Nati sotto Saturno


Chiunque abbia avuto la ventura, come il sottoscritto, di nascere e crescere in una casa piena di libri (salvo poi chiedersi chi diamine ce li ha messi, visto che sei l’unico che legge, in quella casa), li conosce: quei libri strani, austeri, dall’aria terribilmente interessante e impegnativa che ti guardano dall’alto di uno scaffale impolverato con evidente aria di superiorità, come se dicessero “Dài, prova a leggermi. Cos’è, hai paura? Tsk.” – Questo “Nati sotto Saturno” è uno di quei libri: ci siamo guardati in cagnesco per decenni, finchè è diventata una questione di principio. E quindi mi sono rimboccato le maniche e le meningi e ho messo mano a questo ponderoso tomo, che ruota attorno a una domanda: esiste una “personalità artistica”? Un insieme di caratteristiche mentali e caratteriali, costanti nella storia, che definiscano “l’artista” in quanto tale? No. I coniugi Wittkower, con zelo ed entusiasmo tipicamente teutonici, setacciano le biografie di centinaia di artisti, oscuri o famosi, eccelsi o mediocri, bizzarri o banali, per sfatare il mito che vuole l’artista, appunto, “nato sotto Saturno”, ovvero melanconico, geniale, al di fuori delle leggi e delle regole, eccessivo. Un artista è prima di tutto un essere umano, e come tale fa storia a se; ed è un prodotto del suo tempo e del suo ambiente (così come l’immagine che si ha di un artista varia a seconda dell’epoca dalla quale lo si guarda: ne fanno esempio gli assurdi – e comicissimi – giri di parole con cui nell’Inghilterra vittoriana si traducevano le lettere di Dürer, affinchè le dame della buona società non fossero colte dal vago sospetto che si stava parlando di ubriachezza molesta, scherzi da osteria e prostitute di quarta categoria). E questo è quanto, ed è abbastanza rassicurante poichè, essendo anche il sottoscritto “nato sotto Saturno” per vicissitudini astrologiche e caratteriali, avere dell’artista le caratteristiche ma non il talento sarebbe stata una terribile ingiustizia. Di persone di talento, invece, ne è pieno questo libro – che fra l’altro si legge che è un piacere; storie di gentiluomini e farabutti, avari e prodighi, timidi e maneschi, alchimisti e negromanti, santi e bestemmiatori e chi più ne ha più ne metta. Del caratteraccio di Michelangelo, per esempio, se ne è parlato in abbondanza; così come di Dürer; dell’ascetico Leonardo, del tormentato Caravaggio, dell’impeccabile Reynolds… ma non di Franz Xaver Messerschmidt.

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Il quale, nella sua stanzetta a Bratislava, mentre il ‘700 volgeva al termine, si dedicava a scolpire pregevoli opere tardo-barocche nonchè una surreale, fantasmagorica, assurda e incomprensibile serie di sessantanove “teste di carattere” – volti umani, tecnicamente impeccabili, contorti in smorfie e boccacce di ogni genere. Perchè? Perchè era matto come un cavallo.

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«Il suo peggiore tormentatore era lo spirito della proporzione. Messerschmidt aveva enunciato un’intricatissima teoria sulle proporzioni umane, il cui segreto era contenuto nell’Hermes egiziano. Lo spirito della proporzione, geloso delle strabilianti scoperte dello scultore, gli infliggeva dolori in varie parti del corpo, e il Messerschmidt, conoscendo le misteriose relazioni tra certe parti del corpo e talune parti della faccia, doveva darsi dei pizzicotti qua e là e poi fare la smorfia giusta davanti a uno specchio, per spezzare il potere che lo spirito aveva su di lui.

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Soddisfatto di questo sistema egli risolse di rappresentare le proporzioni delle sue smorfie a beneficio della posterità.». E noi, nati sotto Saturno, di questo lo ringraziamo.


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3 pensieri profondi su “Nati sotto Saturno

  1. Caravaggio poi aveva un carattere!
    Era da prendere a sberle. Prima che lui ti prendesse a pugni, o peggio…

  2. C’era anche quella canzone dei Vallanzaska che si intitolava ‘Caravaggio’. Il testo recitava, testualmente:
    “Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio.”

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