Kaprawoulf: CAP XI

k-kaprawoulfaprawoulf, Flaffenberg, Platano e Sgabello scesero dal calesse non senza qualche difficoltà, soprattutto per il platano e lo sgabello. Avevano sperato di ottenere un passaggio fino a Zeermelø, per poi prendere la corriera fino alla capitale, ma poco dopo il confine Kaprawoulf, bullandosi delle sue inutili gesta, si era fatto sfuggire di bocca il dettaglio della taglia che pendeva sulla sua testa nell’Umido e Fanghiglioso Territorio da qualche parte al Nord. Lo sguardo avido di cupidigia del calessiere li aveva allora indotti ad abbandonare il calesse in frutta e feria… in frotta e furla… insomma presto!
La cittadina si presentò loro imperlata di mestizia e tristitudine. Gli abitanti, mogi, sfilavano lenti per i grigi viottoli.
“Che posto è mai questo?” Esclamò Kaprawoulf stizzito.
“Questa è Tapinambur, la mia città sì tanto amata. Che da quando è sotto il giogo di Manølo, il nano gigante console legato, non più riconosco. Neanche la Fiera del Papero Bollito quest’anno. E a noi onesti cittadini non resta che camminar bigi pei vicoli.” disse un passante con la bombetta che si accompagnava ad una vecchietta in grigie vesti di flanella.
“Perchè interloquisci stizzito?” chiese la vecchietta.
“Perchè hai un platano in spalla?” chiese la bombetta.
“Voi fate troppe domande.” Disse Kaprawoulf, che non voleva rivelare la sua identità ad altri sconosciuti.
“Che posto triste. Sembra Katowice in inverno.” commentò Flaffenberg con un inusuale spunto di intelletto.
Nel fratempo il platano pensava “Io avrei un po’ fame. Mangerei volentieri una trota con le patate bollite. Se solo avessi una bocca e un apparato digerente.”
“Io sono un po’ stanchino” disse lo sgabello “mi siederei volentieri un minuto. Se solo ci fosse una sedia o uno sgabello. Nel senso, un altro sgabello. Oltre a me. Così potrei anche fare amicizia magari. O una bella sedia di mogano, di quelle sofisticate con cui fare conversazioni intellettuali.”
“Dimenticate che siamo fuggitivi. Ricercati! Dobbiamo nasconderci.” interloquì Kaprawoulf saltando in un cespuglio, sotto lo sguardo attonito dei mesti passanti.
Flaffenberg si avvicinò con calma: “Concordo. Siamo ricercati e dobbiamo nasconderci.”
“E allora che fai lì impalato? Nel cespuglio c’è posto per tutti.”
“Ecco, Kapra, forse ci sono posti migliori dove nasconderci in attesa che si calmino le acque.”
“Tipo? In un camino di una casa abbandonata? In un canale di scolo?”
“La locanda del paese?”
“Ah. Sì, beh. Anche.”
“Sono fuggitivi. Ricercati.” Esclamò la bombetta.
“Avevo sentito.” Rispose il passante.
“Forse che vogliate seguirci alla nostra modesta magione? Si da il caso che noi si sia affittacamere della massima serietà e integrità.” disse la vecchietta.
“Quand’è così.” Bofonchiò Kaprawoulf uscendo dal cespuglio.”Facciateci strada.”
Incamminandosi verso la magione un refolo di vento fece volare la bombetta dalla testa del passante fin sullo sgabello.
“Ciao!” Disse lo sgabello. “Io sono uno sgabello!”
“Bello!” Rispose la bombetta. “Io una bombetta.”
“Betta!”
“Ha! Ha! Ha! Sei simpatico…”
E così tutti quanti arrivarono alla casa, la vecchietta mostrò la stanza a Kaprawoulf che ne rimase entusiasta. Dopodichè il passante si premurò di chiudere a chiave i nostri eroi nella cantina. Kaprawoulf ne fu meno entusiasta, ma si sarebbe adattato, non fosse che Flaffenberg fece notare che forse erano chiusi lì in attesa dell’arrivo delle autorità che li avrebbero arrestati ed espatriati e giustiziati e sicuramente non rimpinzati o coccolati.
A questo punto vi risparmio la penosa scena di disperazione rappresentata da Kaprawoulf nella consapevolezza della morte. Vi risparmio anche le reazioni di sarcasmo, sfiducia, motteggio e indifferenza dei suoi compagni di viaggio. Vi risparmio anche di come l’altra sera sono riuscito a cucinare uno spezzatino usando solo bambù, funghi champignon, uno spazzolino da denti e sette fiammiferi nuovi. E se volete risparmiare ancora fate la tessera del supermercato che questa settimana c’è la mozzarella in offerta.
Passerò invece a raccontarvi di come la bombetta, invaghitasi dello sgabello, sfilò le chiavi della cantina dalle narici del passante e liberò i nostri.
Anzi, no.
In fondo vi ho appena detto cos’è successo, quindi non c’è bisogno di entrare nei dettagli. Anche se sarebbe stato interessante scoprire come se la cavarono per il rotto della cuffia grazie al provvidenziale intervento del platano che dimostrò di conoscere le arti marziali. E invece niente. Ma non credo che ci perderete il sonno stanotte.
E così Kaprawoulf, Flaffenberg, Platano, Sgabello e Bombetta si rifugiarono in un negozio per sfuggire agli inseguitori. Si trattava perlappunto di un’agenzia di collocamento interinale e alla scrivania, seduta in posa poco elegante con i piedi sul monitor si trovava Erinnarinnirahannarica.
E qui ci fermiamo perchè da questo incontro scaturirono conseguenze tali da cambiare la storia del mondo per sempre e non siamo sicuri che siate pronti per sentire il racconto di ciò che segue… e poi è anche un po’ tardino. E devo svuotare la lavatrice. Ecco.


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