Le Minchiate del Bosco – 6

25: la Vergine, e 12: il Traditore

Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte fu chiamato così con probabile attinenza al membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande fortuna soprattutto nell’Italia centro settentrionale, ma fu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una curiosa variante regionale, completamente alterata, del Tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali. (da Wikipedia)

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Le Minchiate del Bosco – 5

23: la Terra, e 40: le Trombe

Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte fu chiamato così con probabile attinenza al membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande fortuna soprattutto nell’Italia centro settentrionale, ma fu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una curiosa variante regionale, completamente alterata, del Tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali. (da Wikipedia)

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Il Libro del Sole e dello Scorbuto: Lo strano caso di Peter Anatroide Von Roba

Non s’illuda il gentil lettor che noi, nell’apprestarci a descriver le vicende di Peter Anatroide Von Roba, detto Pietro il Piantagraneto, si possa edulcorare quanto accaduto fornendo una luce di speranza ed una lieta conclusione al racconto. Quanto verrà testè riportato è la fedele ad assolutissima rievocazione di quanto avvenne in quella sì trista notte. Questo è quanto e non ce ne scusiamo.
Peter Anatroide Von Roba (si legge Peter Anatroide Von Roba, alla tedesca, e non Piter come son soliti pronunciare gli anglii), nato ad Espinasse nel 1792, è stato uno degli ultimi alchimisti piemontesi. Vissuto nella Francia Napoleonica il Piatagraneto non si distinse per particolari doti d’astuzia o intelligenza. Dall’adolescenza fino alla prematura scomparsa avvenuta nel 1816 egli visse di espedienti, trucchi e imbrgogli, spostandosi ogni pochi mesi da un paese all’altro, tra il sud della Francia, il Piemonte, la Liguria e le alpi Svizzere. Non ci è dato a sapere donde giunsero le sue conoscenze di alchimia e pare che fosse mirabilmente abile nella trasmutazione dei materiali. I testi cui attinse sono andati perduti e di lui rimangono solo alcuni scritti poco significativi e di titoli ermetici quali ‘L’arte di inferir monete alla martoriata sorte’ e ‘Delle papere e le perdute memorie’.
Quel che accadde in quella fatidica notte dell’aprile 1815 ci è noto grazie al resoconto che ne diede Mary Wollstonecraft Godwin, futura signora Shelley, ne ‘Le curiose vicende della mia giovinezza, ovvero di come mi trovai invischiata nell’esperimento del Piantagraneto’, ed oggi, grazie alle più moderne tecniche di ricostruzione genetica, agiografia metastorica e tracciantismo polipsitico siamo in grado di darne un resoconto veritiero ancorchè accurato.
Ecco cosa disse il Piantagraneto a Mary all’arrivo di quest’ultima al laboratorio:
“Questa pietra fu regalata a mia madre da John Bill Ricketts in persona, il quale la ricevette da Imbhutho Sthafawa, una volta tesoriere del re di Sumbawa, prima che questi gli si rivoltasse contro accusandolo di stregoneria e occultismo. Imbhutho, intuite le intenzioni del re che aveva scoperto il suo piano per destituirlo, fuggì in Europa, portando con se alcuni oggetti del reale tesoro, tra cui questa pietra.”
La pietra in questione era piccola e nera, simile ad ossidiana e di peso eccezionale considerate le dimensioni ridotte. Nient’altro ci è noto sul minerale.
Ci è però noto che lo Sthafawa lavorò a Londra per Ricketts fino alla partenza di quest’ultimo per gli Stati Uniti e si racconta che molte delle abilità e conoscenze di Ricketts sian dovute agli insegnamenti del Sumbawano. Ricketts, amico di famiglia dei Von Roba, fece dono della summenzionata pietra ad Esther Patella Von Roba nel giorno della nascita del piccolo Peter Anatroide, ammonendola che il sasso avrebbe avuto un ruolo centrale nella vita del rampollo dei Von Roba.
L’esperimento si svolse alla luce di una dozzina di lampade ad olio nel seminterrato della villa dei Von Roba sui monti vicino a Gap. Secondo Mary Wollstonecraft Godwin il Piantagraneto utilizzò archi fotovoltaici e resistori al platino, collegati con provette conetnenti liquidi misteriosi e financo una teca con un armadillo in formalina. Il fulcro dell’esperimento era la piccola pietra scura, posta al centro del campo elettromagnetico.
L’intera procedura durò ben oltre le 8 ore, tanto che la povera Mary fu costretta in un paio di occasioni ad allontanarsi per motivi fisiologici. Alla fine non successe proprio nulla. Gli archi fotovoltaici si spensero, i liquidi nelle provette smisero di ribollire ed il Piantagraneto, deluso, gettò a terra la piccola pietra nera, la quale si disintegrò in sì tanti minuscoli frammenti che non fu possibile recuperarne alcuno.
Il vulcano Tambora eruttò poche ore dopo.
Le ceneri del vulcano causarono un abbassamento della temperatura in ogni parte del globo per diversi mesi. Questo causò carestie e pestilenze ed il 1816 è generalmente ricordato come l’anno senza estate.
Le frequenti piogge di quell’anno costrinsero Mary Wollstonecraft Godwin e la sua compagnia di amici, tra cui il futuro marito Percy Shelley, a passare la vacanza sul lago di Ginevra chiusi in casa a giocare a ramino e raccontarsi storie dell’orrore.
Louis Gabriel Suchet, duca d’Albufera, sottovalutò l’escursione termica e non si coprì a sufficienza. Per questa ragione si prese un violento raffreddore che lo tenne a letto quasi una settimana nel marzo del 1815. Purtuttavia pare non sia questo il motivo per cui non fu presente alla battaglia di Waterloo. Ci fosse stato il risultato avrebbe potuto esser diverso per le armate Napoleoniche. Lo stesso Napoleone ne convenne.
Anche Peter Anatroide Von Roba morì di polmonite il giorno di ferragosto di quell’anno.

