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Il Magico Potere dei Fiori!
La Floriterapia gode in questi ultimi anni di meritata fama nel variegato mondo delle terapie alternative per una serie di motivi: la sua praticità, l’efficacia, il fatto che si tratti di teneri fiori di campo e non di estratti di ghiandole di serpenti velenosi oppure isotopi radioattivi e altri motivi che ora non ci sovvengono ma che a voi saranno di certo ben presenti.
Ma in cosa consiste, di preciso, una cura floriterapica? Che cosa sono i Fiori di Bach e cosa c’entrano con la musica barocca? Parliamone.
Innanzitutto è bene fare una salutare distinzione tra erboristeria e floriterapia: nel primo caso, infatti, si utilizzano sostanze chimiche presenti naturalmente (o a seguito di sciagurati esperimenti genetici) in quantità apprezzabili nella pianta; nel secondo caso la terapia si basa sul riequilibrio dell’assetto vibrazionale-energetico del paziente grazie a un “mezzo” nel quale sono state infuse le caratteristiche vibrazioni energetiche della pianta curativa, vibrazioni che, sommandosi a quelle proprie del paziente, aiutano a riportarlo il più vicino possibile al suo stato naturale di equilibrio (l’hai detto, l’hai capito). La malattia viene vista, infatti, secondo un approccio tipicamente olistico, come uno stato di squilibrio, sia mentale che fisico, che può avere molteplici cause ma che si estrinseca appunto in un processo patologico. Questo tipo di visione si avvicina alle antiche concezioni della medicina ellenica, basata sull’equilibrio degli Umori (Bile Gialla, Bile Nera, Flegma e Salsa Worchester), o sulle teorie taoiste dei Cinque Elementi (Acqua, Fuoco, Cane, Ghisa, Unto e P’Cheng, ovvero Quello Là Che Ora Non Mi Viene In Mente – e si, sono sei, ma chi siamo noi per mettere in discussione la saggezza dei Papi Taoisti?). Come si può facilmente intuire, il fatto che questa terapia non si basi su sostanze chimiche presenti in quantità rilevabili ma su “vibrazioni energetiche” ha scatenato le proteste degli scettici, che definiscono questo genere di cure un “effetto placebo” nella migliore delle ipotesi, “una minchiata” nella peggiore. Ma proseguiamo.
Come si preparano le Essenze Floriterapiche
Il metodo è tanto semplice quanto… ehm… semplice. Prendete i fiori in questione. Metteteli in acqua. Mettete l’acqua al sole. Buttate i fiori. Diluite l’acqua in cognac o vodka a seconda dei casi, agitate non mescolate, e vualà ecco pronta la Tintura Madre. Per le specifiche cure, diluite poche gocce di queste Tinture in acqua distillata: ecco pronto il rimedio ai vostri mali.
In questo genere di processo l’energia solare svolge un ruolo fondamentale: essa infatti permette il trasferimento del pattern energetico-vibrazionale dalla pianta (che poi si butta) all’acqua (che poi si beve). Gli scettici puntano il dito su questo… ehm… punto (il che è abbastanza ragionevole – è un punto, si punta… cioè… ok, la smetto). Ma a smentire queste critiche basta una semplice considerazione: avete mai provato a premere forte forte forte forte forte forte forte fortissimo un libro contro la fronte? Non ne avete così imparato il contenuto? Lo stimatissimo Frate Cazzaro ha mandato a memoria la Bibbia in questo modo, così come le Encicliche di tutti i Papi, il Ciclo del Belgariad e tutta la Dragonlance. Provate.
Alcuni esempi di cure
I Fiori di Bach sono senza dubbio il più famoso dei metodi floriterapici. Furono creati dal dottor Edward Bach (mi spiace per i cultori della musica barocca e del clavicembalo. E non c’entra neanche il cantante degli Skid Row), un sensitivo e filosofo che morì il giorno dopo aver “scoperto” l’ultimo dei suoi “rimedi floreali”. Queste piante sono tipiche del selvaggio e inospitale Galles, tranne il rimedio Rock Water che copre il 70% della superficie terrestre, trattandosi di acqua. Si, H2O.
