Il Libro del Sole e dello Scorbuto: il Dilemma di Papa Bregonzio


Proclamare un santo è un’impresa lunga e complessa. Si devono vagliare testimonianze d’ogni sorta, consultare esperti dei più svariati campi, discutere e sviscerare fino al più insignificante dettaglio le vite di persone spesso morte da secoli. Ovviamente, e non c’è da stupirsene, i requisiti necessari per raggiungere la meta della santità sono molto stringenti; e ancor più ovviamente, una condanna per eresia dovrebbe essere tenuta in debita considerazione.
Papa Bregonzio XV aveva ponderato a lungo la questione. Il cammino verso la santità di un controverso personaggio era giunto all’ultimo passo: mancava soltanto il sigillo pontificio e Casimiro Passapapozzi sarebbe stato innalzato all’onore degli altari.
«La firma va qui, vero?»
«Sì, Santità», disse il Cardinale Sbranzi, Segretario di Stato. «In latino», si affrettò ad aggiungere.
«Senti un po’, Vincenzo», disse il Papa, togliendosi gli occhiali. «A te questa cosa della santificazione di Passapapozzi non va mica giù, vero?»
«Ehm, con rispetto parlando, no, Santità.»
«E perchè?»
«Perchè credo che in questa faccenda la fede non c’entri nulla e i miracoli men che meno. La santificazione di questo individuo è una questione unicamente politica: il Passapapozzi era matto come un cavallo. Era un eretico. Aveva messo nella Santa Trinità Tobiaz, la Raganella Psichica al posto dello Spirito Santo. Si era autonominato Psicopapa Gianduioz Primo. Sarà anche gradito all’Opus Dei, ai Legionari di Cristo e ai Focolarini di Yog-Sothoth, ma è veramente uno scandalo.»
«Beh, nel corso dei secoli i miei predecessori hanno fatto santi ben più impresentabili. Il Bellarmino, Pio IX, Pinochet… Uno in più non farà certo la differenza. E poi, Vincenzo», aggiunse il Papa con un sorriso sarcastico, «sono il Papa. Sono infallibile.»
«Già. Proprio di questo volevo parlarvi, Santità. Vorrei che ascoltaste un’opinione secondo me autorevole – »
«Ancora?»
«L’ultimo, Santità, ve lo giuro. Se non servirà a convincervi, amen.»
«Appunto, amen.»
Pochi istanti dopo un ometto si inchinava davanti al pontefice. «Santità», disse il Cardinale, «vi presento il professor Giangiacomo Faceto, ordinario di Filosofia all’Università l’Insipienza di Roma»
Il Papa si limitò ad annuire, visibilmente infastidito.
«Allora?»
«Ehm, sì, Santità. Sono stato invitato qui dal Cardinale per chiarire alcuni aspetti, ehm, filosofici, o meglio, logici, della questione. Per farla breve, sapete cos’è il Principio di Non Contraddizione?»
«…»
«Secondo le parole di Aristotele: “È impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo”.»
«E questo cosa c’entra, di grazia, con la santificazione di Passapapozzi?»
«È proprio qui il punto, Santità. Passapapozzi fu dichiarato eretico nel 1931 da papa Gerbillo III.»
«E…?»
«E quindi voi non potete proclamarlo santo senza cadere in contraddizione!»
«Che c’entra? Magari Gerbillo III si è sbagliato!»
«E no che non si è sbagliato. Il papa è infallibile, in virtù del dogma sancito dal Concilio Vaticano I nel 1870. Se Gerbillo III lo ha dichiarato eretico, di eresia si tratta!»
«E io lo dichiaro santo! Ma insomma! Che discorsi sono?»
«È un’elementare questione di logica, Santità. “Passapapozzi santo” e “Passapapozzi eretico” sono due affermazioni logicamente incompatibili. Se una è vera, l’altra è per forza falsa. E siccome sappiamo che l’affermazione “Passapapozzi eretico” è vera, in virtù del decreto papale del 24 gennaio 1931, ne consegue per forza, per la forza della logica, che il Passapapozzi non può essere nominato santo.»
Il Papa si alzò dalla sedia e appoggiò entrambe le mani sulla scrivania. «Senta un po’, caro il mio coso – e Giovanna d’Arco dove la mettiamo? È stata dichiarata eretica, sì o no? È stata bruciata sul rogo, sì o no? È stata fatta santa, sì o no? E quindi? Va bene per Giovanna d’Arco e non per Passapapozzi?»
«Ehm, Santità», disse il professor Faceto, con l’aria di uno che si rivolge a un bambino non troppo sveglio. «Giovanna d’Arco è stata fatta santa nel 1920. Il Dogma dell’Infallibilità Papale è stato sancito nel 1870. Prima di allora, ad esempio nel 1431, quando la Pulzella è stata dichiarata eretica, i papi erano liberi, proprio come noi comuni mortali, di sparare ogni sorta di cazz-»
«Ehm, Santità», intervenne il Cardinale. «Quello che il professore vuole sottolineare è come una contraddizione così evidente possa nuocere all’immagine della Chiesa, che specie in questo momento -»
«No, guardi, Eminenza, dell’immagine della Chiesa non me ne potrebbe fregar di meno», tagliò corto il professor Faceto. «La faccenda è molto più seria. Immaginiamo che voi firmiate il decreto e proclamiate Passapapozzi santo.»
«Immaginiamo un corno, mi venga un colpo se non lo firmo», borbottò il papa.
«Va bene: voi firmate il decreto. In questo caso, se vi ricordate quello che ho spiegato prima, assistiamo a un fatto senza precedenti: la manifestazione in questo continuum spaziotemporale di due verità opposte e contraddittorie.»
«E…?»
«Questo, beninteso, se il Dogma sancito nella Pastor Aeternus è vero, e voi papi siete realmente infallibili per decreto divino. Se invece sono tutte fandonie, come molti sospettano, amen, non succede nulla. Ma se il Padreterno ha davvero detto che siete infallibili, un gesto come il vostro può mettere a repentaglio la struttura stessa della realtà.»
Ci fu un attimo di silenzio. Il papa guardò prima il professore e poi il Cardinale.
«Vincenzo…»
«Sì, Santità?»
«Sei licenziato.»
«Ma io…»
«Ma io un paio di palle! Ma ti sembra che io posso perdere tempo ad ascoltare questo mentecatto? Ma ti sembra un discorso sensato? Se proprio volevi farmi cambiare idea, non potevi tirare in ballo i gesuiti, il Mossad o la massoneria o che cavolo ne so io? Eh? Ma allora mi prendi proprio per un deficiente, eh?»
Il papa si lasciò cadere sulla poltrona, afferrò la stilografica, scarabocchiò una firma illeggibile sul decreto. «Ecco! Andate a quel paese tutti e due!»
Afferrò il timbro con il sigillo –
«E con questo, Casimiro Passapapozzi…»
lo intinse nell’inchiostro –
«… è SANTO!»
e lo pestò sulla pergamena.
L’esplosione che ne seguì cancellò dalle carte geografiche il Vaticano e gran parte dell’Italia.
Il resto del mondo tirò un sospiro di sollievo.

***
fregio01


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4 pensieri profondi su “Il Libro del Sole e dello Scorbuto: il Dilemma di Papa Bregonzio

  1. Ma da dove vi giunge l’ispirazione? Questo testo trasuda saggezza!

    Non avevo mai pensato che la carica di Papa avesse tali implicazioni… poffarbacco…

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