Ovvero di come la correlazione a distanza di alcuni misteriosi eventi possa contribuire a dar forma al presente

Non s’illuda il gentil lettor che noi, nell’apprestarci a descriver le vicende di Peter Anatroide Von Roba, detto Pietro il Piantagraneto, si possa edulcorare quanto accaduto fornendo una luce di speranza ed una lieta conclusione al racconto. Quanto verrà testè riportato è la fedele ad assolutissima rievocazione di quanto avvenne in quella sì trista notte. Questo è quanto e non ce ne scusiamo.

Peter Anatroide Von Roba (si legge Peter Anatroide Von Roba, alla tedesca, e non Piter come son soliti pronunciare gli anglii), nato ad Espinasse nel 1792, è stato uno degli ultimi alchimisti piemontesi. Vissuto nella Francia Napoleonica, il Piantagraneto non si distinse per particolari doti d’astuzia o intelligenza. Dall’adolescenza fino alla prematura scomparsa avvenuta nel 1816 egli visse di espedienti, trucchi e imbrogli, spostandosi ogni pochi mesi da un paese all’altro, tra il sud della Francia, il Piemonte, la Liguria e le alpi Svizzere. Non ci è dato a sapere donde giunsero le sue conoscenze di alchimia e pare che fosse mirabilmente abile nella trasmutazione dei materiali. I testi cui attinse sono andati perduti e di lui rimangono solo alcuni scritti poco significativi e dai titoli ermetici quali ‘L’arte di inferir monete alla martoriata sorte’ e ‘Delle papere e le perdute memorie’.

diodatiQuel che accadde in quella fatidica notte dell’aprile 1815 ci è noto grazie al resoconto che ne diede Mary Wollstonecraft Godwin, futura signora Shelley, ne ‘Le curiose vicende della mia giovinezza, ovvero di come mi trovai invischiata nell’esperimento del Piantagraneto’, ed oggi, grazie alle più moderne tecniche di ricostruzione genetica, agiografia metastorica e tracciantismo polipsitico siamo in grado di darne un resoconto veritiero ancorchè accurato.

