, contadini subumani e predicatori fanatici. E da fanatico io stesso dei MP non posso fare a meno di notare che Michael Palin sarebbe perfetto nel ruolo di Tristram, Graham Chapman come Derek, John Cleese come il Beato Ambrose Bayley e Terry Jones come l’untuoso capitano Loosley – manca una parte per Eric Idle ma ci penseremo. La sapete, no, la storia delle dimensioni parallele. Se esistono infinite dimensioni, tutto quello che possiamo immaginare, da qualche parte, è realtà. Così, da qualche parte negli infiniti meandri del multiverso Stanley Kubrick ha filmato “Il Seme Inquieto” anzichè “Arancia Meccanica” – coi Monty Python. Curioso.