ermo! Fermo!”
Kaprawoulf afferrò la pinna del pinguino che gli stava premendo la tempia.
“Squek!”
Il pinguino cercò di beccargli un occhio, ma Kaprawoulf fu lesto a schivarlo.
“Ho detto fermo, per Diana. Stai buonino un momento che non si capisce più niente. Ok, la trance mistico cosmica può aspettare 5 minuti, no? E tu scendi dal platano!”
Piccola Zufola si era arrampicata sui rami del povero platano che nel frattempo si era sdraiato per terra sperando di non esser visto.
“Ma…”
Provò ad obiettare Fanfulla Seconda.
“Niente ma! Io non ci sto capendo più niente, quindi con calma, uno per volta, ci mettiamo in fila e facciamo il punto della situazione. Allora, venite tutti qua, da bravi.”
Il pinguino si mise diligentemente in fila, di fianco a lui Flaffenberg ed Erinnarinnirahannarica. Poi arrivarono Sgabello e Bombetta, seguiti dal platano e dalla piccola Zufola che ancora ondeggiava appesa ai rami. Fanfulla Seconda aiutò la piccola a scendere dall’albero e si mise diligentemente in fila. Accanto a lei Kaprawoulf trascinò il cadavere dell’oscuro mago Cannolo.
“Molto bene. Manca qualcuno?”
“Sì un momento. Manchiamo noi. Stiamo arrivando.”
Alfonso Bignè ed il detective arrivarono correndo dalla stazione. Il detective aveva ancora le sembianze di un mostro orrendo e tentacolato. Ma che ci volete fare? Così va la vita a volte.
“Molto bene. Mettetevi in fila con gli altri. Ci siamo tutti adesso?”
Un colpo di tosse provenne da dove l’oscuro mago Cannolo si era schiantato al suolo.
Kaprawoulf si girò per vedere un’oscura ombra fare timidamente capolino da dietro un bidone.
“E tu chi saresti?”
“Io sono l’oscura nebbia del male e della sofferenza, sono sfuggita alle grinfie del mago Cannolo poco prima che si schiantasse al suolo. Sono rimasta nascosta dietro quel bidone perchè mi sentivo confusa, ma credo che parlarne potrebbe aiutarmi.”
“Ti ha evocato il mago Cannolo?”
La presenza, che pareva una scura nebbia indistinta, si avvicinò agli altri e si mise ordinatamente in fila.
“Sì. Credo che il suo obiettivo fosse di sguinzagliarmi per le lande di questo paese a seminare morte, panico e distruzione. Non mi evocano mai per altri motivi. Chessò, dipingere una staccionata. O magari per invitarmi a cena, sarebbe carino per una volta. Niente. Mi evocano sempre con lo scopo di distruggere e uccidere. Non che non mi piaccia, sia chiaro, però dopo un po’ una si stanca e vorrebbe anche fare qualcosa di diverso. Io ad esempio sono bravissima con le ombre cinesi, volete vedere?”
“Non adesso Oscura Nebbia del Male, aspetta in fila che sto cercando di fare un po’ di chiarezza.”
Kaprawoulf si rivolse al pinguino.
“Comincia tu.”
“Squerek sbaraquek. Quek sbrek bertoldbrecht, quakamakawaka uh! Quok Quorok…”
“Ok, aspetta un momento, magari la tua parte la sentiamo dopo. Comincia tu.”
Lo interruppe Kaprawoulf per poi rivolgersi a Flaffenberg.
“Io? Io non ho fatto niente, ti sto seguendo dal primo capitolo e ci sto capendo meno di te. Me ne stavo tanto bene a casa, mica ho scelto io di venire.”
“Ok. Almeno il tuo ruolo nelle vicende è chiaro. E tu invece? Che ci stai a fare qui?”
Kaprawoulf stava guardando Erinnarinnirahannarica che si stava guardando attorno con espressione confusa, a dir poco.
“Io ecco…”
Erinnarinnirahannarica si frugò nelle tasche.
“Forse potrebbe essere il momento di leggere questa.”
Erinnarinnirahannarica tirò fuori una lettera spiegazzata, l’aprì ed iniziò a leggere.
“Figlio mio, piccolo mentecatto, se mai leggerai queste mie parole significa che io sarò morto. O nella migliore delle ipotesi avrò trasferito la mia mente in qualche forma di vita inferiore…”
“Squek!” protestò il pinguino.
Erinnarinnirahannarica proseguì senza badargli.
“Ad ogni modo devi sapere che non ho lasciato te e tua madre perchè non vi amavo. E’ che mi ero proprio rotto il cazzo. Non pensavo che avrei fatto fortuna venendo nella Terra del Freddo Lontana ed Inospitale, volevo solo andare via da voi due scassaminchia ed annegare il resto dei miei giorni nel bourbon. Il camionista svizzero che mi portò a Zeermelo mi consigliò anche una locanda e lì ebbi a dividere la stanza per una notte con un uomo strano ancorchè misterioso, oltre che quasi completamente demente. Quest’uomo mi parlò di cose inaudite. Del suo commercialista, delle calzature di nobili decaduti e di una miniera di giada qual mai si era vista in queste terre.”
“Cough! Cough!” il detective era preda di un attacco di tosse ma nessuno gli badò.
Erinnarinnirahannarica continuò a leggere:
“Ebbene trovai la miniera, nell’Umido e Fanghiglioso Territorio da Qualche Parte al Nord. Non starò a dirti dove si trova di preciso, sarebbe troppo facile piccolo il mio allocco. Purtroppo mentre tornavo in città con il mio primo bottino di giada fui bloccato dagli scagnozzi di Alonso, il boss che da quelle parti la fa da padronso.”
“Ehm.” a quel punto fu Kaprawoulf a tossicchiare guardandosi intorno con aria imbarazzata. nessuno ci fece caso.
Erinnarinnirahannarica continuò:
“Da quel momento gli spietatissimi ninja di Alonso mi sono alle calcagna. Sono riuscito a fuggire fino a tornare nella Terra del Freddo Lontana ed Inospitale, ma non credo riuscirò a distanziarli ancora per molto, anche perchè sto perdendo un sacco di tempo per scrivere questa stupida lettera, e per finire il cotechino, ma vabbè. Se non dovessi farcela spero che tu riuscirai a trovare la miniera grazie alle indicazioni cifrate che ora riporterò.
Ha ha! Scherzo. Niente indicazioni cifrate mentecatto. Se vuoi la miniera allocco, devi guadagnartela. Come so che questa lettera giungerà fino a te e verrà letta al momento opportuno? Me lo ha detto l’autore. Basta che la dia ad una tizia in quel negozio di dischi dall’altra parte della strada e le dica di aprirla quando sarà il momento. Facile, no?”
Erinnarinnirahannarica alzò la testa dalla lettera.
“E’ forse di aiuto a qualcuno? Io non ci ho capito un accidenti.”
Il pinguino guardò Kaprawoulf.
“Squek?” disse.
Il detective guardò il pinguino.
“Ehm, pennuto!” disse.
Kaprawoulf guardò Erinnarinnirahannarica e non disse nulla.
“Tocca a me?” chiese Sgabello.
Condividi questa opera dell'ingegno umano!