Ecco cosa disse il Piantagraneto a Mary all’arrivo di quest’ultima al laboratorio:
“Questa pietra fu regalata a mia madre da John Bill Ricketts in persona, il quale la ricevette da Imbhutho Sthafawa, una volta tesoriere del re di Sumbawa, prima che questi gli si rivoltasse contro accusandolo di stregoneria e occultismo. Imbhutho, intuite le intenzioni del re che aveva scoperto il suo piano per destituirlo, fuggì in Europa, portando con se alcuni oggetti trafugati dal reale tesoro, tra cui questa pietra.”

La pietra in questione era piccola e nera, simile ad ossidiana e di peso eccezionale, considerate le dimensioni ridotte. Nient’altro ci è noto sul minerale.
Ci è però noto che lo Sthafawa lavorò a Londra per Ricketts fino alla partenza di quest’ultimo per gli Stati Uniti e si racconta che molte delle abilità e conoscenze di Ricketts sian dovute agli insegnamenti del Sumbawano. Ricketts, amico di famiglia dei Von Roba, fece dono della summenzionata pietra ad Esther Patella Von Roba nel giorno della nascita del piccolo Peter Anatroide, ammonendola che il sasso avrebbe avuto un ruolo centrale nella vita del rampollo dei Von Roba.

L’esperimento si svolse alla luce di una dozzina di lampade ad olio nel seminterrato della villa dei Von Roba sui monti vicino a Gap. Secondo Mary Wollstonecraft Godwin, il Piantagraneto utilizzò archi fotovoltaici e resistori al platino, collegati con provette contenenti liquidi misteriosi e financo una teca con un armadillo in formalina. Il fulcro dell’esperimento era la piccola pietra scura, posta al centro del campo elettromagnetico.

L’intera procedura durò ben oltre le 8 ore, tanto che la povera Mary fu costretta in un paio di occasioni ad allontanarsi per motivi fisiologici. Alla fine non successe proprio nulla. Gli archi fotovoltaici si spensero, i liquidi nelle provette smisero di ribollire ed il Piantagraneto, deluso, gettò a terra la piccola pietra nera, la quale si disintegrò in sì tanti minuscoli frammenti che non fu possibile recuperarne alcuno.

Indo_eruption_lithographIl vulcano Tambora eruttò poche ore dopo, spazzando via l’intera civiltà dei Sumbawa.
Le ceneri del vulcano causarono un abbassamento della temperatura in ogni parte del globo per diversi mesi. Questo causò carestie e pestilenze ed il 1816 è generalmente ricordato come l’anno senza estate.

Le frequenti piogge di quell’anno costrinsero Mary Wollstonecraft Godwin e la sua compagnia di amici, tra cui il futuro marito Percy Shelley, a passare la vacanza estiva del 1816 sul lago di Ginevra chiusi in casa a giocare a ramino e raccontarsi storie dell’orrore.

Louis Gabriel Suchet, duca d’Albufera, sottovalutò l’escursione termica e non si coprì a sufficienza. Per questa ragione si prese un violento raffreddore che lo tenne a letto quasi una settimana nel maggio del 1815. Purtuttavia pare non sia questo il motivo per cui non fu presente alla battaglia di Waterloo. Ci fosse stato il risultato avrebbe potuto esser diverso per le armate Napoleoniche. Lo stesso Napoleone ne convenne.

Anche Peter Anatroide Von Roba morì di polmonite il giorno di ferragosto di quell’anno.

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Il Calendario di Frate Cazzaro – Febbraio 2011

fiabe-grande La Squadra Cazzate è fiera di presentare di nuovo:
(Lo abbiamo già detto, è vero, ma conoscendovi non fa certo male ribadire.)

Le Fiabe Impopolari del Fungo Sospetto!