La Flower Essence Society, d’altro canto, continua le ricerche e la sperimentazione attraverso un metodo definito “le Dodici Finestre della Percezione Vegetale”. E chi siamo noi per opporci?
Le Taumaturgiche Pianticelle dell’Asceta Balsamico
Anche l’Asceta Balsamico ha ideato il suo metodo terapeutico completo. Vagando per le lussureggianti giungle appena fuori Buccinasco, l’Amatissimo, Illuminatissimo e Sgamatissimo ha colto alcune piantine le cui virtù terapeutiche sono fuori discussione. Poi anche lui è morto. Poi però è risuscitato, a dimostrazione che queste cure funzionano eccome. Ecco alcune delle Sue piante – l’elenco completo è riservato solo agli Iniziati. O qualcosa del genere.
1. Il Pitosforo: questa pianticella è utile in situazioni di estremo stress psico-fisico e spirituale; in momenti di grave abbattimento e sconforto, in casi di improvvisi disastri di tale portata da mettere a repentaglio la sanità mentale della persona più solida ed equilibrata, oppure quando vi dicono che non ci sono più ciambelle.
2. L’Opoponace: è utile contro i malanni provocati da stregoni malvagi, contro il morso dell’upupa, contro la scabbia e in generale gli stati d’animo malmostosi ma non del tutto negativi, con una sfumatura di lieve apprensione verso il futuro non distinta da un vago giramento di co**ioni tipo quando esci di casa e trovi la macchina rigata.
3. L’Assafetida: sebbene utilizzata per lo più in cucina (il famoso “sformato di assafetida”) questa pianticella timida e profumata aiuta a ritrovare la pace interiore, a rimettersi in sintonia con le Entità Astrali e a fare chiarezza sul proprio destino karmico e spirituale. Oppure è mortalmente velenosa, non mi ricordo bene.
4. Il Borametz o Agnello Vegetale della Tartarìa: questa pianta rara e spettacolare, già descritta in molti bestiari medievali, produce frutti simili a zucche, da cui nascono minuscoli agnelli perfettamente formati. Trova applicazione nella produzione di maglioni e altri indumenti e nella preparazione del pranzo di Pasqua.
5. Lo Zampirone è una pianta? Davvero? Ehm, si, bene… questa pianta nota a tutti – vero? – si utilizza come imbottitura per i divani. Ma può sempre tornare utile contro le crisi di panico da improvvisa apparizione del Conte Dracula, o contro la paralisi dei Ghoul.
6. Il Boleto Stridente: chi non ricorda con affetto il famoso fungo urlatore della nostra infanzia? Dal punto di vista energetico-sottile, il Boleto Stridente aiuta in quelle situazioni caratterizzate da grave atrofia del senso dell’umorismo (l'”Organum Cazzatorum” della tradizione paracelsiana), da offuscamento della capacità di giudizio e dalla tendenza a prendere per oro colato tutto quello che si legge soprattutto se riguarda i cefalopodi.
7. La Birra è sempre utile. Sebbene non sia un vegetale in senso stretto, sfidiamo chiunque a metterne in discussione le proprietà miracolose.
Per saperne di più:
Cosa ne dice Wikipedia. E cosa ne dice in italiano
Il Sito Ufficiale del Dottor Bach
Il Sito Ufficiale di Sebastian Bach
Il Sito della Flower Society
Il Cicap (Comitato per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale)
Il Dizionario dello Scettico
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MI SONO CONVINTA PER L’ESPOSIZIONE ORALE DELLA MIA TESI A PRENDERE I FIORI DI BACH… RISULTATO:BALBETTAVO COME UNA SCIMMIA UBRIACA. MIO PADRE HA PENSATO CHE LO FOSSI…
siete mitici! mi ricordate la mia vecchia squadra di d&d e il gruppo di studenti di ingegneria più folle di torino. grazie di esistere.