E un’Altra Cosa…

panicAnd Another Thing…” è il titolo del sesto romanzo della fortunata saga della Guida Galattica per gli Autostoppisti. Douglas Adams ha lasciato questa valle di lacrime nel 2001, ma la morte è un ben misero ostacolo di fronte alla possibilità di fare montagne di soldi sfruttando un marchio di successo, e quindi qualche pezzo grosso (pezzo di non dico cosa) ha deciso che sarebbe stata una buona idea affidare a un altro autore il compito di scrivere un nuovo capitolo. In effetti è una cosa che dà da pensare, il fatto che ci siano dei tizi che hanno il Potere – il Potere di dire di sì a minchiate come questa, come (agh) Ritorno a Casa Usher; (aaargh!) Blues Brothers 2000, (AAAAAARGH!) Higlander 2. E aspettate che schiatti Cristopher Tolkien e ci beccheremo LOTR 2099, Le Avventure del Giovane Aragorn, Moria 90210 ed X-Treme Silmarillion. Perchè? Possibile che non se ne rendano conto? Possibile che ci sia qualcuno che ha detto davvero “Blues Brothers 2000? Ottima idea! Sarà un successo!”. Ci sarebbe da riflettere poi sul fatto che qualcuno – in questo caso Eoin Colfer –  accetti l’ingrato compito, correndo il rischio di essere ricordato poi come “quel pirla che ha scritto / diretto il seguito di —“. Ma, come si suol dire, vabbè.
Comunque, il fatto che il romanzo inizi con loro che scoprono che è tutto un sogno (ok, una simulazione olografica, ma è uguale) non è che ben disponga il già un po’ schifato lettore. Il fatto che Zaphod non abbia più due teste ma una sola così è più facile per il film, non migliora le cose. Il fatto che vengano fatti continui riferimenti a “Praticamente Innocuo” (considerato da molti il peggiore dei cinque canonici, e da più ancora “una vera merda”), è poi particolarmente fastidioso. Il senso di ipocrita perbenismo strisciante che si insinua verso la metà del libro, quando ti rendi conto che stiamo dando un po’ troppo spazio ai problemi adolescenziali di Random Dent, figlia di Arthur e Trillian, e ai suoi conflittuali rapporti coi genitori (soprattutto con Trillian, perchè Arthur, almeno nella prima metà del libro, ha la personalità e l’entusiasmo di un’ameba con l’Alzheimer), e a quanto è bello essere una famiglia che ci si vuole tutti bene (non solo. Anche il Prostetnico Vogon Jeltz ha un figlio con cui ha un rapporto conflittuale e che probabilmente è pure un po’ gay. Faccio fatica io per primo a credere a quanto ho appena scritto) – tutto questo, dicevamo, fa un po’ girare i sacri ammennicoli. Ma soprattutto è lo stile. Eoin Colfer ha scritto un sacco di cose che non ho mai letto, per esempio la serie di Artemis Fowl, di cui parlano un gran bene – ma ormai, nel mio cuoricino, è “quello sfigato che tenta di imitare Douglas Adams”. Lo stesso stile, lo stesso umorismo, le stesse gag, gli stessi nomi. Per quante buone intenzioni possa aver avuto il caro Eoin, il risultato è fasullo, senza vita, patetico. L’ho piantato a metà, ringraziando Gigapedia e il mio Cybook che non ci ho speso soldi.
Poi magari mi sbaglio, magari sono io che non colgo. Dopotutto a me il film è piaciuto assai mentre da molti fan viene schifato e sputazzato. Ma non importa. Ogni volta che nominiamo questa porcheria, un Dentrassi, un Demoniazzo Silastico, una Bestia Bugblatta, un Santo Frate Pranzista avvizzisce e scompare. Per cui faccio solenne voto di non parlare mai più di “E un’altra cosa…”


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9 pensieri profondi su “E un’Altra Cosa…

  1. e purtroppo per quanto riguarda Tolkien non è necessario aspettare la morte di Cristopher visto che il simpatico erde sta pubblicando anche i manoscritti compilati dal padre sulla tazza dle cesso durante un attacco di stipsi, ovviamente rivedutie corretti

  2. Il film degli autostoppisti è piaciuto anche a me. Il 6′ libro me lo sono risparmiato (per fortuna). E anche Christopher Tolkien.

  3. Ma giusto per la cronaca…la seconda testa è rimasta da Humma Kavula!!!

  4. … no, la seconda testa di Zaphod viene assunta come computer di bordo sulla “Cuore d’Oro” al posto del povero Eddie. Mah.

  5. nel romanzo?…perchè nel film resta da humma kavula

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