Frammenti di tradizioni quasi scomparse (e ci sarà un perchè), frattaglie di saggezza contadina e sub-urbana, le fiabe non sono, come molti pensano, semplici sciocchezze per tener buoni gli allocchi, ma contengono profondi insegnamenti cui un giorno potrete rivolgervi con gratitudine nel caso vi trovaste aggrediti da un coguaro o da un leucrotta o sperduti in cu… ehm, ci siamo capiti. Ma basta chiacchiere! La parola al Fungo Sospetto!

CAPITO?
(e compratelo allora…)

Non indugiate oltre! Correte a comprare questo fantasmagorico libro pieno di azione, romanticismo e cazzate!
Le Fiabe Impopolari vi aspettano qui!

1102mese

Frate Cazzaro e le cose indefinite
Diconsi cose indefinite quelle cose che nell’essere e nel divenire non son mai una cosa precisa o questa cosa o quella cosa, bensì sono cose che posson esser molteplici cose, sebbene non ogni cosa allo stesso tempo. Questa è l’essenza delle cose indefinite. Tutto chiaro? Bene così.

1102main

Le megattere della Cisgiordania
Rarissime balenottere
dal difficile carattere
son solite combattere
al rombo del cannon!
I polpi sulle zattere
al suon di mille nacchere
assalgon le megattere
con ira e con furor!
Frasi che mai furon udite da orecchio umano:
“Molla il lombrico o affronta il tuo destino.”
[Renzo Platano detto Il Lupara]

***

La saggezza degli antichi Latrini
“Vitae merdasque sunt sed bollettae pagarem dobbemus”

1102calendario
Dalle ‘Vitae Fellonius Lestofantis’
Et cum piccae ferrasque sic transit Fellonius, cuius plurimus minchiataellae magna fuffa fecerunt. Ei quoque puntione Plutasque ribollitis et sbafaverunt tortillas cum amigos et cerveza. Yo!

1102semina01

I personaggi cui dobbiamo molto ma a cui non pensiamo mai.
Carlo Martello

***

La rinomata Chiesa Attendista del Settimo Stronzo
Gli Attendisti del Settimo Stronzo credono che il mondo finirà quando il settimo “Grande Stronzo” raggiungerà il potere. Secondo il loro testo sacro infatti la storia del mondo è scandita dall’avvento di sette individui di dubbia moralità. Nella Bibbia apocrifa di Caio Bastardo sono descritte le carateristiche salienti dello Stronzo, ma ciononostante per gli adepti di questa fede riconoscere il salvatore non è facile. In un noto fraintendimento nel 1923 alcuni adepti indicarono Charlie Chaplin come il messia: tale identificazione, non avallata dal primo pastore della chiesa, Papa Pastone Putacaso I, portò al noto scisma della Bombetta ed alla fondazione della Chiesa Attendista dei Sei Stronzi e Charlot.

1102semina
Il Santo del Mese

San Cicisbeowulf
Eroico protettore dei lapponi, San Cicisbeowulf è protagonista dell’omonima saga nordica, in cui vengono narrate le sue innumerevoli gesta e in particolare lo scontro con il feroce mostro Enzo, che da tempi immemorabili infestava le lande desolate di viale Sarca, impedendo i lavori per la metropolitana. Così avvenne che l’amato sindaco si rivolse al santo e disse: “Oh Santo! Perché non usi i tuoi santi poteri, che fra cinque anni c’è l’Expo e qui non abbiamo ancora messo due mattoni assieme e ci facciamo una figura barbina?” E il Santo disse: “Ma chi, io? Ok, ok. Vado, l’ammazzo e torno.” E di lui non si seppe più nulla.

1102santo

Ordini dall’alto

Questi sono i nomi dei campioni di Davide: Colui che sedeva sulla cattedra, il più savio e il primo fra i tre, è quegli che come il piccolissimo vermicciuolo del legno uccise ottocento uomini in una volta. Dopo di lui Eleazaro Aoita, figlio dello zio paterno di lui, fu uno dei tre guerrieri che erano con Davide quando sfidarono i Filistei. E questi si riunirono quivi per combattere.

