Kaprawoulf: CAP X

l-kaprawoulfa giada: prezioso minerale della categoria dei silicati e sostegno dell’economia di molti stati del nord. Solo attraverso la lavorazione della giada si può ottenere lo schmaltzl, la preziosa droga che si dice dia poteri di divinazione. Ed è solo attraverso lo schmaltzl che naviganti e commercianti possono sopravvivere in mare per mesi e mesi portando le loro merci nei porti più remoti del pianeta. In realtà pare siano tutte cazzate inventate dai governanti per tenere buono il popolino ma se la gente ci crede…
“Mammina?”
“Dimmi Piccola Zufola.”
Piccola Zufola non aveva ancora compiuto 4 anni e già sezionava le papere, mandava poveri contadini all’esilio e imprigionava nelle segrete dignitari di nazioni straniere. Sua madre, Sua Orgogliosa Altezzosità Fanfulla Seconda Regina legittima della Repubblica del Gorgonzuela nonchè indiscussa Sovrana del traffico di Giada delle nazioni del Nord-Est, regnava con dissoluta indifferenza e soave crudeltà dissipando immani ricchezze tra vanagloriosi alambicchi di remote convoluzioni linguistiche del sottobosco convenzionalistico… state ancora leggendo? Insomma era una regina spietata e una trafficante di droga. Fico, eh? E pure single mother. Meglio non chiedere che fine ha fatto il papà di Piccola Zufola.
“Hai detto che per il mio compleanno posso chiedere quello che voglio, vero mammina?”
“Sì, Piccola Zufola, certamente, che cosa vorresti?”
“Voglio radere al suolo un paese.”
“Piccola! Che cara. Tanta figlia di tanta mamma! Non è adorabile?”
Le 12 ancelle dell’Incredibilmente Lussuoso Palazzo della Regina annuirono rapidamente.
“Sìsìsìsì!”
“Oh! Altrochè!”
“Cara la piccola.”
“Che dolce, così piccola già vuole radere al suolo.”
“Tutta sua mamma, proprio.”
“Adorabile!”
“Dovrebbe averne dieci di piccoline così. Oh, come saremmo felici con tante Piccole Zufole a torturare e massacrare e… ok, smetto.”
“E’ per questo che l’amiamo tanto noi, vero?”
“Da grande sarà proprio una regina cattiva e spietata.”
“Non trovate anche voi che sia così cariiiiina!”
“Questo è parlare! Radi al suolo ciò che preferisci.”
“Che fame. Mi farei volentieri un kebab.”
Attimo di silenzio. Sguardi di panico tra le ancelle.
“Chi ha detto -” tuonò la regina.
Undici mani puntarono in direzione di Lombillarillamarillanina, l’ancella scema, che alzò gli occhi con sguardo stupito.
“Eh?”
“A morte!” sentenziò la sovrana nana (così detta per via della sua… statura. Ma ci eravate arrivati da soli, e forse quest’inciso era superfluo. Quindi meglio mettere qualcosa di interessante prima della fine della parentesi…. uhm… e uguale emmecciquadro? Eh?)
Due energumene preposte alla sicurezza di sua maestà presero Lombillarillamarillanina per le ascelle e cominciarono a trascinarla attraverso l’ampio salone.
“Dove andiamo di bello?” chese Lombillarillamarillanina.
“Un momento!” le fermò la regina.
Sguardi di stupore tra le ancelle. Che la regina dia segno di di clemenza?
“Hai famiglia?” Chiese la regina a Lombillarillamarillanina.
“Solo una sorella.” Sorrise timidamente la scema.
“Come si chiama? Dove si trova?”
“Erinnarinnirahannarica. Vive a Tapinambur, un imbelle villaggio alle estreme propaggini delle province esterne della Terra del Freddo Lontana e Inospitale. Perchè?”
Un sorriso materno si dipinse sul volto di Fanfulla Seconda.
“Ti piace Piccola Zufola?” Chiese la regina allontanando il regale dipingitore di sorrisi “non adesso, dipingitore, abbiamo da fare qui, non vede?”
La piccola annuiva in preda all’estasi e al tripudio… o forse aveva di nuovo ingoiato una cavalletta.
“Possiamo portarla a morire lentamente nelle segrete adesso?” chiesero le energumene che tenevano Lombillarillamarillanina per le ascelle.
“E’ deciso allora. Per il compleanno di Piccola Zufola muoveremo guerra alla Terra del Freddo Lontana e Inospitale e raderemo al suolo il villaggio di Tapinambur!”
“Evvai!”
“Morte e distruzione! Finalmente.”
“Cara la piccola!”
“Una guerra come si deve, ne avevo proprio voglia.”
“Questo è parlare da regina spietata e crudele!”
“Adorabile!”
“La Terra del Freddo Lontana e Inospitale, ho sempre desiderato andarci. Certo una guerra… però è una figata, davvero. Almeno facciamo un viaggio e… ok, smetto.”
“Che ideaaaaaaa! Non vedo l’ora!”
“Brava! E’ per questo che è la nostra regina!”
“Questo è parlare! Gliela faremo vedere ai quei Tapinamburiani!”
“Adoro l’odore del napalm la mattina.”
Zufolarono le undici ancelle rimaste, estasiate.
“Possiamo portarla a morire lentamente nelle segrete adesso?” ripeterono le energumene che tenevano Lombillarillamarillanina per le ascelle e cominciavano a mostrare alcuni segni di stanchezza.
“Ma fate un po’ quel cazzo che vi pare.” Sentenziò la regina “Io vado a farmi un kebab!”
Dopo una mezz’ora la regina sedeva nel piccolo kebab turco fuori dalla stazione del metrò Natolin di Varsavia.
“Senti Da, non c’era un modo migliore di introdurmi? No seriamente, già ho dovuto aspettare dieci capitoli e per cosa? Quella stronzata sulla giada? Dai? Conan Doyle sull’asse del cesso le pensava meglio. E la figlia e la guerra e le ancelle. Ti prego. Sul dizionario sinonimi e contrari alla voce originalità c’è una tua foto.”
“…”
“Sotto contrari!”
“…appunto.”
“Senti io ci sto a fare sta saga nordica, ma se non mi dai del materiale un po’ decente la strage te la faccio sul serio e voi che cazzo avete da guardare che neanche sapete fare un falafel decente e questo me lo chiamate yufka? Comunque io voglio essere più spietata di Anna Bolena, più sanguinaria di Emily Bronte. Capisci? Un personaggio che non si dimentica, mica che poi chiamano Michelle Pfeiffer per fare la mia parte nell’adattamento cinematografico.”
“E chi vorresti?”
“Farah Fawcett!”
“Cos’è una Farah Fawcett?”


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