aprawoulf guardò il pinguino diritto negli occhi, anche se si trovava a più di venti metri di distanza. Il pinguino sputò per terra come solo i pinguini killer sanno fare, ma non si mosse di un millimetro.
Bombetta e Sgabello scapparono via a nascondersi mentre Flaffenberg cercava di portare via Erinnarinnirahannarica dal pericolo.
“Ma che cosa vuoi? Bestione, lasciami! Perchè mi trascini via?”
“Da brava Ermannalarimachiarriva, vieni con me, per il tuo bene.”
“Erinnarinnirahannarica! Il mio nome è Erinnarinnirahannarica! Per la miseria.”
“Come vuoi tu, ma vieni via che l’amico Kaprawoulf stavolta ci rimette le penne.”
“Tecnicamente le penne le ha il pinguino.” pensò il platano che si era piantato a pochi metri di distanza e agiva con indifferenza come se fosse cresciuto lì e quegli eventi non lo riguardassero più di tanto.
Un cespuglio secco di quelli degli spaghetti western rotolò tra Kaprawoulf ed il pinguino. Una porta sbattè in una delle case deserte che si affacciavano sulla via. O forse era una finestra. Un venditore di gelati passò in lontananza facendo trillare il suo caratteristico campanellino. Un ombrellone fu portato via dal vento ai Bagni Mirella di Lignano Zabbiadoro, ma questa parte della storia ce la teniamo per lo spinoff “Le Scorribande di Manolo il nano gigante e la sua allegra ghenga di artisti mariuoli”.
Un piccione si posò sul platano che cercò di scrollarselo dal ramo senza dare troppo nell’occhio.
Frush. Il platano mosse i rami.
“Tut.” Il piccione non ne fu particolarmente impressionato.
I secondi passarono inosservati. I dessert invece vennero notati da Flaffenberg ed Erinnarinnirahannarica mentre cercavano di svignarsela dietro ai secondi.
Il pinguino, lesto come una salamandra, estrasse la fionda a fagioli e mirò allo sventurato Kaprawoulf. Il giovane Kaprawoulf, colto di sorpresa, scattò e si rifugiò dietro un tavolo in mogano che si trovava in mezzo alla strada per chissà quale ragione. I fagioli colpirono il tavolo a ripetizione.
TAT-TAT-TAT-TAT-TAT-TAT…
È il suono dei fagioli sparati sul mogano. Giusto per farci un’idea.
Il tavolo di mogano subiva i micidiali colpi dei fagioli riflettendo sulle sue sciagure.
“Ma pensa the che settimana. Prima la riunione dell’Associazione Frullatori di Manguste con la conseguente rissa sull’elezione del consiglio direttivo, poi la cena di gala per l’elezione di Madame Gufo a presidente dell’Accademia dei Lincei e ora questo. Bè, c’è stata la cena di gala in effetti. Se solo il dessert non fosse scappato prima che riuscissi a mangiarlo.”
TAT-TAT-TAT-TAT-TAT-TAT-TAT…
Lo stallo sarebbe potuto andare avanti ancora per ore, o giorni, o settimane.
TAT-TAT-TAT-TATAT…
E sai che noia. Ma proprio quando Kaprawoulf stava per cadere assopito dietro al tavolo di mogano avvenne l’inavvenibile. Si realizzò l’imprevedibile. Si prevedette l’irrealizzabile. Insomma ci fu un colpo di scena!
TA-DAAAAAN!
E che cosa fu?
Fu…
“TA-DAAAAN!” Gridò il Possente Mago Cannolo facendo la sua comparsa vestito di tutto punto da Possente e Temibile Mago (TM) sul cornicione degli uffici del comune.