Re II 23, 8

Ordini dal basso

Secreti Maravigliosi
Leloyer dice che per guarentirsi dagli incantesimi bisogna sputare sulla scarpa del piede destro, e si schivano i malefizi sputando tre volte sui capelli che si strappano nel pettinarsi, prima di gettarli nel mondezzajo. […]
La polvere maravigliosa che i ciarlatani chiamano polvere di pirlimpinpin e che opera tanti prodigi, si fabbrica con un gatto scorticato, un rospo, un ramarro e un aspide, che si pongono sotto la brace fino a che tutto sia ridotto in cenere

Il Dizionario Infernale

Fregio04


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La Candelora

Candelora, Candelora
dall’inverno siamo fora,
ma se il fungo fa la spora
della gran predecessora
tutto quanto andrà in malora!
E la suocera e la nuora
del possente e gran Gongora
se ne andranno dalla suora
e diranno “Ma a quest’ora?”
“Ma le pare! Nossignora!”
gli risponderà la suora,
e svegliando la priora
mentre il grande Cthulhu adora
(chi è che adora? La priora!)
(che domanda da trattora)
… dicevamo quindi allora.
Quando il cielo si imporpòra
e il palmipede lavora
giunge allor la Candelora
e con onda ultrasonora
tutti i timpani perfora.
E la folla tutta implora:
“Candelora, Candelora!
Con la rana pescatora,
con la mucca erbivòra,
con la tigre che divora,
con la iena derisora,
con l’upupa e la tortòra,
con Godzilla e King Ghidora,
la balena che riaffiora
e l’orrenda manticòra,
con la fauna e con la flora,
con Euclide e Pitagòra,
con l’ochetta granivora.
E in ritardo di mezzora
giunge infin la Candelora!”
“Hai finito?” “Nossignora!
Posso andare avanti ancora!”
Candelora, Candelora!
Qui la situazion peggiora!
Finirà tutto in malora
se la prosa non migliora.
Ohibò.

In alcune remote regioni dell'Ossezia, del Bhutan e del Veneto è uso celebrare la Candelora danzando attorno a un albero e sollevando grossi cubi di ghisa.Come tutti ben saprete, da secoli innumerevoli in tutto il mondo il 2 febbraio si celebra la festa della Candelora. Tutti i bambini riempiono gli stivali da pesca dei loro babbi con cera fusa, cantando filastrocche antichissime (come quella riportata qui sopra, recuperata dal professor Von Betrachter durante uno dei suoi viaggi in Lapponia), i babbi riempiono i bambini di legnate, i commercialisti cantano per le strade vestiti da paperi e ovunque regna la pace e l’armonia.
In alcuni remoti angoli del globo però un Oscuro Potere sorge a minacciare la luce eterea della Candelora! Questa festa luminosa è stata corrotta da una setta di adoratori del mais (che c’è? Credete forse che nessuno possa adorare il mais?), che per motivi tuttora ignoti celebra nello stesso giorno l’Avvento del Gigante di Cardiff.

I festeggiamenti della Candelora nelle remote contrade attorno a Cesano Boscone: i giovani del contado vengono lanciati a grande distanza con apposite catapulte, e colui che atterra più lontano o che si procura il maggior numero di fratture scomposte viene eletto Reginetta della Candelora.

Per salvaguardare l’integrità della Candelora e di tutte le tradizioni ad essa legata è stato fondato il comitato Amici della Candelora Rinata (A.Ca.Ri.), che si prefigge il nobile scopo di riportare la gente sulla retta via e distruggere tutto il mais del mondo.

tratto da “La Candelora nella storia” del professor Otto von Betrachter

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Capolavori della letteratura oritteropea

Huzzah! Huzzah! Gioite, popoli della terra, fumettari, maniaci del fantasy, oritteropofili di tutte le nazioni! Dopo mille peripezie, Cerebus the Aardvark sbarca in Italia! Come? Non sapete chi è Cerebus? L’Oritteropo più truce e manesco che la storia ricordi? Bravi, bravi. Vi indirizziamo a Uichipedia, tanto per cominciare, e a quest’altra recensione, e quando vi sarete fatti una cultura, tornate pure a leggere le nostre impressioni su questo arcano tomo. Fatto? Bene così. Dunque. Cerebus – Alta Società (che è il secondo volume delle avventure del nostro eroe, vai tu a capire perchè non abbiano deciso di pubblicarlo in Italia a partire dal primo, ma vabbè, chi siamo noi per giudicare le illuminate scelte  editoriali della Black Velvet?) è un curioso esempio di “fantasy politica” – una vera e propria saga a base di elezioni, comitati d’affari, seggi, intrallazzi, faccendieri, tassi di interesse, compagnie mercantili, inflazione, e quant’altro. Bene. Tutte cose che per noi, che siamo in campagna elettorale permanente da vent’anni, sono pericolosamente vicine al limite della saturazione. A questo si aggiunga che, come in ogni storia a sfondo politico che si rispetti, la maggior parte dei personaggi ha la statura morale e intellettuale di Domenico Scilipoti. E poi Dave Sim, come disegnatore, non s’offendano i suoi ammiratori, è un cane. E il suo senso dell’umorismo è semplicemente tragico, anche se, verso la fine, qualche risata per sfinimento te la strappa.

Ora, dite quel che volete, ma uno che disegna così non è un gran disegnatore. Sì, d’accordo, uno dei capisaldi del “fumetto indipendente” è che i disegni non devono necessariamente essere perfetti (tipo i primi numeri di Sandman, diomìo, facevano sanguinare le pupille), sì d’accordo, poi magari migliora, sì, d’accordo, vuole essere una parodia di quelle copertine dove c’è l’Uomo Ragno tutto annodato, però, insomma, cheddiàmine. Ecco.

E dunque? Non ci è piaciuto?
Non è questione di “piaciuto” o “non piaciuto” – il fatto è che Cerebus è una di quelle opere che si creano da sè i propri criteri di riferimento. Non c’è nulla nel vasto mondo della letteratura oritteropea cui paragonarlo, per mole, stravaganza e grandiosità d’intento (1). Sim ha costruito un mondo, ci ha ambientato le sue storie, ci ha messo un oritteropo, dicendo, in trecento deliranti episodi, no, per dire, trecento (2), tutto quel che gli andava di dire sulla politica, la religione, le donne, la vita, l’universo e tutto quanto (e a leggere la sua biografia si può star certi che le sue opinioni non siano, come dire, mainstream). Fregandosene altamente di lodi e critiche, ha costruito un mondo sigillato, immenso, dettagliatissimo, e, insomma, totalmente folle. Fosse stata una storia di tre numeri, o di trenta, o un singolo volume, si sarebbe potuta liquidare come una delle tante mediocri graphic novel indipendenti che affollano il mercato, e che si possono tranquillamente evitare di leggere senza che il nostro sviluppo spirituale ne risenta – ma trecento episodi, vivaddìo, meritano rispetto. E’ strano come certe idee, che in altri formati potrebbero essere liquidate come semplici cazzate, se portate avanti fino a raggiungere un volume sufficiente diventano… ehm… come dire… (3). Prendete per esempio il Codex Seraphinianus: sono trecento pagine di disegni surreali e incomprensibili. Prendete La Vita & le Opinioni di Tristram Shandy: sono nove volumi di deliri e sproloqui su nulla in particolare. Prendete Le Babbucce di Zinco: duemila e cinquecento capitoli di undici parole ciascuno su gente che si scambia la milza. In certi casi la mole stessa di un’opera la pone su un altro piano. La fa diventare un qualcosa a sè, che non si può giudicare in rapporto ad altri lavori magari simili nell’idea o nello stile, senza perderne lo spirito. Un po’ come le piramidi, o i disegni della Piana di Nazca. Pensate se la Piramide di Cheope fosse stata alta un metro e mezzo, di certo non sarebbe finita tra le Sette Meraviglie del mondo. Invece è alta 146 metri, vagli a dire qualcosa. Oppure quei tizi che costruiscono paesaggi o locomotive o torri eiffel usando milioni di stuzzicadenti, o quelli che non si tagliano unghie e baffi per trent’anni, o cose simili. Per quanto si possano nutrire riserve sull’aspetto estetico della faccenda, non si può che ammirarne l’impegno.