“Aaaaah!” gridarono all’unisono i dessert al cucchiaio che nel frattempo avevano fatto amicizia con Flaffenberg ed Erinnarinnirahannarica, mentre altri dessert subivano il loro inevitabile destino tra le fauci dei due. Una cassata che stava per essere mangiata da Flaffenberg colse l’occasione dell’attimo di sgometto (scomento, sgomerto… insomma distrazione) per fuggire gridando:
“Ah! Ah! Ah! Nessuno mangia Agàta la Cassata, son fuggita da ben tre cene questa settimana e domani mi involerò verso i Caraib….” e fu schiacciata da un montone che pascolava per sbaglio nella via. E questa fu la fine di Agàta la Cassata.
Ma torniamo al Possente Mago Cannolo.
TAT-TAT-TAT-TAT…
“Ho detto TA-DAAAAAN! E sono un possente mago, con tanto di vestito d’ordinanza (TM), in cima ad un cornicione volete darmi un po’ retta per favore?”
Il pinguino interruppe la mitragliata di fagioli per guardare il mago. Kaprawoulf, sbadigliando, si voltò pure verso il mago.
Lo stesso fecero Bombetta e Sgabello che nel loro nascondiglio avevano iniziato a tubare come giovani piccioni innamorati nonostante la carneficina che si stava svolgendo loro a fianco. Bè carneficina… diciamo bisticcio, dai.
Il Possente Mago Cannolo attese in silenzio un paio di secondi poi alzò le braccia al cielo con gesto platealmente teatrale mentre nebulosi vortici luminosi gli si formavano sui palmi delle mani.
“Ecco. Meglio. Dicevamo. Sono il Possente Mago Cannolo e vengo a reclamare la produzione di giada, materiale fondamentale per i miei piani di conquista del mondo! Consegnate a me la giada o perite popolo di Tap… Ehi, ma dove sono tutti?”
“C’è stata l’invasione del Gorgonzuela!” urlò Erinnarinnirahannarica.
“Brutta cosa l’orticaria alle mani.” pensava il platano.
“Ah.” proseguì il Possente Mago Cannolo, “vabbè, meglio. Sarà più facile impossessarsi della giadaaaaaaaaaaaah!”
Splotch!
Proprio mentre il Mago stava ultimando le sue considerazioni sull’annessione di Tapinambour al Gorgonzuela il cornicione, non progettato per sorreggere il peso di un Possente Mago con tanto di vestito (TM), cedette. Il Possente Mago Cannolo precipitò andando a sfracellarsi al suolo mentre dalle sue mani, avvolte in un turbinar di nubi, lampi e saette, uscivano suoni che si potrebbero definire come inconsueti. Inusuali. Inusitati. Inconsulti. Ed altre parole che iniziano con ‘in’ (ma non indefessi, o intelaiatura, o intabbarrati).
Il montone che si trovava a passare per la via si avvicinò placido a quel che restava del Mago.
“E’ morto!” osservò tornando pacatamente a pascolare per la via.
Gli astanti tornarono lentamente alle loro faccende ignari del mortale pericolo che strisciante e silenzioso era sfuggito dalle mani del Mago.
TAT-TAT-TAT-TAT-TAT…
“Un po’ di mousse au chocolat, Eriannaquelchelè?” (questo che parla è Falffenberg se non vi fosse chiaro.)
“Ehi!” (questa è la mousse che protesta.)
“Ops! Pardonnez moi!” (Flaffenberg di nuovo.)
“Eh?” (Erinnarinnirahannarica.)
TAT-TAT-TAT-TATAT…
“E poi due settimane fa ci fu l’anniversario di nozze dei coniugi Sorbiria e Sorbello Sorbèt dè Sorbitòn dei dè Sorbitòn de la Sorbòn.” (questo è il tavolo di mogano.)
“Ronf-zzzzz!” (Kaprawoulf!)
“Mu?” (Montone.)
“Il ruolo del velo dell’ape Maya ne “Il mondo come volontà e rappresentazione” funge da contraltare alla visione Hegeliana…” (Platano.)
TAT-TAT-TAT…
TAT…
TAT…
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