***

(1) Probabilmente il fatto che l’ispirazione gli sia venuta sotto LSD c’entra qualcosa. Viene in mente quell’altro scrittore di fantascienza che ideò la sua saga durante una crisi di asma…
(2) Quello che Sim sostiene essere “the longest sustained narrative in human history”, e noi vorremmo replicare con un pacato “ma ci faccia il piacere”.
(3) Lasciamo ad altri ben più audaci il compito, senza dubbio fruttifero, di esplorare il nesso tra i termini “cazzata” e “figata”.


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Ritratto del Professor von Betrachter

Il Professor Otto von Betrachter

Il Professor Otto von Betrachter, ordinario di Antropologia e Superstizionologia Priva di Alcun Fondamento all’Università di Tubinga (prima del Fattaccio); autore di testi fondamentali ancorchè controversi, come “I Pinoli di Natale” e “Quello in cui Credete Sono Tutte Cazzate”, è una figura di primo piano nel panorama intellettuale mitteleuropeo.

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Il Calendario di Frate Cazzaro – Gennaio 2011

fiabe-grande La Squadra Cazzate è fiera di presentare di nuovo:
(Lo abbiamo già detto, è vero, ma conoscendovi non fa certo male ribadire.)

Le Fiabe Impopolari del Fungo Sospetto!

Frammenti di tradizioni quasi scomparse (e ci sarà un perchè), frattaglie di saggezza contadina e sub-urbana, le fiabe non sono, come molti pensano, semplici sciocchezze per tener buoni gli allocchi, ma contengono profondi insegnamenti cui un giorno potrete rivolgervi con gratitudine nel caso vi trovaste aggrediti da un coguaro o da un leucrotta o sperduti in cu… ehm, ci siamo capiti. Ma basta chiacchiere! La parola al Fungo Sospetto!

CAPITO?
(e compratelo allora…)

Non indugiate oltre! Correte a comprare questo fantasmagorico libro pieno di azione, romanticismo e cazzate!
Le Fiabe Impopolari vi aspettano qui!

1101mese

E Frate Cazzaro vide l’asina che vide l’angelo
E l’asina vide Frate Cazzaro, povera bestia. E l’angelo, vi chiederete voi? Bella domanda. L’angelo approfittò della lotta di sguardi per fregare il portafoglio al povero fraticello e se ne andò a farsi una pizza. Amen.

1101main

Gli insulsi Macachi Mariachi
Terrore di tutte le feste popolari e non, i Macachi Mariachi sono rimasti al fondo delle classifiche musicali mondiali per venti anni di fila con il loro singolo “Ahi ahi ahi, mi corazon Macaco!”.
I consigli di Don Gerbillo
Non entrate nei panifici tra le 17:00 e le 17:03 di venerdì se non volete essere ridotti in bricioline finissime.
Non indossate la parrucca afro di vostra nonna senza permesso o son mazzate.
Anche in quest'epoca tecnologica, il Calendario di Frate Cazzaro viene realizzato con pazienza e attenzione ai dettagli dai piccoli fraticelli cazzari, secondo i dettami di un'arte che risale al Medioevo. Proprio per questo può capitare che i calendari mostrino talvolta piccoli difetti di fabbricazione, come ad esempio alcuni giorni mancanti, elevati tassi di radioattività o la tendenza a esplodere se appesi a un muro di calcestruzzo.
Gli antichi Magiari e il Petroglifo della Morte
Narrano le antiche leggende di come l’allegro popolo magiaro si recasse un giorno in quel di Usmate Velate per partecipare al XVI Concorso Europeo di Vandalismo Antropologico. Il campione nazionale, Urguz, si cimentò nella gara di Petroglifi, Incisioni su Ghisa e Roncolate nella Nuca, usando abilmente il suo piede di porco mannaro per incidere una fedele rappresentazione di sua nonna, passata alla storia come il Petroglifo della Morte.

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Vi siete mai chiesti dove vogliamo andare a parare con questi cosi?

Vinchuca in salmì
Ingredienti:
1 litro di vino rosso, 1 cipolla ripiena di ghisa, 34 kg di vinchuche fresche, 1 libro dei Salmi, sale q.b.
Preparazione:
Prendete le vinchuche, fatele ubriacare con il vino e poi liberatele in un negozio di cravatte.
Attendete con pazienza l’uscita della folla in fuga e leggete poi ad alta voce il libro dei Salmi cercando di colpire un passante con la cipolla. Una volta catturata la vostra preda, datelo in pasto alle vinchuche e scomparire prima dell’arrivo della polizia.***

Estratti da “All’ombra del sedano secolare”
di Rosalina Rosenkranz
“Davanti a tanta incomparabile bellezza, il diacono Frugillo non potè che sciogliersi in lacrime di giubilo.”
“«Unitevi a noi, fratelli crostacei! Alzate le vostre chele al cielo e rendete lode al Signore!»”
“«(…) Asdrubale!»”
“E fu così che, dopo anni di peripezie e avventure, il giovine Capocollo giunse infine alle porte della Città Santa di Rozzano.”
“«(…) Asdrubale!»”

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Il Santo del Mese
S. Tomino Misclen

Tomino Misclen de la Boulette Remplie Avec Des Boulons De Fer, leggendario compositore francese del XVII secolo, divenne santo per intercessione di Santa Saggina da Forlì. La santa, come ben si sa, aveva ideato il famoso metodo «Santo Subito! Diventate santi con l’ipnosi», e, durante una tournee in Francia, ne mostrò l’efficacia al Re Sole, usando come cavia, appunto, il Marchese de Misclen. Il quale, al termine dell’esperimento, gettò alle ortiche titoli nobiliari, rendite e terreni e andò a fare lo stilita in Cappadocia.
1101santo

Ordini dall’alto
Il Signore disse a Gad, veggente di Davide: «Và, riferisci a Davide: Dice il Signore: Ti pongo davanti tre cose, scegline una e io te la concederò». Gad andò da Davide e gli riferì: «Dice il Signore: Scegli fra tre anni di carestia, tre mesi di fuga per te di fronte ai tuoi avversari, sotto l’incubo della spada dei tuoi nemici, e tre giorni della spada del Signore con la peste che si diffonde sul paese e l’angelo del Signore che porta lo sterminio in tutto il territorio di Israele. Ora decidi che cosa io debba riferire a chi mi ha inviato». Davide disse a Gad: «Sono in un’angoscia terribile».

Cronache I, XXI, 9-14

Ordini dal basso
ANANSIE:
Nome di un ragno gigantesco, a cui i negri della Costa d’Oro attribuiscono la creazione dell’uomo, e lo riveriscono come una divinità particolare. Secondo la stravagante opinione di codesti idolatri, Dio creò in principio Negri e Bianchi per popolare la terra, e propose agli uni e agli altri di scegliere uno dei due doni, vale a dire, o quello di possedere oro, o quello di saper leggere e scrivere. Ma i negri decisero per l’oro, e Dio punì la loro avarizia rendendoli schiavi dei bianchi.

Il Dizionario Infernale

Fregio04

ANANSIE: Nome di un ragno gigantesco, a cui i negri della Costa d’Oro attribuiscono la creazione dell’uomo, e lo riveriscono come una divinità particolare. Secondo la stravagante opinione di codesti idolatri, Dio creò in principio Negri e Bianchi per popolare la terra, e propose agli uni e agli altri di scegliere uno dei due doni, vale a dire, o quello di possedere oro, o quello di saper leggere e scrivere. Ma i negri decisero per l’oro, e Dio punì la loro avarizia rendendoli schiavi dei bianchi.


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